La Formula Asia del Re Vettel: Seb come Schumacher nel 2004

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    Vettel è padrone. Padrone del mondiale di F1 più asiatico della storia: 8 gran premi in Asia, uno in più di quelli europei (7), caso unico fino ad oggi. Dal 2014 l'Europa opererà il contro-sorpasso con il ritorno dell'Austria e il possibile ingresso della Russia e con la contemporanea esclusione dal calendario del GP Indiano. Sebastian ha un feeling speciale con il Regno dell'Est: ha iniziato la sua gloriosa storia in Red Bull con un successo in Cina nel 2009 e ha vinto in Oriente in 18 occasioni (più di metà delle sue 33 vittorie in carriera): 3 volte ha trionfato a Singapore, Giappone e Malesia, 2 volte negli Emirati Arabi, in Bahrain, India e Corea e 1 in Cina. Importantissima la statistica dello scorso anno, quando Vettel vinse solo in Asia (5 successi in totale): e proprio a Singapore nel 2012 costruì le fondamenta per la sua rimonta a Fernando Alonso, che piegò grazie a quattro imprese consecutive. Sempre su terreni asiatici Vettel ha conquistato i suoi primi due titoli (vincendo ad Abu Dhabi nel 2010 e arrivando terzo a Suzuka nel 2011 alle spalle di Button e Alonso).

    Ma torniamo alla corsa di ieri dove si è vista una superiorità tale da parte di Vettel da farci tornare molto indietro nel tempo. Una divario netto come quello della Ferrari che regalò il settimo titolo a Michael Schumacher. In particolare mi è tornato alla mente il Gran Premio di Francia del 4 luglio 2004: seppur consapevole che la corsa si svolse in modo molto diverso, cito tale GP per due ragioni, la prima è lo strapotere con cui una scuderia e un pilota fanno capire al resto del circus che in pista possono fare quello che vogliono, la seconda è che, ironia della sorte, anche in quella gara il secondo classificato fu Fernando Alonso. E anche allora Fernando fece un garone, conquistò la pole e mantenne la testa difendendosi da Schumacher nonostante avesse a bordo più benzina del tedesco dotato di una Ferrari super. Questo finché Brawn non tirò fuori una strategia da "genio" e con il Kaiser che subito DOPO (avete letto bene, non prima, a serbatoio scarico, ma dopo) il secondo pit stop sfoderò i tre giri migliori dell'intera gara e si mise alla spalle l'asturiano, concedendosi il lusso di fare una quarta sosta.
    Qualche lusso se lo è concesso in questo weekend anche Seb Vettel: il lusso di starsene ai box con la pole in tasca risparmiando un treno di gomme, il lusso di concedere pochi metri di vantaggio a Nico Rosberg al via, il lusso di starsene lì alle spalle della SC senza marcare le strategie del suo rivale, salvo poi rifilargli oltre mezzo minuto nonostante la "sosta extra", il lusso di migliorare il giro più veloce quando non ne aveva più bisogno. Così Vettel ha colto il suo 3° Grand Chelem in carriera, non mollando mai la testa del gruppo e soprattutto non alzando mai il piede dall'acceleratore. Anche se lui a fine gara confessa che aveva ancora margine (!!!)

    La crescita continua di questo ragazzo sta piano piano convincendo tutti gli scettici: fino allo scorso anno Vettel aveva mostrato qualche pecca che facesse venire il dubbio che i suoi trionfi fossero solo merito della vettura. Persino nella stagione dei record del 2011, Vettel era caduto in un grave errore, in Canada, con un testacoda all'ultimo giro che spianò la strada al successo di Jenson Button. E nel 2012, nel momento più delicato, aveva sbagliato ad Abu Dhabi e rischiato di compromettere tutto nelle primissime fasi di Interlagos, salvo poi fare due eccellenti rimonte in entrambi casi. Quest'anno Vettel è maturato ancora e non sbaglia più. Pur essendo attualmente nella posizione di potersi permettere anche uno o due errori. E una costanza simile a quella di ieri nell'inanellare giri veloci e con distacchi così elevati anche a chi guida la stessa macchina (Webber) l'abbiamo vista solo nel miglior Schumi, che fu il primo ad eleggere Seb come suo erede. Staremo a vedere... intanto ha già in tasca quattro titoli.

