INDYCAR: Houston

Stagione 2013, #15

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    Indycar, Houston: Dixon vince e riapre il campionato

    La prima gara del weekend di Houston è andata in archivio con la perentoria vittoria di Scott Dixon che ha preceduto sul traguardo Simona de Silvestro e Justin Wilson, in una gara segnata da numerose neutralizzazioni per incidenti e guasti meccanici. Dixon è stato, assieme a Will Power, l’autentico dominatore della gara e, una volta che il suo rivale è sprofondato a centro gruppo per un errore tattico del muretto Penske, non ha avuto problemi a conquistare la sua quarta vittoria stagionale, con la quale si avvicina moltissimo a Castroneves in cima alla classifica del campionato; la gara del pilota brasiliano, già protagonista di una brutta qualifica, è stata rovinata da un problema al cambio che gli ha fatto perdere ben nove giri per le riparazioni; a seguito di ciò, Castroneves ha completato la corsa solamente in 18ª posizione.

    Oltre a Castroneves, che con la gara di oggi ha visto evaporare il suo margine di vantaggio su Dixon, i grandi sconfitti di giornata sono sicuramente Will Power e Luca Filippi. Il pilota di Roger Penske aveva preso la testa della gara dopo una manciata di giri, approfittando del pit stop di Takuma Sato, costretto ai box per sostituire la gomma posteriore destra che si era forata passando sopra ai detriti dell’incidente avvenuto al via tra Hinchcliffe, rimasto fermo in griglia, ed Ed Carpenter. Durante l’intero primo stint di gara Power e Dixon sono rimasti vicinissimi tra loro, anche se il neozelandese non ha mai tentato un vero attacco nei confronti del rivale. La svolta c’è stata in occasione del primo pit stop, quando Dixon ha anticipato di un giro la sosta riuscendo a sorpassare Power.

    Dietro a loro, nel frattempo, si era messo in evidenza Luca Filippi. Il pilota italiano, dopo aver sofferto un pò nei giri successivi alla prima ripartenza, è venuto fuori alla fine della prima parte di gara durante la quale ha saputo conservare le gomme meglio degli altri piloti; così il pilota piemontese, che dopo la ripartenza era scivolato ai margini della top ten, dopo il primo pit stop si è ritrovato addirittura in quarta posizione, salvo poi salire in terza dopo un gran sorpasso ai danni di Simon Pagenaud al termine del secondo periodo di neutralizzazione della gara, causato da un testacoda di Franchitti. Anche Bourdais, partito da centro gruppo per la penalizzazione dovuta alla sostituzione del motore, è stato autore di una gara simile a quella del pilota di Bryan Herta e a metà gara si è trovato in quarta posizione.

    Al 64° giro è avvenuto l’episodio clou della gara: Oriol Servia si è improvvisamente fermato all’uscita della curva 4, probabilmente a causa di un guasto elettrico, la pace car è subito entrata in pista e la pit lane è stata chiusa; Scott Dixon è stato il pilota che ha tratto il maggior vantaggio da questa situazione, visto che aveva effettuato la sua ultima sosta nel giro precedente all’arresto di Servia, e come lui si sono avvantaggiati tutti quelli che avevano già fatto la seconda sosta; chi invece non era ancora rientrato ai box ha dovuto effettuare l’ultima sosta senza poter godere del vantaggio accumulato nel frattempo sugli avversari trovandosi così un handicap teorico di 25-30 secondi nei confronti di chi si era già fermato, e tra questi c’erano Power, Filippi e Bourdais.

    Alla riapertura della pit lane sono rientrati ai box tutti quelli che dovevano ancora rifornire per l’ultima volta ad eccezione di Power e Filippi, nel frattempo risaliti in prima e seconda posizione. I due hanno tentato una strategia disperata per cercare di guadagnare sul resto del gruppo quei secondi che avrebbero, se non annullato, quanto meno ammortizzato lo svantaggio dovuto al precedente ingresso della pace car. Evidentemente però nè per Power nè per Filippi era giornata, visto che il loro tentativo di fuga si è spezzato contro la quarta neutralizzazione della giornata, provocata dall’incidente di Takuma Sato; i due sono stati costretti a rientrare ai box, sprofondando in fondo al gruppo.

