Keep calm and watch Champ Car!

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,938
    Reputation
    +2,892

    Status

    Keep calm and watch Champ Car!

    Curiosità e osservazioni random su Formula Cart e Champ Car nell'epoca della scissione CART/IRL




    1996, 1997 e 1998

    Youtube è una miniera d'oro di gare di Formula Cart/ Champ Car. Visto il mio intento di farmi una cultura in tal senso, già parecchio tempo fa avevo iniziato a guardare delle gare degli anni '90. Negli ultimi tempi ho ripreso, a ritmi piuttosto assidui, a guardare delle gare e, di recente, ho visto tutte le gare del 1996, 1997 e 1998. Praticamente ho visto a partire dalle gare post-scissione CART/IRL e ho intenzione di continuare.

    La prima cosa che ho notato è - sorpresa delle sorprese - che su youtube i commenti che vengono fatti alle gare sono cose tipo "una volta sì che la Indycar era spettacolare, non come adesso che è noiosissima". Eh sì, non importa quale serie stai guardando, prima o poi ci sarà sempre qualcuno che tira fuori questo discorso!
    Per come la penso io ho intenzione di continuare a farmi una cultura prima di esprimere il mio punto di vista nel confronto tra tempi passati e tempi presenti; resta comunque il fatto che trovo l'Indycar attuale tutt'altro che noiosa quindi il fascino delle gare del passato non mi porterà a smettere di guardarla.
    Sì, l'ho detto: le gare che ho guardato hanno avuto molto fascino e sono state, in gran parte, piuttosto spettacolari. Purtroppo non si è trattato di un ciclo sempre positivo, ma qui voglio parlare soltanto di cose positive, pertanto stilerò un elenco dei particolari che mi sono rimasti impressi.

    Per chi se lo stesse chiedendo: per trovare queste gare su youtube, basta scrivere cose come "CART 199* season" e vi si aprirà un mondo.
    Sono sempre o quasi con telecronaca americana (talvolta brasiliana), quindi con un bel po' di interruzioni e con divagazioni varie quando c'è la safety car in pista, con tanto di filmati che non c'entrano un tubo con la gara (talvolta piuttosto pittoreschi).

    > Il leader incontrastato dei piloti epici
    Non si può guardare la Formula Cart di quell'epoca senza rendersi conto dell'esistenza di Hiro Matsushita. In realtà è quel soggetto che in gara non si vede (quasi) mai, ma di cui chiunque è consapevole dell'esistenza... un po' il Karthikeyan di turno, quello da prendere velatamente per i fondelli solo perché c'è. A renderlo ancora più pittoresco, il suo soprannome è da oltre vent'anni King Hiro, diminutivo di F*cking Hiro.

    > Le "nuove generazioni"
    Non so se sia stato più commovente vedere Franchitti, Kanaan e Castroneves come debuttanti o vedere Kanaan con folti capelli ricci.

    > I piloti con dubbio gusto in fatto di occhiali
    Innanzi tutto parliamo della questione piloti con gli occhiali: non mi aspettavo che ce ne fossero così tanti (Paul Tracy, Greg Moore, Bobby Rahal, Bryan Herta, Jimmy Vasser, ma potrebbe essermi sfuggito qualcuno dato che alcuni di loro a quanto pare ci vedevano abbastanza decentemente da portarli solo quando guidavano).
    Non so se fosse la moda dell'epoca in fatto di occhiali, ma TUTTI avevano occhiali con enormi lenti tonde, un mix tra Harry Potter e le nonne degli anni '80. Tutti i piloti sopracitati sembrano essersi sottoposti a interventi agli occhi tra il 1997 e il 1998.

    > La gloriosa grafica dei canali brasiliani
    Ho beccato una gara (forse del 1998) così come era stata trasmessa dalla TV brasiliana e, a quanto pare, ciascun canale curava la grafica come gli pareva.
    Sapevo che i brasiliani hanno l'abitudine di chiamare quasi chiunque con il nome di battesimo o con un diminutivo invece che con il cognome, ma non credevo che arrivassero a livelli così deliranti. Ebbene, in quella grafica Castroneves veniva citato come Helinho.

    > Capelli ossigenati Made in Canada
    Per chi fosse convinto che Jacques Villeneuve sia stato il primo pilota canadese a tingersi i capelli di biondo platino... no, non è andata così: Paul Tracy ce li aveva già decolorati nel 1996. Oltretutto ho notato anche che Tracy aveva un po' l'aria da alcolista che trascorre le domeniche pomeriggio a guardare eventi sportivi in TV tracannando litri di birra, ma le apparenze ingannano.

    > Bizzarri incidenti tra compagni di squadra
    A parte il fatto che gli incidenti tra compagni di squadra mi sono sembrati più frequenti di quanto potessi immaginare, uno è stato molto più pittoresco degli altri: alla penultima gara stagionale del 1997 Alex Zanardi matematicamente vincitore del titolo ha speronato il compagno di squadra Jimmy Vasser vincitore della gara durante il giro d'onore, mandandolo in testacoda. Pare che i due avessero scommesso che, se Vasser avesse vinto la gara, avrebbe dovuto andare a sbattere volontariamente dopo avere tagliato il traguardo.

    > La polenta... o quello che era...
    Tipico dei canali americani era decidere che, piuttosto che mostrare certi giri di gara, era più interessante mandare in onda servizi sulle curiosità del paddock. Quello che mi è rimasto maggiormente impresso è stato un servizio in cui venivano mostrati Max Papis e Greg Moore mentre cucinavano qualcosa che somigliava vagamente a della polenta. Il servizio è terminato con i due che si tiravano addosso secchiate d'acqua (non nella cucina).


    [To be continued... con le curiosità delle stagioni successive.]
     
    Top
    .
  2.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Tabagi's father

    Group
    Moderatore
    Posts
    4,099
    Reputation
    +817
    Location
    La Plata

    Status
    Confermo in toto quello che scrivi, visto che ho fortunatamente avuto esperienza televisiva diretta (su Eurosport). Se avete un po' di tempo per vederle, sappiate che sono gare fantastiche, facili da capire e molto movimentate. Non si contano gli errori, le papere ai box, i sorpassi, le rimonte...

    E si, anche gli intermezzi assurdi.

    A livello di spettacolarità secca, quei campionati della Formula Cart li paragono alla stagione '99 di F1 o a quella '00 della Moto GP (miei preferiti in assoluto). O alla prima stagione dell'A1GP (2005-06), che nessuno si ricorda ma che ho guardato dal primo all'ultimo giro.
     
    Top
    .
  3.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,938
    Reputation
    +2,892

    Status
    Beato te che queste gare te le sei viste già all'epoca, io non ero nemmeno al corrente della loro esistenza...

    CITAZIONE
    Non si contano gli errori, le papere ai box, i sorpassi, le rimonte...

    E i piloti che finivano la benzina a tre metri dal traguardo. :woot:

    In questi giorni mi sto guardando la stagione 1999 e anche qui sto già vedendo cose pittoresche. :D
     
    Top
    .
  4.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,938
    Reputation
    +2,892

    Status
    1999, 2000 e 2001

    Sta proseguendo, talvolta non senza destarmi preoccupazione per la gran quantità di gare che sto vedendo, dato che è questa l'occupazione alla quale sto dedicando la maggior parte del mio tempo libero, la visione delle gare di Formula Cart di fine anni '90/inizio anni '00.
    Stavolta sono pronta a parlare delle cose memorabili relative alle stagioni 1999, 2000 e 2001.

