Webber-Vettel, l’incidente fa ancora discutere

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  1. Frederickrace95
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    La Red Bull si è lavata i panni sporchi in casa. Vettel e Webber si sono seduti di fronte al team manager, Christian Horner e si sono chiariti dopo quell’incidente in Turchia. Sicuramente si saranno rimpallati accuse a responsabilità. Ma alla fine è emerso il quadro di un team che l’incidente ha coeso invece che dividere. Pare che il primo ad avanzare un gesto di pace sia stato Webber, che ha ribadito che la squadra deve restare unita, che l’incidente non doveva essere motivo per litigare.

    Webber vive un momento particolarmente “elettrico”. Il suo contratto con la Red Bull è in scadenza, tanto che a marzo dopo l’inizio deludente del mondiale già si parlava di una sua sostituzione nel 2011 con Raikkonen. Poi quando nessuno se l’aspettava ha infilato la striscia di pole e vittorie consecutive creando paradossalmente un problema invece che un vantaggio alla squadra. Perché ha finito per mettere in ombra e ridimensionare il gioiellino Vettel su cui il team un po’ per motivi pubblicitari e d’immagine puntava per il mondiale. Alla Red Bull fa comodo che il mondiale lo vinca Vettel, non Webber; perché Sebastian è giovane, è di lingua tedesca come la squadra, è un personaggio emergente e carismatico. Ma non può favorirlo smaccatamente. Per questo, paradossalmente nell’incidente, quando sembrava che la colpa apparente fosse di Vettel finito addosso all’incolpevole Webber, la squadra intera - a partire da Horner e per finire con Helmut Marko - ha criticato il comportamento di Webber invece che quello di Vettel. Salvo poi fare marcia indietro qualche giorno dopo dividendo in parti eguali fra entrambi la responsabilità come fosse un incidente stradale.

    Ma intanto su quell’incidente sono nate polemiche e speculazioni e si sono sprecati i giudizi. Per Ross Brawn la colpa, più che dei piloti, pare esser stata del muretto box incapace di gestire con disposizioni di squadra chiare il duello fra i due. «Quando due piloti sono liberi di lottare si aspettano un attacco. Invece chi era davanti secondo me non si attendeva l’attacco del proprio compagno di squadra», ha detto Brawn.
    Secondo il direttore tecnico della Mercedes GP il pilota che era davanti si credeva convinto che il compagno alle spalle non l’avrebbe attaccato; mentre il pilota che inseguiva si considerava autorizzato a poterci provare. In pratica Ross Brawn, pur non dicendolo apertamente, ha fatto capire che la colpa di quell’incidente non fosse tutta dei piloti, ma gran parte della responsabilità andava ascritta al team manager e al muretto box colpevoli di non aver dato ordini abbastanza chiari.

    Secondo Mike Gascoyne, invece, d.t. della Lotus ed ex Toyota e Force India, la colpa di quella collisione era più di Webber che di Vettel. «Sebastian gli era ormai arrivato di fianco e quel punto Webber avrebbe dovuto dargli strada. Non concedergli spazio come ha fatto Webber poteva andar bene se l’avversario fosse stata una McLaren, ma non quando è il tuo compagno di squadra».
    Però Gascoyne aggiunge: «Se è vero che avevano però detto a Webber di risparmiare benzina (che significa rallentare, ndr), se la squadra vuol essere corretta e non favorire nessuno avrebbe dovuto dirlo a entrambi i piloti, non a uno solo…». Come dire che è stata sbagliata la gestione dei box. O che si voleva smaccatamente favorire Vettel.

    A riprova di questo Webber avrebbe ammesso pochi giorni fa di aver chiesto al team via radio di dire a Vettel di stargli più distante e non appiccicato dietro le spalle. E la squadra non l’avrebbe accontentato perché c’era la McLaren che incalzava. Nuovi indizi che fanno pensare che la Red Bull tifava per quel sorpasso…







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0 replies since 10/6/2010, 21:27   120 views
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