    Gli ultimi 15 giri hanno visto ben poco agonismo, se si eccettuano alcuni sorpassi di Filippi che in pochi giri è riuscito a effettuare 3 sorpassi ai danni di Andretti, Power e Kimball: prima un lungo di Castroneves ha congelato le posizioni per una manciata di giri, poi Mike Conway ha commesso un errore a 4 giri dalla fine, obbligando il direttore di gara a mandare in pista per l’ultima volta la pace car, che è rimasta in pista fino all’ultimo giro.

    Scott Dixon ha così vinto la prima gara del weekend di Houston davanti a Simona de Silvestro, Justin Wilson, Simon Pagenaud e Josef Newgarden. Luca Filippi, che per gran parte della gara sembrava essere destinato a concludere sul podio, ha dovuto accontentarsi della decima posizione, mentre Will Power non è riuscito a far meglio della dodicesima.

    In campionato Castroneves conserva la testa con 513 punti, ma vede assottigliarsi a soli 8 punti il suo vantaggio su Dixon, che ora è a 505; rimane terzo Pagenaud, che sale a quota 463 punti, seguito da Andretti (447), Hunter-Reay (437), Wilson (428), Franchitti (403) e Power (391).

    L’appuntamento con la Indycar è per la giornata di domenica, in cui si svolgeranno la seconda sessione di qualifiche e la seconda gara del weekend.

    1 Scott Dixon Chip Ganassi Racing 90 giri in 01:54:48.3924
    2 Simona de Silvestro KV Racing Technology + 0.8781
    3 Justin Wilson Dale Coyne Racing + 2.1432
    4 Simon Pagenaud Schmidt Peterson Hamilton + 3.5492
    5 Josef Newgarden Sarah Fisher Hartman Racing + 4.2293
    6 James Jakes Rahal Letterman Lanigan Racing + 5.4614
    7 Graham Rahal Rahal Letterman Lanigan Racing + 6.0983
    8 Sebastien Bourdais Dragon Racing + 6.8946
    9 EJ Viso Andretti Autosport + 8.1873
    10 Luca Filippi Barracuda Racing + 9.3052
    11 Charlie Kimball Chip Ganassi Racing + 9.9622
    12 Will Power Team Penske + 10.6455
    13 Marco Andretti Andretti Autosport + 11.1431
    14 Sebastian Saavedra Dragon Racing a 1 giro
    15 Dario Franchitti Chip Ganassi Racing a 1 giro
    Rit. Mike Conway Dale Coyne Racing a 5 giri
    Rit. Takuma Sato AJ Foyt Enterprises a 8 giri
    18 Helio Castroneves Team Penske a 10 giri
    Rit. Oriol Servia Panther Racing a 27 giri
    Rit. Ryan Hunter-Reay Andretti Autosport a 33 giri
    21 Tony Kanaan KV Racing Technology a 56 giri
    22 Tristan Vautier Schmidt Peterson Hamilton a 58 giri
    23 Ed Carpenter Ed Carpenter Racing a 60 giri
    Rit. James Hinchcliffe Andretti Autosport a 90 giri


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    Power trionfa a Houston, brutto incidente per Franchitti



    Power è tornato alla vittoria nella seconda gara della doubleheader di Houston, ma a far notizia è il botto che all’ultimo giro ha coinvolto Dario Franchitti, che si è toccato con Sato ed è andato a finire contro le reti di protezione che separano il tracciato dal pubblico. Il giapponese del team Foyt ha perso leggermente la linea molto probabilmente a causa dei ‘marbles’ e dietro Franchitti lo ha toccato finendo la sua corsa contro le reti. Le protezioni alle ruote posteriori volute dalla IndyCar non hanno svolto il loro lavoro e le due ruote si sono toccate creando il celebre effetto catapulta. Coinvolto anche Viso che seguiva i due toccando l’auto fuori controllo di Sato e persino quindici spettatori che assistevano alla gara nella vicina tribuna.