    > TORA TORA TORAAAAAAAAAAA!
    Ormai passati i tempi di Hiro Matsushita, al quale ho già dedicato l'opportuno spazio, e dei vari giapponesi random a cui veniva dato un volante solo ed esclusivamente a Motegi, è stata la volta di altri gloriosi(?) esponenti del Sol Levante. Nel 1999 ci sono stati addirittura due "omonimi" non imparentati tra loro: Naoki Hattori, uno che lo si era già visto (prevalentemente nelle prequalifiche) intorno al 1990 in Formula 1, e Shigeaki Hattori, uno a cui a metà stagione fu revocata la licenza perché ritenuto incapace di tenere una vettura in pista... che successivamente andò a correre nella Indycar Racing League!
    Poi è stata la volta di un certo Takuya Kurosawa che all'esordio nel 2000 fece anche qualche giro da leader tra un pitstop e l'altro, prima di sparire nel dimenticatoio; il tutto corredato dalla presenza di Shinji Nakano e del più pittoresco di tutti, che più di ogni altro si faceva notare: Tora Takagi. Di solito la ragione per cui si faceva notare era che era finito contro un muro o contro un'altra vettura. Una volta ha mandato tre volte in una sola gara fuori qualcuno nella stessa curva, smettendola solo perché al terzo tentativo è finito fuori anche lui. Una volta invece è arrivato quarto... e nessuno se l'è filato!

    > Juan Pablo Montoya
    Sì, lo so, è forse esagerato inserire un singolo pilota tra i dettagli degni di nota di un periodo, ma nei due anni in cui Montoya è stato in Formula Cart (1999 e 2000) si è fatto notare parecchio, nel 1999 vincendo il titolo, nel 2000 vincendo con un motore Toyota dopo secoli che non accadeva... ah, a quanto pare anche all'epoca e dall'altra parte dell'oceano i motori giapponesi sembravano essere più utili per fare una grigliata piuttosto che per gareggiare.
    Il 2000 di Montoya non fu eccezionale, ogni tre per due la macchina lo lasciava a piedi. Lui, però, si sbizzarriva. A Fontana 2000 si mostrò un eccellente gufatore: in una gara in cui c'erano rimaste in pista qualcosa come sette(?) vetture (una delle quali era quella di Tarso Marques - sì, proprio lui!), si sbizzarrì a fare, al microfono dell'intervistatore, un pronostico, secondo cui testualmente, se avesse dovuto scommettere dei soldi sul vincitore della gara avrebbe puntato su Castroneves. Per ben un minuto e 17 secondi la gara del brasiliano proseguì nel senso giusto, poi fece un gran botto contro un muro. Credo che i piloti siano preoccupati che un giorno, quando si ritirerà, JPM decida di fare il telecronista.

    > Green for the crash!
    Non poteva passare inosservato il team Green, il cui fondatore si chiamava Green di cognome ma che in ogni caso tra l'altro aveva vetture verdi. I piloti erano Dario Franchitti e Paul Tracy e tutto sommato il team non era messo male... quando i due non andavano l'uno addosso all'altro. Era già accaduto un paio di volte anche nel 1998(?), ma non hanno perso l'abitudine nemmeno in seguito.
    Oh, e alla fine del 2000, Tracy che all'ultima gara era ancora in lotta per il titolo anziché i soliti capelli platinati sfoggiava un nuovo colore, qualcosa come verde chiaro brillante, che anziché dargli la semplice aria da alcolista che passa le domeniche pomeriggio sdraiato sul divano a guardare eventi sportivi tracannando litri di birra, lo faceva somigliare vagamente a un alieno (sì, certo, chiaramente un alieno alcolista che passa le domeniche pomeriggio sdraiato sul divano a guardare eventi sportivi tracannando litri di birra, per chi avesse dei dubbi).

    > La grande capacità(?) dei brasiliani nel controllare le proprie emozioni
    La gente che un tempo criticava Barrichello per le poche lacrime versate sul podio in qualche occasione, evidentemente non sa che cosa succedeva dall'altra parte dell'oceano, non ha mai visto l'intervista post-gara di Gil De Ferran quando vinse il titolo nel 2000, o quelle di Roberto Moreno e Cristiano da Matta dopo le vittorie... e soprattutto a quanto pare non è nemmeno lontanamente al corrente dell'esistenza di Helio Castroneves, che in occasioni di vittorie, podi, ritiri o eventi occasionali vari, aveva generalmente l'abitudine di scoppiare a piangere all'improvviso e del tutto inaspettatamente e senza preavviso (anche se, conoscendo il soggetto, dire "inaspettatamente" forse è un po' troppo).
    L'unico brasiliano che ho visto mantenere l'autocontrollo in caso di vittoria è stato forse Christian Fittipaldi (uomo perseguitato dalla iella, tra parentesi: si sarà infortunato non so quante volte in pochi anni), che in compenso ogni volta in cui aveva un incidente con un'altra vettura passava una dozzina di minuti a inveire contro il malcapitato di turno.

    > Un nuovo trend in fatto di occhiali
    Kenny Brack portava gli occhiali sotto al casco e i suoi occhiali non erano tondi con lenti enormi.
    Mai viste inquadrature in cui avesse gli occhiali sotto al casco, ma esistono foto che ritraggono Patrick Carpentier con gli occhiali da vista.

    > Il momento di gloria della gente uscita dal nulla
    Oh sì, una volta, mentre ci si avvicinava alla metà del 2001, Memo Gidley, pilota mezzo messicano e mezzo statunitense che si era già visto negli anni precedenti, sempre ammesso che qualcuno si fosse sforzato di notarlo, andò vicino a vincere una gara. I primi venti giri però li aveva sofferti stando in seconda posizione alle spalle di un tale Max Wilson, pilota mezzo tedesco e mezzo brasiliano, esordiente che nessuno aveva mai notato, a meno di non soffermarsi a leggere chi fosse l'ultimo in classifica, la cui gara fu così strutturata: venti giri da leader, trenta giri da secondo, poi venti posizioni perse per i casini altrui girando a vuoto per la pitlane per schivare una vettura finita in testacoda proprio davanti alla piazzola in cui avrebbe dovuto fermarsi, senza che nessuno lo rivedesse più, se non quando alla fine, da doppiato, stava in mezzo al duello per la vittoria tra Franchitti e Gidley. Gidley arrivò secondo. Sono davvero dispiaciuta che nessuno dei due piloti "usciti dal nulla" abbia mai conquistato una vittoria in Champ Car.

    > Driven
    Ho visto lo sponsor del film "Driven" su una vettura e in un circuito e un telecronista una volta, commentò che sembrava "una scena di Driven" un incidente alquanto pittoresco in cui Bryan Herta, già vittima di un "tentativo di decapitazione" qualche anno prima, si vide volare per di sopra un'altra vettura, tra l'altro guidata dall'appena citato Max Wilson. Sorpresa delle sorprese, per la prima volta nel corso della stagione qualcuno si è degnato di intervistarlo e ho provato un colpo al cuore: pensavo che non si potesse contemporaneamente somigliare a Felipe Massa e parlare anche con lo stesso accento, invece ho scoperto che si può. Sono ancora più dispiaciuta che non abbia mai conquistato una vittoria.


    [To be continued... con le curiosità delle stagioni successive.]
     
    Top
    .
  5.     +2   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    User
    Posts
    8,757
    Reputation
    +971

    Status
    Io ho cominciato oggi dalla stagione 1996 con la prima gara a Miami, vinta da Vasser.
    Devo dire che mi è piaciuta parecchio (ho visto solo le ultime stagioni prima, non sono molto informato su quelle precedenti), mi sa che oggi, se ho tempo, mi guardo anche la seconda.
     
    Top
    .
  6.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,938
    Reputation
    +2,892

    Status
    Ottima decisione, Great! :woot: :woot: :woot: :woot: :woot:
    Finalmente qualcun altro attratto dalla gloria della Formula Cart!

