Gli autogol di Ferrari e Lotus lanciano la Mercedes verso il 2° posto costruttori

Vigilia di Austin

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    La Ferrari e la Lotus per quasi due mesi, periodo che ha diviso il weekend del GP d'Italia (inizio settembre) dall'inizio di quello indiano (fine ottobre), hanno avuto tutto dalla loro per il discorso che riguardava il tanto agognato secondo posto nella classifica costruttori. Da Monza a Suzuka la Ferrari in quattro gare ha portato a casa 89 punti, la Lotus 76, mentre la Mercedes solamente 52. Poi in India qualcosa è cambiato: è cambiato per esempio il morale di Fernando Alonso, che in Giappone aveva centrato l'unico obiettivo personale possibile in questa stagione (quello di ottenere il record di punti in F1, ma Vettel potrebbe presto superarlo anche in quella classifica) e si è presentato meno agguerrito agli impegni di Nuova Delhi e di Abu Dhabi; è cambiata la situazione di Felipe Massa (a proposito, augurissimi a Pippo per il suo futuro in Williams) che ha precisato che non avrebbe avuto più senso aiutare Alonso nella corsa a un mondiale ormai perso; è cambiata anche la voglia di correre di Kimi Raikkonen, che ha fatto valere i suoi diritti di "lavoratore" dimostrando come per lui lo stipendio non ricevuto sia una questione più importante rispetto alla possibilità di difendere la sua terza posizione nella classifica piloti.

    Non è un caso quindi che, tra i quattro piloti della brigata Ferrari + Lotus, l'unico a brillare nell'ultimo mese sia stato Romain Grosjean: il francese con tre podi e un quarto posto è stato il pilota che ha ottenuto più risultati tra ottobre e novembre, escludendo ovviamente il campionissimo Vettel. 57 i punti portati a casa da Grosjean nelle ultime quattro tappe asiatiche, contro i 43 di Rosberg, i 36 di Webber, i 34 di Kimi, i 30 di Alonso. Ma le prestazioni convincenti di Romain, per altro non ancora ufficialmente riconfermato per il 2014 (!!!), non sono sufficienti per aumentare le quotazioni della Lotus per il prestigioso piazzamento nella classifica marche alle spalle della Red Bull. La scuderia di Enstone si ritrova infatti staccata di ben 37 lunghezze dalla Mercedes a due gare dalla fine e dovrà affrontare gli impegni di Austin e Interlagos senza Raikkonen che pensa già in rosso: 37 punti sono più di due secondi posti (36) e a Grosjean il secondo posto manca dal concitato GP del Canada della scorsa stagione. Basta questo per far capire che per riprendere la Mercedes (che non starà certo a guardare) serve non solo un autentico miracolo sportivo di Grosjean, ma anche del sostituto di Kimi.

    L'identità del sostituto è quella di Heikki Kovalainen, che ha corso con la Renault nel 2007 e con la Lotus-Renault (non questa Lotus, ma l'altra) e che quest'anno ha girato spesso nelle prove libere con la Caterham. Quindi tanti saluti al nostro Davide Valsecchi (campione GP 2012, non uno pescato a caso) che, poveraccio, ha pure pagato di tasca sua per il ruolo di terzo pilota in Lotus e aspettava con ansia un'opportunità in F1 che probabilmente non arriverà mai. Considerando che da Kovalainen non ci aspettiamo i miracoli sportivi sopra citati, la Lotus avrebbe fatto una figura migliore a concedere una chance al suo terzo pilota pagante.

    La Ferrari invece ha compromesso la sua corsa al secondo posto con strategie troppo azzardate o troppo conservative che si sono rivelate un fallimento: a cominciare dall'India quando Alonso ha sacrificato la qualifica (in Q2 se la giocava addirittura con Webber, avrebbe potuto partire in prima o seconda fila) per montare gomme medie all'inizio e un contatto al via lo ha buttato fuori dalla zona punti; per finire con Abu Dhabi quando una scelta differenziata di mescola tra i due piloti ha penalizzato Massa, che fino a quel momento era davanti ad Alonso. Questa scelta è stata molto discussa dentro e fuori dal paddock: Massa ha infatti percorso 18 giri con le morbide nel primo stint e al momento del suo secondo pit stop mancavano 17 giri alla fine, tutto fa pensare che avrebbe potuto farcela ad arrivare alla fine con un altro set di soft e invece gli sono state montate le medie. In molti hanno di conseguenza pensato quindi al complotto ai danni del brasiliano. Da ferrarista, voglio cercare una spiegazione in buona fede che mi permetta di escludere che la Ferrari abbia deciso volutamente di perdere punti nel campionato costruttori solo per agevolare Alonso nei confronti del compagno di squadra: Massa ha detto e ha ragione, di aver gestito magnificamente le gomme soft nel primo stint, ma ha omesso, forse volutamente, di non essere stato capace a fare altrettanto con le medie nel secondo tratto: infatti dalla 26esima alla 38esima tornata (ovvero da quando si è liberato di Sutil fino al pit stop) ha corso con pista libera (alle spalle dei primi quattro che erano imprendibili), ma perdendo constantemente da Alonso che alle sue spalle gli si è riavvicinato. E ricordiamoci che le gomme medie di Alonso erano meno fresche di quelle di Massa, perché le aveva montate due giri prima del brasiliano. Io a questo punto mi aspettavo l'azzardo della sosta unica (per entrambi i piloti), ma non è stato così. La Ferrari ha comunicato ad Alonso di non attaccare Felipe, che andava sensibilmente più lento. Probabilmente il muretto non si è fidato di mettere le soft a Felipe, anche perché avrebbe dovuto sforzarle per compiere dei sorpassi (cosa che non era avvenuta nel primo tratto di gara). O forse semplicemente in Ferrari pensavano che una scelta conservativa avrebbe comunque permesso a Massa di superare Hamilton e Di Resta che avevano rispettivamente pneumatici più vecchi di 9 e 18 giri rispetto a Felipinho!! A quel punto il "capolavoro" di Alonso è stato quello di fare in quei 6 giri con pista libera (38-44) quello che Massa non era riuscito a fare con gomme più fresche nei precedenti 12 giri (26-38): Fernando ha dimostrato di avere un passo sufficiente per allungare il suo stint con le medie a 28 giri, fermandosi per la seconda sosta quando ne mancavano solo 11 alla fine e potendo così montare gomme soft. Anche lì bisogna dire che la Ferrari ha rischiato perché se Alonso in uscita dai box non avesse spinto fino al limite (e oltre) per passare Vergne probabilmente si sarebbe ritrovato di nuovo alle spalle di Massa e lì ne avremmo viste delle belle.

    Questa è stata la nostra visione in buona fede, ma restano ovviamente i dubbi. Perchè Alonso nelle interviste a fine gara non ha più parlato di obiettivi della squadra, ma ha detto di pensare a mantenere il SUO secondo posto tra i piloti. Domenicali invece dice l'esatto contrario. Se si vuole raggiungere un obiettivo comune, sarebbe bene che pilota e squadra iniziassero a mettersi d'accordo. Per due ragioni: la prima è che da domani si corre ad Austin, dove la Mercedes arriva sicuramente favorita sulle inseguitrici, sia perché si correrà con le gomme medie e dure, ovvero quelle con meno degrado e quindi quelle che le monoposto tedesche soffrono di meno, sia perché Hamilton vinse su questa pista lo scorso anno; la seconda ragione è che il prossimo con Alonso ci sarà Raikkonen... brividi di ghiaccio!!!
     
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