    Alonso e la Ferrari ieri sono stati meno "scemi" e più "geni" del solito. Anche se lo stesso Fernando ammette che in occasione della SC si è giocato la carta della disperazione. Quando non c'è niente da perdere, spesso trovi risorse che credevi perdute e così in queste ultime gare abbiamo rivisto il Nando combattivo che a metà stagione sembrava essersi perso (soprattutto a Monaco quando, per non rischiare incidenti, si fece sorpassare un po' da tutti). Ieri ha fatto un capolavoro in partenza e poi ha gestito magistralmente le gomme per oltre 30 giri, ma non è bastato per impensierire il marziano. Per la terza volta consecutiva lo spagnolo deve accontentarsi di essere il primo degli umani, come a Magny Cours 2004.

    Se qualcuno aveva ancora dubbi su Raikkonen, la gara di ieri è un'ennesima dimostrazione di come il finlandese, seppur infastidito di problemi fisici, stia ritrovando la forma migliore. Un Vettel da 10 e lode scappa via, ma la Ferrari ha piazzato sul podio di Singapore un pilota da 9,5 (volendo essere severi per la qualifica deficitaria, ancora dietro a Massa) e ne aspetta un altro da 9. Un motivo in più per far capire che la Rossa non ha più scuse per mancare all'appuntamento più importante nel 2014...
     
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  2. †Gareth Bale11†
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    Bell'articolo! *_*

    Non condivido solo la parte finale cioè non credo che Alonso sia un pilota da 9,5 e Raikkonen da 9,per me entrambi si equivalgono,mentre se il voto dovesse solo riguardare la gara di Singapore per me sono entrambi da 9,5.
     
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  3. Zure
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    CITAZIONE (†Gareth Bale11† @ 24/9/2013, 09:34) 
    Bell'articolo! *_*

    Non condivido solo la parte finale cioè non credo che Alonso sia un pilota da 9,5 e Raikkonen da 9,per me entrambi si equivalgono,mentre se il voto dovesse solo riguardare la gara di Singapore per me sono entrambi da 9,5.

    vabbè mezzo voto più e mezzo voto meno poi tanto sono opinioni ;) su Raikkonen c'è forse l'incognita sul fatto che riesca o no ad andare forte costantemente per tutta la stagione, ma sono entrambi molto forti..

    ah da notare che in questo che è il primo anno in cui le gare asiatiche le superano quelle europee stona un po' il fatto che non ci siano piloti asiatici al via
     
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    Sono d'accordo con quello che hai scritto su Vettel. Credo che, chi non ne riconosce il valore come pilota (c'è gente che dice che CHIUNQUE sulla sua macchina otterrebbe i suoi stessi risultati), sia palesemente di parte. Su quella macchina forse piloti come Hamilton, Alonso o Raikkonen potrebbero anche ottenere gli stessi risultati, ma si tratta comunque di una ristretta minoranza: gli altri piloti sono indubbiamente uno scalino più sotto. ^^
    Sebbene sotto certi aspetti in qualche occasione Vettel si sia rivelato non ancora al livello di altri campioni più "esperti", credo che, dal punto di vista della lucidità, abbia fatto progressi incredibili in questi ultimi anni. Nel 2009 avrebbe potuto vincere il mondiale, se non fosse stato per i suoi errori, e nel 2010 a causa dei propri errori ha quasi rischiato di perderlo. Successivamente qualche errore l'ha fatto anche negli anni seguenti, ma credo che finora, in questa stagione, di errori non ne abbia fatti. Avrà anche la miglior macchina, ma ho seri dubbi che sulla miglior macchina possa vincere un mondiale chi non è uno dei migliori piloti...
    Viene accusato di avere uno stile di guida più "noioso" rispetto a piloti come Alonso o Hamilton, perché questi fanno molti più sorpassi... ma se Alonso o Hamilton avesse fatto un'intera gara in testa, chi avrebbe avuto occasione di sorpassare? :D Poi che magari non brilli per simpatia e che, rispetto ai primi anni in F1, si dia un po' di arie di troppo, è un discorso che non c'entra più di tanto...

    Per quanto riguarda Alonso e Raikkonen, a mio parere è difficile stabilire a priori chi potrà fare meglio quando saranno compagni di squadra. Ho sempre pensato che Alonso, come pilota, sia leggermente migliore di Raikkonen, ma a mio parere finiranno in linea di massima per equivalersi per due motivi: 1) tra i due, mi sembra che sia Alonso quello che inizia a calare leggermente rispetto ai suoi anni migliori, 2) Raikkonen, con la sua freddezza, è probabilmente quello che riuscirà a gestire meglio la pressione di avere un compagno di squadra competitivo.
     
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3 replies since 23/9/2013, 13:33   170 views
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