    A proposito di Vasser, se non sbaglio in un'occasione, non ricordo in quale stagione, ho visto una sua inquadratura con un paio di occhiali che, per i canoni dell'epoca, erano piuttosto belli (non gli occhiali che portava sotto al casco). E il suo accento mi piace un sacco! *-*
     
    Top
    .
  7.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,938
    Reputation
    +2,892

    Status
    2002, 2003 e 2004

    Le cose cambiano in fretta... o meglio, nel corso di anni, che però mi sto vedendo in tempi brevi, vivendole tutte in una volta.
    Nel 2002 e nel 2003 i team (compreso il team Green di cui ho già parlato, protagonista nel 2002 di un altro incidente tra compagni di squadra) iniziavano a sparire, destinazione IRL, e nel 2004 improvvisamente la serie non si chiamava più CART, ma semplicemente Champ Car. La cosa deve avere a che vedere con società fallite e riciclate con un altro nome o qualcosa del genere.
    Il mio scopo, comunque, non è parlare di questioni politico-economiche, bensì quello di celebrare i momenti pittoreschi del periodo in questione.

    > La sfiga epica di Jimmy Vasser
    Passato vincitore di un titolo al volante di una vettura rossa, la vittoria di quel titolo è l'unica cosa che lo differenzia da Felipe Massa.
    Più il tempo passava e più le sue gare erano un susseguirsi delle peripezie più strane.

    > I mondiali di calcio e i brasiliani
    Nell'estate del 2002 sia Christian Fittipaldi sia Cristiano Da Matta a un certo punto sfoderarono delle acconciature chiaramente ispirate a quelle di qualche calciatore. Entrambi avevano la testa parzialmente rasata, ma non sopra.

    > Occhiali, atto terzo
    In un momento imprecisato del 2002(?) ho notato Adrian Fernandez che indossava un paio di occhiali sotto al casco.
    Poi sì, nel 2003 è arrivato un certo pilota francese con l'aria da scolaretto (Boorday, cit. telecronisti anglofoni), icona ufficiale dei piloti che portano gli occhiali sotto al casco.
    A proposito, il suddetto scolaretto francese, dopo avere ottenuto la prima vittoria, offrì una cena a un sacco di gente tra cui telecronisti e reporter, dopo la quale venne buttato in piscina completamente vestito e con gli occhiali indosso.

    > Mario Dominguez
    La prima volta che ho notato quel pilota è stato dopo un ritiro dopo al quale ha avuto la brillante idea di abbandonare il luogo dell'incidente passando al di sotto di una rete dietro alla quale c'erano degli spettatori. Nel momento post-ritiro, invece di sbraitare, si è fermato su richiesta di due bambini e si è fatto fare una foto insieme a loro.
    Non è tutto: questo glorioso pilota ha avuto il suo momento d'oro a Surfer Paradise 2003, in una gara in cui, sotto il diluvio, al via ha fatto strike centrando diverse vetture che si erano già incidentate le une con le altre. Ripartito con la vettura di riserva, in una gara disputata quasi interamente dietro la safety car per via della pioggia battente, per questioni di timing azzeccato si è ritrovato in testa alla fine della gara. Epica la comunicazione via radio subito dopo l'esposizione della bandiera a scacchi. Roba del tipo: "ma questo cosa significa, che ho vinto la gara?"
    Nessuno pare avere recepito molto bene la sua prima vittoria, tanto che ci sono state polemiche relative al fatto che abbia festeggiato troppo nonostante "avesse vinto per cu*o e non per merito rendendo la gara falsata".
    Festeggiato troppo? Noooooo... uno che quando è giunto terzo nella gara di casa a Città del Messico l'anno successivo ha passato almeno cinque minuti a fare burnout sventolando una bandiera messicana nel frattempo deve essere uno che vive perennemente in un clima da festino brasiliano. Prima di quell'occasione aveva ottenuto comunque anche la sua seconda vittoria in carriera... molto simpatico l'intervistatore, che gli ha chiesto di fatto, come si sentisse ad avere appena vinto una gara "per merito e non per cu*o".

    > Un diciassettenne in Champ Car
    Tale Nelson Philippe, ha debuttato in Champ Car nel 2004 un paio di mesi prima di compiere diciotto anni.

    > Meglio tardi che mai!
    Per chi negli anni precedenti si fosse sforzato di guardare cosa accadeva nelle ultime file (a parte la presenza di chicane mobili o di giapponesi che combinavano disastri), esisteva la possibilità di essersi resi conto dell'esistenza di un certo Michel Jourdain Jr (sì, questo è figlio di un ex pilota, ma considerando la brevità della pagina wikipedia dedicata al padre anche Michel Jr deve essere stato considerato "uno che si chiama junior senza che nessuno sappia esattamente di chi è figlio").
    Ebbene, costui finalmente nel 2004 ha ottenuto ben due vittorie (una in più di Alex Tagliani... sì, anche quello nel 2004 ha ottenuto finalmente una vittoria riuscendo nella memorabile impresa di andare a sbattere mentre celebrava facendo burnout, ma la mia soddisfazione è stata soltanto a metà, dato che ha vinto battendo un certo Rodolfo Lavin, pittoresco abbastanza per meritarsi a sua volta la vittoria)!

    > MINARDI POWAAAAAAAAAAA!
    Nel 2004 si sono visti in pista due fenomeni dell'epoca della Minardi: Alex Yoong e Gaston Mazzacane. Si sono alternati al volante dello stesso team.

    > AJ Allmendinger travestito da formaggio
    Tra le curiosità del paddock, nel 2004 ci è stato mostrato questo povero sfigato (non mi viene in mente una definizione migliore per uno costretto a mostrarsi in TV conciato a quel modo) che teneva in testa un cappello enorme fatto come una fetta di emmental.
    L'inviata che si occupava del servizio era la moglie (alquanto gnocca) di Tagliani.


    [To be continued... con le curiosità delle stagioni successive.]
     
    Top
    .
  8.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Tabagi's father

    Group
    Moderatore
    Posts
    4,099
    Reputation
    +817
    Location
    La Plata

    Status
    CITAZIONE (Milly Sunshine @ 7/10/2015, 01:58) 
    [size=7][font=Times]2002, 2003 e 2004

    > MINARDI POWAAAAAAAAAAA!
    Nel 2004 si sono visti in pista due fenomeni dell'epoca della Minardi: Alex Yoong e Gaston Mazzacane. Si sono alternati al volante dello stesso team.

    :wub:
     
    Top
    .
  9.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,938
    Reputation
    +2,892

    Status
    La cosa meritava di essere menzionata. :D
     
    Top
    .
  10.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,938
    Reputation
    +2,892

    Status

    2005, 2006 e 2007

    Tutte le belle storie finiscono ed è finita anche quella della Champ Car, ma non perdiamoci d'animo perché è tempo di celebrare in bellezza le ultime stagioni di questa gloriosa serie, in cui ci sono stati meno piloti con gli occhiali sotto al casco (a parte uno, il Grande Guru dei piloti con gli occhiali) ma molti fatti piuttosto interessanti da rievocare, taluni dei quali potrebbero essere etichettati sotto la gloriosa dicitura di "storielle strappalacrime". Su quale sia il mio momento preferito in assoluto ho molti dubbi, se devo essere sincera, ma credo che il migliore evento di queste stagioni sia stato quello dei piccioni di Toronto.

    > La pioggia e gli ex piloti di Formula 1
    Il fatto che si corresse su circuiti cittadini o permanenti rendeva possibile correre con la pioggia.
    Se qualche ex pilota di Formula 1 dopo la gara/ dopo il ritiro faceva commenti sul fatto che la visibilità era scarsa, i telecronisti erano sempre sorpresi: ma come, anche i piloti di Formula 1 hanno difficoltà con la pioggia?

    > Gli sponsor epici
    Ho letto sponsor epici sulle vetture: roba del tipo "Sunny Bar-B-Q" (gli albori del bimbominchiese...) o "a bird and a beer".
    Il mio preferito era "cow", ma dopo due stagioni mi sono resa conto che in realtà ero io che leggevo male e c'era scritto "CDW" e mi sono sentita alquanto delusa.

    > La madre stacanovista di Sebastien Bourdais
    Dopo una prima stagione in cui ha ottenuto varie vittorie, dalla seconda in poi lo scolaretto ha deciso di fare sul serio, iniziando a vincere campionati a ripetizione.
    Non ricordo in occasione di quale vittoria dei suoi titoli (forse quella del 2004, ma pazienza, non l'ho raccontata nello scorso post quindi posso farlo qui), sua madre non era presente. Quel giorno, non si sa bene dove perché non abbiamo avuto delucidazioni su dove vivesse, era a lavorare... e, no, purtroppo non abbiamo avuto delucidazioni nemmeno su quale professione svolgesse.

    > La vittoria sfiorata di Timo Glock
    Una volta Glock si è trovato in testa a un gran premio... era più o meno la fine del 2005. Commise l'errore di tagliare la strada un paio di volte a Servià che gli stava dietro e tentava di superarlo, con il risultato di essere costretto a cedergli la posizione. Poi sì, va beh, non ho capito perché a certi piloti fosse concesso sorpassare portandosi dietro anche pezzi di vetture altrui senza che nessuno battesse ciglio, mentre Glock non abbia nemmeno potuto tentare di difendersi da un sorpasso, ma soprassediamo...

    > Gli azionisti di Justin Wilson
    Grazie al fatto che è stato ripetuto innumerevoli volte in telecronaca, ho scoperto un modo interessante per auto-finanziarsi la carriera: aprire una società per azioni e raccogliere soldi da azionisti random che sentono il desiderio impellente di investire qualche migliaio di sterline sulla carriera di un pilota. Non ho capito con esattezza come funzionasse la cosa, però devo ammettere che in generale la finanza mi affascina e sono rimasta affascinata da questa storiella.
    Dubbio esistenziale: dato che stiamo parlando di un ex pilota di Formula 1, Mazzoni non era al corrente di tutto ciò? Sarò sincera, la cosa mi delude profondamente.

    > I piccioni di Toronto
    Correva l'anno 2006 e, nel bel mezzo del gran premio, due piccioni se ne stavano lì tranquilli a zampettare sulla pista per guardarsi da vicino il passaggio delle vetture, in particolare quella di Paul Tracy (di cui parlerò approfonditamente tra poco) che ha fatto uno scarto di lato verso un muretto per non investirli (guadagnandosi la carica di vincitore onorario, nonostante abbia concluso quella gara in seconda posizione - che, per i suoi standard del periodo, era un risultato di un certo livello).

    > Gli sconcertanti effetti dell'erba canadese
    Non so se, dopo la sua vittoria del titolo datata 2003, Tracy abbia deciso di intraprendere una carriera alternativa di allevatore di gatti neri, cosa a cui potrei anche credere, vista la quantità innumerevole di muretti e vetture, in particolare guidate da Bourdais, da lui centrate negli anni a venire. Purtroppo gli mancano tombini e paletti, ma non si può avere tutto dalla vita. In compenso è anche stato centrato diverse volte, in particolare da Bourdais.
    Mentre la sua chioma mutava nel tempo, passando dallo stile Villeneuve biondo platino alla rasatura in stile omino del Mastro Lindo, per poi passare alla cresta biondo platino con stempiatura naturale intorno, anche lui mutava nel tempo secondo i telecronisti, diventando più "politically correct". In pista, però, diventava sempre più il Montoya della situazione, più precisamente il Montoya versione Formula 1 2006.
    All'ultima gara del 2005 è stato descritto come il "pilota più scorretto in pista" da Allmendiger, il che non sarebbe stato nemmeno troppo grave, se Tracy non avesse supportato la carriera di Allmendiger fin da quando era bambino (storiella ripetuta a ogni soffio di vento in telecronaca).
    Nella seconda parte del 2006 (poco dopo l'episodio dei piccioni), comunque, ha dato il meglio di sé, catalizzando l'attenzione su di lui dopo essere stato protagonista di una rissa post-incidente col connazionale Tagliani. Tale evento è stato l'argomento portante del gran premio successivo, in cui tra una cosa e l'altra Tracy è finito in testacoda alla prima curva (provocando indirettamente, tra le risate dei telecronisti, il ritiro di Tagliani che è andato a sbattere per schivarlo). Dopo avere fatto una gara piuttosto decente, è finito fuori all'ultima curva andando addosso a Bourdais mentre erano secondo e terzo: rissa sfiorata anche con Bourdais.
    Al gran premio successivo, in cui i fatti accaduti di recente erano di nuovo l'argomento portante del gran premio, il pubblico ha iniziato a fischiare contro di lui non appena si è fatto vedere... e lui come risposta si è messo a fare linguacce e pernacchie (diventando immediatamente il mio "problematic fav" preferito). Poi tanto per non farsi mancare niente, ha partecipato alla drivers parade indossando una maschera da wrestler in tinta con i colori della tuta e una bandiera del Quebec come mantello. Il mantello lo indossava anche quando, dopo avere concluso la gara al terzo posto, è salito sul podio.
    Successivamente sembra essere improvvisamente rinsavito, il che non gli impedisce di tenere tuttora, come foto del proprio profilo twitter, una foto di se stesso con maschera e mantello.

    > Il pescatore errante
    A un certo punto della stagione, Tristan Gommendy ha partecipato a un gran premio mentre era piuttosto acciaccato. La ragione? Si era infortunato alla schiena... mentre stava pescando insieme ad alcuni membri del proprio team (team di proprietà di Jimmy Vasser, peraltro). Stando a quanto raccontato in telecronaca, avrebbe anche rischiato di attaccare all'amo uno di loro. Della serie, gente che farebbe meglio a cambiare hobby...

    > Minardi team USA
    C'era un Minardi Team USA. Uno dei titolari era Paul Stoddart. Non solo: c'era anche Keith Wiggins, quello della Pacific. E uno dei piloti era Robert Doornbos, che ha vinto una gara proprio nel giorno del compleanno di Wiggins, gara in cui secondo è arrivato il suo grande amico (tra enormi virgolette) Bourdais che durante la gara si è lamentato via radio del fatto che Doornbos gli tagliava la strada, con commenti simil-"you have to leave the space", invocando una penalità mai arrivata. Dopo la fine della gara Sebastien ha continuato a sostenere di essere stato ostacolato senza parlare d'altro nelle interviste post-gara e sul podio si è rifiutato di stringere la mano a Doornbos. I due sono stati protagonisti di un incidente sotto la pioggia nel successivo gran premio, dopo il quale i commenti di Bourdais sono stati molto più diplomatici di quanto mi aspettassi.
    Curiosità su Robert Doornbos: si chiama Robert esattamente come suo padre!

    > Le superstizioni di Will Power
    Di solito i piloti scaramantici adottano strategie tipo non cambiarsi le mutande o tenersi un portafortuna nel taschino della tuta... Power no, pare che durante i weekend di gara non si radesse mai la barba. Oh, e una volta, per scaramanzia, ha rimandato a casa il padre e il fratello venuti ad assistere alla gara.

    > Bruno Junqueira e Katherine Legge travestiti da lottatori di sumo
    Non so che senso avesse quel siparietto, ma Bruno ne ha approfittato per dare un bacio su una guancia a Katherine nelle scene finali... Katherine, quella che, quando finiva fuori pista insieme a qualcuno, nessuno le sbraitava contro, ma generalmente andavano a vedere se provvidenzialmente aveva bisogno di aiuto a scendere dalla macchina.
     
    Top
    .
  11.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,938
    Reputation
    +2,892

    Status

    Keep calm and watch Indy Racing League!

    Curiosità e osservazioni random sulla IRL nell'epoca della scissione CART/IRL




    1996, 1997, 1998 e 1999

    Vi chiederete che cosa ho fatto nel mio tempo libero dopo essermi messa in pari con la Champ Car. Ebbene, mi sono messa in pari con la sua diretta concorrente, mettendoci meno tempo perché diverse gare le avevo viste e perché ce ne sono state di meno.
    Penso che sia sempre giusto accrescere il proprio patrimonio culturale e che il miglior modo per arricchirsi culturalmente sia guardare la stessa cosa da due prospettive: le prospettive si chiamano appunto CART e IRL ed erano state felicemente insieme almeno fino al giorno in cui hanno iniziato a litigare tra di loro e hanno deciso di dividersi in due campionati.
    Una delle questioni su cui litigavano era l’uso del nome “indycar”. Nessuna dei due, è risultato, poteva usarlo, quindi la CART ha smesso di chiamarsi Indycar e la IRL si chiamava semplicemente Indy Racing League... ed era pittoresca, dannatamente pittoresca, perché... mhm... davvero devo spiegare il perché in due righe? No, meglio di no, non c’è niente di meglio che farlo con un bel resoconto degli anni più pittoreschi di tutti: gli anni ’90.
    Piccola premessa: dato che spesso le gare venivano trasmesse incomplete o mancanti di grafica, è plausibile che ci sia qualche nome trascritto male.

    > Un po' di soggetti di un certo livello
    A parte che per creare un campionato alternativo da qualche parte bisognerà anche andare a pescare i piloti, penso che ci siano dei soggetti che avrebbero potuto passare tranquillamente inosservati, ma... no, non è andata così! I miei occhi sono caduti su di loro, perché mi sono sembrati soggetti pittoreschi.
    - Brad Murphy: nel servizio pre-Indy 500 del 1996 lo si è visto vestito da cowboy... in realtà è l'unico momento in cui lo si è visto, perché non è chiaro che fine abbia fatto dopo. Ho letto il suo nome tra i ritirati in un paio di occasioni successivo, se non sbaglio.
    - Racin Gardner (nome completo Slick Racin Gardner, come suo padre): niente, questo non ha fatto nulla per cui valga la pena di essere ricordato, se non chiamarsi Giardiniere Che Gareggia (e avere come nome completo qualcosa che suona come Giardiniere Che Gareggia Con Le Slick) e per questa ragione vedersi dedicato un servizio. Ho provato a googlarlo e a cercarlo sul motore di ricerca di yahoo scoprendo che: si è ritirato dalle competizioni alla fine degli anni '90 e successivamente ha fatto lo stuntman per il cinema e la TV, nel 2012 è stato arrestato per non essersi fermato a un posto di blocco della polizia (su un altro sito c'è scritto peraltro che era già stato arrestato anche nel 2011 per furto), si fa chiamare col secondo nome per distinguersi dal padre, pare che il padre abbia avuto problemi con la legge all'epoca in cui era proprietario di un ranch che gli è stato confiscato per maltrattamento su dei cavalli o qualcosa del genere.
    - Jack Miller: anche questo nessuno l'avrebbe notato... se non fosse che era un dentista che aveva deciso di investire tutti i suoi soldi sulla realizzazione del suo sogno d'infanzia di diventare pilota. Trovo molto inquietante il fatto che la grafica e i telecronisti lo chiamassero Dr Jack Miller e che così fosse definito anche sulla fiancata della sua macchina. Successivamente immagino che sia tornato a fare il dentista e, per il bene dei suoi pazienti, spero che fosse meglio come dentista che come pilota.

    > Johnny, figlio di Johnnie
    In questo periodo militava nella IRL tale Johnny Parsons con la -Y, figlio di Johnnie Parsons con la -IE (il cui nome è però scritto erroneamente "Johnny" nel trofeo con i vincitori della 500 miglia di Indianapolis), talvolta chiamato Johnny Parsons junior dai telecronisti.
    La cosa che mi ha colpito di più di Johnnie Junior è un'inquadratura in cui portava un paio di occhiali da vista.

    > Piloti che si chiamano Junior senza che nessuno sappia di chi sono figli
    A parte Michel Jourdain Jr di cui ho già parlato nel resoconto della CART, c'era anche un certo John Paul Jr. Nel 1999(?) poi è arrivato anche un certo John Hollansworth Jr (la cui pagina Wikipedia non dice essenzialmente nulla, se non che non è mai stato al comando di un giro di una gara di indycar).
    ...Oh, dimenticavo: quello che noi conosciamo come Eddie Cheever, di là dall'oceano lo chiamavano Eddie Cheever Junior.
    A proposito di Eddie Cheever, quando ormai aveva già quarant'anni suonati un telecronista lo definì "young man" e non con ironia.

    > La "Sindrome di Maikol"
    Con questa dicitura mi riferisco ormai da molto tempo all'abitudine di pronunciare alla cazzum i nomi di piloti non inglesi... dicitura non del tutto casuale, derivante dal modo in cui veniva continuamente appellato un certo ex pluricampione del mondo di Formula 1.
    ...E non era l'unico, perché nella IRL ne ho sentite delle belle!
    - Michel Jourdain Jr è stato definito in una telecronaca del 1996 come "MAIKOL Jourdain";
    - [WARNING: ciò che state per leggere potrebbe far insorgere in voi il desiderio di sbattere la testa contro uno spigolo, quindi assicuratevi di non avere spigoli vicino alla testa] ho sentito un telecronista del 1996 chiamare "Maikol" anche Michele Alboreto.

    > Oh, è finito il campionato... e... oh, ci sono due piloti in cima alla classifica!
    Il lunghissimo(?) campionato del 1996, durato ben tre gare e terminato a Indy alla fine di maggio, è finito con due piloti in testa alla classifica, uno dei quali non aveva mai vinto una gara (anche perché non poteva averne avuto il tempo materiale).
    Guess what? Buzz Calkins (vincitore della gara inaugurale) e Scott Sharp (quello che non aveva vinto) risultano vincitori del titolo a pari merito.
    Bonus: il sistema di punteggio prevedeva che i punti conquistati in ogni gara venissero moltiplicati per il numero di gare disputate dal pilota in quella stagione.

    > Il campionato finisce a maggio... anzi, no, a ottobre dell'anno prossimo
    Quando le cose iniziano male non possono fare altro che migliorare... o forse no! Nel 1996 era stato deciso che il campionato iniziasse in estate e finisse con la Indy 500 dell'anno successivo, poi, però, quando il campionato 1996/1997 era già iniziato è stato deciso che era meglio di no, quindi parte di quello che doveva essere l'inizio del campionato 1997/1998 è divenuto parte del campionato 1996/1997.
    Mi chiedo come facessero i team e i piloti a orientarsi e la gente a prendere la IRL sul serio, ma direi che possiamo soprassedere.

    > La vittoria di Billy Boat... anzi, no!
    Nel 1997 questo sventurato pilota sembrava avere vinto una gara, ma in realtà si è ritrovato vittima di un caso tipo Raikkonen/Fisichella a Interlagos 2003, con la sola differenza che non era stata esposta bandiera rossa ma che la gara era finita regolarmente. Su come fosse umanamente possibile avere dei dubbi sul vincitore, sinceramente non ci ho capito nulla, anche perché è stato dedicato più spazio alla rissa in stile NASCAR avvenuta in victory lane tra A.J. Foyt, titolare del team vincitore (ma che in realtà non aveva vinto) e Arie Luyendik (poi proclamato vincitore) che per qualche ragione riteneva più sensato andare a protestare con Foyt piuttosto che con i commissari.
    Insomma, per intenderci, è un po' come se a Interlagos 2003, mentre in McLaren festeggiavano la "vittoria" di Raikkonen, fosse arrivato Fisichella e si fosse messo a sbraitare contro tutto il team.

    > Nomi pittoreschi
    Nel 1998 ha debuttato nella IRL un tale J.J. Yeley che ricordo di avere visto gareggiare in NASCAR all’epoca in cui mi ero messa a seguire la NASCAR.
    Per che cosa stanno le iniziali J.J.? Mhm... dunque, facendo un accurato controllo, ho scoperto che in realtà questo tizio si chiama Christopher Beltram Hernandez Yeley, ma è stato soprannominato Jimmy Jack Yeley, perché Jimmy è il nome di suo padre e Jack è il nome di un amico di famiglia.

    > Safety car poweeeeeeeeeeerrrrrr!
    Nel 1999 un tale Tyce Carlson è stato coinvolto in un incidente di un certo livello, urtando la safety car che si è sollevata da terra con due ruote e che, con un po' più di spinta, avrebbe addirittura rischiato di cappottare.

    > Il senso dell'orientamento di Mark Dismore
    Alla fine del 1999 Mark Dismore ha vinto l'ultima gara stagionale (unica vittoria in carriera, peraltro) con un giro di vantaggio sul secondo e due giri sul terzo.
    Tutto sarebbe andato per il meglio, se al momento di andare in victory lane fosse stato in grado di imboccare la corsia giusta.
    Poi sì, sarebbe andata meglio anche se non gli avessero piazzato un microfono davanti alla bocca iniziando a fargli domande mentre piangeva come una fontana, ma evidentemente prenderlo per i fondelli perché non sapeva da che parte andare era piuttosto urgente.

    > Occhialiiiiiiiiii!
    Non solo Johnny Parsons Junior portava gli occhiali da vista, ma anche un certo Joe Gosek. Non ho visto inquadrature dove ce li avessero sotto al casco, ma non lo escludo.
    Invece alla Indy 500 del 1997 c'erano ben quattro piloti con gli occhiali qualificati tutti vicini: Mark Dismore, Billy Roe, Marco Greco e Sam Schmidt, tutti inquadrati mentre indossavano gli occhiali sotto al casco.
    Ho visto anche Kenny Brack con gli occhiali indosso sotto al casco, in altre occasioni. Una volta durante una lunghissima sosta ai box dopo un contatto, è stato inquadrato prima con gli occhiali e poi mentre era fermo doveva esserseli tolti.
    All'ultima gara stagionale del 1999, poi, è arrivata Sarah Fisher, che all'epoca portava gli occhiali (pare essersi operata di lì a poco, con risultati poco duraturi peraltro vista la sua giovane età).
    Nessuno portava occhiali propriamente definibili in stile Harry Potter/nonna degli anni '80. Per intenderci: in fatto di occhiali i piloti della IRL avevano un gusto migliore dei piloti della CART.


    [To be continued... con le curiosità delle stagioni successive.]
     
    Top
    .
  12.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Tabagi's father

    Group
    Moderatore
    Posts
    4,099
    Reputation
    +817
    Location
    La Plata

    Status
    Il Dottor Jack Miller è un mio personale idolo da sempre :wub:
     
    Top
    .
  13.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,938
    Reputation
    +2,892

    Status
    Ora anche il mio. u.u
    Però non vorrei essere una sua paziente. XD
     
    Top
    .
  14.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,938
    Reputation
    +2,892

    Status
    2000, 2001, 2002 e 2003

    Ciò che più salta all'occhio del quadriennio 2000-2003 è un notevole cambiamento, in atto tra il 2002 e il 2003: fino al 2002 era un'epoca in cui spesso e volentieri le gare non erano trasmesse in diretta, a meno che non servissero per promuovere la Indy 500, le interviste post-gara erano spesso inesistenti e talvolta addirittura mancava la grafica; dal 2003 in poi, quando ormai gran parte dei team della CART erano passati in IRL, evidentemente le reti americane si sono rese conto che la IRL era un campionato serio e in quanto tale era degno di essere presa in considerazione.

    > TORA TORA TORAAAAHHHHHH!
    E' come al solito opportuno menzionare i gloriosi esponenti del Sol Levante che si sono visti al volante, perché oltre a Tora Takagi (i cui risultati, peraltro, sono stati migliori di quanto mi aspettassi) c'è un mondo... un mondo di cui fa parte anche Shinehaki Hattori, l'omonimo di Naoki cacciato via a calci dalla Formula Cart perché ritenuto incapace di mantenere una vettura in pista, che si è riciclato nella Indycar Racing League e tra parentesi, a un certo punto del 2002 si è anche ritrovato in testa a una gara che poi ha concluso in sesta posizione. Non è finita qui: ha fatto sporadiche apparizioni anche Shinji Nakano.
    Poi c'era Roger Yasukawa, che nonostante il cognome, gli occhi a mandorla e le gare dall'esito non sempre tranquillo è un cittadino degli States e in quanto tale meno interessante............ eppure sentiremo parlare di lui in un secondo momento perché si è rivelato la personificazione dell'epicità.

    > Quelli che si chiamano Junior ma non si sa di chi sono figli
    Non c'era più solo Eddie Cheever Junior, ma anche Sam Hornish Junior.
    Poi è arrivato Castroneves che si chiama Helio come il padre ma che fortunatamente non si chiama Junior.
    La conclusione a cui sono giunta è che molti piloti di Indycar sono figli di gente con pochissima fantasia in fatto di nomi.
    Altra conclusione, strettamente legata alla prima, è che deve essere problematico vivere in una famiglia in cui quando ti rivolgi a qualcuno chiamandolo per nome tutti gli altri membri della famiglia si girano verso di te pensando che tu abbia interpellato proprio loro.

    > "We're like the Winston Cup"
    Scott Goodyear, divenuto telecronista dopo la sua carriera di pilota, all'epoca della sua carriera di pilota si è rivelato un buontempone durante un'intervista avvenuta durante un rain delay che si è protratto piuttosto a lungo... paragonando quella gara a una gara di NASCAR!

    > I pescatori della domenica
    Un certo Stephane Gregoire, intorno al 2000(?), è stato protagonista di un siparietto trasmesso così, a casaccio, nel bel mezzo di una gara. Tale siparietto immortalava lui e il team manager del team per cui correva mentre pescavano su una barca. Al termine della giornata avevano pescato appena un pesce.

    > L'influenza di Buddy Lazier
    In occasione di una vittoria, Buddy (cos'ha fatto di male alla nascita per meritarsi che i suoi genitori gli mettessero un nome del genere?) ha dichiarato nell'intervista post-gara (una delle poche interviste post-gara che non sono state tagliate) di essere malato quel giorno. Anche sua moglie e il resto della famiglia (un figlio, credo) erano malati, quindi non c'erano.
    Nella stessa gara suo fratello Jacques è arrivato terzo... andandosi a schiantare a muro all'ultimo giro, peraltro. A proposito di Jacques, un paio di gare dopo ha ottenuto la sua unica vittoria.

    > Jacques pit, Jacques pit, Jaques pit!! [CIT.]
    In un'occasione nel 2002 è accaduto che Jacques Lazier rimanesse in pista mentre cercavano di richiamarlo ai box prima che finisse la benzina. Probabilmente non gli funzionava la radio, dato che hanno tenuto un comizio per cinque minuti buoni, al quale non ha risposto, ed è stato inutile tentare di esporgli enormi cartelli con scritto di fermarsi. In ogni caso è andata a finire bene: è rientrato prima di finire la benzina e tra parentesi ha chiuso la gara in seconda posizione.

    > Interviste da what the fuck
    Fortunatamente con l'avvicinarsi della Indy 500 le telecronache di qualche gara erano telecronache in grande stile. Per fortuna almeno in quelle occasioni qualche siparietto pittoresco lo si è visto. In un'occasione, agli albori del 2002, sono andate in onda interviste a vari piloti, con Helio Castroneves nel ruolo di intervistatore (ruolo che in realtà non mi sembra si addica più di tanto a uno che vive in un clima di festino brasiliano perenne e che ha un tono di voce eccitato anche nel dire cose banali). Anziché rispondergli, Al Unser Jr gli ha chiesto, testualmente: "perché mi stai intervistando?".
    Un anno più tardi, quando i siparietti erano molto più frequenti, sempre in tema di gente che vive in un perenne clima da festino brasiliano, Tony Kanaan è stato mandato a intervistare dei fan chiedendogli chi fosse il loro pilota preferito. Risposte che ha ottenuto: "sicuramente non tu", "tu, anche se sei il pilota più brutto" e, da parte di un tipo senza maglia che sembrava essersi appena fumato parecchie canne, "il mio pilota di Indycar preferito? non ne ho idea", detto come se non avesse la più pallida idea di cosa fosse la Indycar. Oh, dimenticavo: ha intervistato anche Al Unser Jr, che ha dichiarato che Kanaan è il suo pilota preferito!

    > Paul Tracy for the win!... anzi, no!
    Incredibile ma vero, Paul Tracy, di cui ho già abbondantemente parlato nei post sulla CART, è riuscito a far parlare di sé anche nella IRL, nell'unica occasione in cui vi ha preso parte (in tale arco di tempo: dopo la fine della Champ Car lo si è rivisto sporadicamente, ma questo è un altro discorso). Si tratta della Indy 500 del 2002, in cui è capitato un bel po' di casino all'ultimo giro.
    Castroneves era in testa, ma stava finendo la benzina. Tracy era subito dietro di lui e si apprestava a sorpassarlo. Due vetture nelle retrovie si sono toccate, finendo a muro. Risultato: a nessuno era chiaro se le bandiere gialle fossero state esposte prima che Tracy superasse Castroneves o dopo. Pare che le bandiere gialle siano state esposte in ritardo e che questo abbia confuso le idee a tutti, in primis al direttore di gara, che ha probabilmente ha perso il conto dei punti conquistati nella partita di briscola che doveva avere appena terminato. E' risultato che Castroneves ha vinto e che Tracy e il suo team hanno alzato un polverone di polemiche.
    Quale sia l'identità dei due disgraziati che sono finiti a muro l'ultimo giro sembra non importare a nessuno (nell'improbabile caso in cui vi interessi, erano Laurent Redon e Jacques Lazier)...

    > Il team Green
    Avevo già menzionato ai tempi dei resoconti sulla Formula Cart un certo team Green, di proprietà di un certo Mr Green.
    Nel 2003, in concomitanza con il passaggio in Indycar, tale team Green è stato comprato da Michael Andretti e altro non è che l'attuale team Andretti.

    > Il nido di serpenti leopardati
    Vogliamo parlare del design del casco di Tony Renna, che ho individuato a metà stagione 2002 grazie a un onboard? Dunque, era una sorta di ghirigoro astratto che sembrava un mix tra un groviglio di serpenti e una fantasia leopardata. OH MY IRVINE!

    > Soprannomi alla cazzum
    Nel 2002 il nipote di A.J. Foyt, tale A.J. Foyt IV (ma un nome più normale non glielo potevano mettere? seriamente parlando, di quali sostanze abusavano i genitori dei piloti prima di scegliere i nomi da appioppare ai figli?), correva in una serie minore della IRL alla quale sporadicamente venivano destinati siparietti, che si vedevano con maggiore frequenza appunto quando c'era da parlare dei suoi risultati.
    Un giorno in cui A.J. IV aveva vinto una gara di questa fantomatica serie minore, ecco che nella IRL, dopo una serie di circostanze fortuite, un tizio che correva per il team Foyt, tale Arden Dare, ha conquistato un'inaspettata vittoria. L'intervistatore ha osservato qualcosa del tipo: "Tu potresti cambiare il tuo nome in A.J. Foyt V", al che Dare ha replicato: "Perché no, il mio secondo nome è Anthony." Sì, per chi se lo stesse chiedendo, la A. di A.J. sta per Anthony.

    > Thomas Scheckter for the win!!!!!!!!
    Sapevo che se avessi atteso pazientemente prima o poi sarebbe giunto il momento di una storiella davvero strappalacrime... e non sono stata smentita nemmeno in questa occasione!
    Correva l'anno 2002 e Scheckter vestiva i colori del team Cheever-Redbull, di proprietà di Eddie Cheever che era anche il suo compagno di squadra. In gara venivano inquadrati di continuo, perché erano spesso nelle prime posizioni e altrettanto spesso stampati contro qualche muro, generalmente proprio quando erano stati tra le prime posizioni.
    Scheckter era ormai in rotta con il team, che minacciava di metterlo a piedi se avesse trasformato nuovamente una macchina in un rottame e, a due terzi di stagione, il team ha ingaggiato Buddy Rice al posto suo (poi un giorno qualcuno mi dovrà spiegare perché di là dall'oceano c'è chi mette a dei poveri bambini innocenti nomi tipo Buddy)... però appigliandosi a qualche clausola contrattuale Scheckter è riuscito a continuare a tenere il cu*o appoggiato sul sedile e il team ha schierato anche una terza vettura per Budino di Riso.
    Esito della gara: Scheckter e Rice sono partiti in prima e seconda posizione, Cheever è andato a sbattere e Scheckter e Rice si sono giocati la vittoria, che è andata a Scheckter nonostante pare che il team gli avesse appioppato i pezzi peggiori.
    Happy ending? Niente affatto, perché di lì a un paio di settimane sembra avere lasciato il team nel bel mezzo del weekend.

    > Il talento(?) canoro di Felipe Giaffone
    Purtroppo non siamo stati deliziati dal sentirlo cantare, ma in un'occasione la rete che trasmetteva le gare di Indycar ha stabilito che fosse più interessante fare un breve siparietto dei suoi fatti privati invece di continuare a mostrare le scene di gara; siparietto nel corso del quale abbiamo scoperto che ha conosciuto la moglie in un locale di karaoke e che l'ha conquistata dedicandole una canzone.
    Sfortunatamente i telecronisti americani sembravano del tutto ignari di un dettaglio di un certo livello: Giaffone è cugino di primo grado della moglie di Barrichello. O forse devo insinuare che i telecronisti non fossero al corrente dell'esistenza di Barrichello? In realtà è anche cugino dell’ex pilota della IRL Alfonso Giaffone, ma anche questo non è stato ritenuto importante.
    Tra parentesi: Felipe Giaffone ha avuto l'onore di vincere una gara nel corso del 2002. Sfortunatamente per lui quella gara è ricordata non per la sua vittoria ma perché, per la prima volta nella storia della Indycar, una donna (Sarah Fisher) ha conquistato una pole position.

    > Il talento(?) culinario di Gil De Ferran
    Eh sì, non tutti passano il loro tempo a conquistare donne cantando, c'è anche chi ama cucinare ai pranzi di famiglia. Anche in questo caso è necessario fare siparietti appositi.
    Nella stessa gara, nel corso di un altro siparietto apposito, eravamo stati informati che il piatto preferito di Helio Castroneves è il sushi.

    > Nippon-nerd!
    Rieccoci a Yasukawa, che aveva un grossissimo problema: non se lo filavano mai. Poi una volta ho visto un'intervista che mi ha fatto vedere la luce: Roger Yasukawa era un degno esponente dei piloti di Indycar con gli occhiali. Non solo: quando mi sono fondata su Google Images ho trovato anche foto in cui indossa gli occhiali sotto al casco. E' così che un pilota "meno interessante dei giapponesi autentici" si è tramutato in eroe.
    Non ho adocchiato altri piloti con gli occhiali nel quadriennio 2000-2003, ma viste le rare inquadrature, non escludo che potesse essercene qualcuno.

    > Quelli che si sa di chi sono nipoti, ma non si sa di chi sono figli
    Io mi chiedo, com'è umanamente possibile appioppare a un bambino il nome di A.J. Foyt IV? Tra l'altro non è ben chiaro quali siano i gradi di parentela tra un A.J. e l'altro, l'unico conosciuto è il nonno A.J. Foyt, senza che si sappia minimamente chi sono il secondo e il terzo...
    Io mi chiedo, peraltro, come sia umanamente possibile, se A. e J. sono le iniziali di due nomi, che questo tizio non abbia mai avuto la brillante idea di usare uno dei due per esteso, invece di farsi chiamare a quel modo.
    Piccolo dettaglio random: A.J. Foyt IV è stato il più giovane pilota a prendere parte alla Indy 500, e quelle che attribuiscono questa carica a Marco Andretti o a Sarah Fisher sono solo leggende metropolitane.

    > Sarah Fisher
    E' la donna più giovane ad avere gareggiato a Indianapolis, è stata la prima donna a conquistare un podio nella IRL e la prima donna a conquistare una pole position.
    A 19 anni si è sottoposta a un intervento al laser per la miopia, come ho già scritto. In qualche momento del suo passato (e del suo futuro, avremmo scoperto) è plausibile che abbia portato gli occhiali sotto al casco.
    All'inizio della sua carriera nella IRL aveva un gatto bianco che è stato mostrato un breve siparietto in cui studiava (si era iscritta alla facoltà di ingegneria meccanica e, se la sua carriera non fosse proseguita, aveva intenzione di continuare gli studi), andava al supermercato e faceva le pulizie. Nonostante il cognome, pare che nel tempo libero, diversamente da altri suoi colleghi già menzionati, non andasse a pescare.
    All'inizio della sua carriera, coinvolta in un incidente con Elizeo Salazar, lui l'ha definita nell'intervista post-incidente come incapace di guidare in Indycar. Un anno più tardi, il giorno in cui lei ha ottenuto il primo podio, l'ha fatto superando proprio Salazar nelle fasi conclusive della gara, il che è epicità allo stato puro. Il team principal di Salazar si è messo a sbraitare contro di lui via radio perché si era fatto superare da una ragazza, il che incrementa il livello di epicità!

    > L'armadio di Dan Wheldon
    Abbiamo capito che i debuttanti non avevano verso di sfuggire ai siparietti sulla loro vita privata. Un paio d'anni dopo l'invasione in casa Fisher c'è stata anche l'invasione in casa Wheldon, dove Dan ha mostrato il proprio armadio, organizzatissimo e grande come una stanza, in cui sosteneva tra l'altro che teneva tutte le scarpe nelle loro scatole originali.
    Fuori da casa è stato immortalato mentre faceva shopping e mentre gironzolava in un negozio di CD.

    > La partita di softball
    Una volta nel 2003 i piloti di Indycar hanno preso parte a una partita di softball (mi è sembrata roba tipo il baseball, dato che avevano in mano una mazza e la usavano per colpire una palla) di beneficenza contro i piloti di non so quale sotto-categoria della NASCAR. C'era gente che festeggiava il risultato abbracciandosi e buttandosi per terra e c'era Castroneves che in campo indossava un paio di occhiali da sole.
    A proposito di quest'ultimo in un'altra occasione lui e il compagno di squadra De Ferran sono stati invitati a non so quale evento da parte di una squadra di softball e sono stati protagonisti di un siparietto in cui De Ferran agitava una mazza mentre Castroneves faceva un numero da giocoliere con delle palle.

    > Festini brasiliani for the win... che poi, "for the win", parliamone...
    Correva l'anno 2003 e la stagione si apprestava a finire: Helio Castroneves era in testa alla classifica alla vigilia dell'ultima gara, Scott Dixon seguiva a pari punti ma con meno risultati, Tony Kanaan era terzo a pochi punti, dopodiché seguiva Sam Hornish infine quinto in classifica Gil De Ferran staccato di un abisso ma ancora matematicamente in lotta per il titolo. Ovviamente l'occasione era impeccabile per fare numerosi scatti fotografici accanto a un enorme trofeo. Peccato che Castroneves e Kanaan, i due maggiori esponenti dei brio festaiolo della Indycar, si siano messi in pose da photobomber per tutta la durata del servizio... in gara, invece, si sono presi a ruotate, consegnando il titolo a Dixon. Nell'intervista post-gara Castroneves non sembrava minimamente turbato da tutto ciò e anzi, sembrava di tutto tranne che uno che aveva appena perso il titolo.


    [To be continued... con le curiosità delle stagioni successive.]
     
    Top
    .
  15.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Tabagi's father

    Group
    Moderatore
    Posts
    4,099
    Reputation
    +817
    Location
    La Plata

    Status
    CITAZIONE
    > Soprannomi alla cazzum
    Nel 2002 il nipote di A.J. Foyt, tale A.J. Foyt IV (ma un nome più normale non glielo potevano mettere? seriamente parlando, di quali sostanze abusavano i genitori dei piloti prima di scegliere i nomi da appioppare ai figli?), correva in una serie minore della IRL alla quale sporadicamente venivano destinati siparietti, che si vedevano con maggiore frequenza appunto quando c'era da parlare dei suoi risultati.
    Un giorno in cui A.J. IV aveva vinto una gara di questa fantomatica serie minore, ecco che nella IRL, dopo una serie di circostanze fortuite, un tizio che correva per il team Foyt, tale Arden Dare, ha conquistato un'inaspettata vittoria. L'intervistatore ha osservato qualcosa del tipo: "Tu potresti cambiare il tuo nome in A.J. Foyt V", al che Dare ha replicato: "Perché no, il mio secondo nome è Anthony." Sì, per chi se lo stesse chiedendo, la A. di A.J. sta per Anthony.

    Trattasi in realtà di Airton Daré, brasiliano, per altro rookie of the year nel 2000

    CITAZIONE
    > La partita di softball
    Una volta nel 2003 i piloti di Indycar hanno preso parte a una partita di softball (mi è sembrata roba tipo il baseball, dato che avevano in mano una mazza e la usavano per colpire una palla) di beneficenza contro i piloti di non so quale sotto-categoria della NASCAR. C'era gente che festeggiava il risultato abbracciandosi e buttandosi per terra e c'era Castroneves che in campo indossava un paio di occhiali da sole.

    Il softball è una variante del baseball, con campo più piccolo, durata inferiore, pesi diversi su mazze e palle e regole sui lanci differenti


    ***

    Il fatto è che negli States i piloti sono scritturati per contratto a fare siparietti e questo crea empatia. In F1 stanno cominciando solo ora a rendersene conto, mentre in MotoGP le fanno da tempo ma senza esagerare.
     
    Top
    .
26 replies since 16/9/2015, 02:04   190 views
  Share  
.