    Tutto OK per il pilota scozzese che ha fatto vivere attimi di paura a tutti, ma fortunatamente è stato vigile sin dai primi attimi in cui sono arrivati i tempestivi soccorsi, mentre Chip in persona si recava in scooter sul posto dell’incidente per sincerarsi delle condizioni del suo pilota. Usciti per fortuna illesi sia Sato e Viso. Soccorsi anche gli spettatori feriti, due di loro sono stati portati in ospedale per precauzione ma sono fuori pericolo. Coinvolto anche un commissario di percorso anch’egli in ospedale.

    1381091825Tornando alla gara Power ha duellato per tutti i 90 giri della corsa con il contendente al titolo Dixon, superato dall’australiano al restart durante il 40esimo giro, mentre il leader di campionato Castroneves (partito dalla pole) era di nuovo fermo ai box come in gara 1 con problemi al cambio, forse troppo sollecitato dai continui bumps del Reliant Park Speedway. La crew del team Penske ha lavorato sodo per riparare al danno e l’ex-leader di campionato è potuto ripartire dopo 28 giri di sosta per salvare il salvabile. Ora ad un round dalla fine è Dixon al comando in campionato e per Castroneves la strada è tutta in salita, considerando che il brasiliano ha praticamente mantenuto la leadership del campionato per la sua intera durata.

    Dopo la cocente delusione di ieri James Hinchcliffe torna sul podio conquistando un rinfrancante terzo posto davanti al solito e solido Justin Wilson che si è messo dietro la coppia francese formata dall’arrembante Bourdais e da Pagenaud. Nonostante un drive-trough per guida scorretta (sorpasso avventato su Rahal e Vautier finiti entrambi a muro) Simona de Silvestro ha concluso decima approfittando della carambola finale, mentre Luca Filippi è partito penultimo (griglia in base alla classifica generale per pioggia) ed è riuscito a risalire fino alla dodicesima piazza prima di infilarsi ingenuamente contro le barriere esterne perdendo due preziosissimi giri.

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    Pare che Franchitti abbia riportato alcune fratture alle vertebre, ma niente di veramente grave.
     
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    Avevano messo le protezioni dietro dall' inizio del 2012, in Indycar, proprio per evitare i voli. Adesso spero intervengano un po' sui tracciati...
    Fortuna che nessuno si sia fatto nulla, però il fatto che Franchitti sia riuscito a volare anche con quelle protezioni mi ha sconcertato.
    Quelle reti a bordo pista sono pericolose per piloti, commissari e spettatori. E' lì che si deve lavorare, oppure sui circuiti; non sulle vetture, secondo me.
     
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    Anca e vertebre fratturate e commozione cerebrale per Franchitti, ma non ha bisogno di intervento.
    Miracolato è dir poco..
     
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    Team: Sono vecchio ormai

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    Somiglia molto all' incidente di Jeff Krosnoff, del 1996, meno fortunato di Franchitti. Comunque credo lo abbia salvato il fatto che l' abitacolo abbia comunque resistito abbastanza bene... Di solito la macchina in questi casi si può spaccare, o addirittura polverizzare...
     
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    CITAZIONE (Gio Vanni-Carpentier 24° @ 7/10/2013, 17:50) 
    Quelle reti a bordo pista sono pericolose per piloti, commissari e spettatori. E' lì che si deve lavorare, oppure sui circuiti; non sulle vetture, secondo me.

    Condivido in pieno.
     
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    CITAZIONE (Gio Vanni-Carpentier 24° @ 7/10/2013, 18:01) 
    Somiglia molto all' incidente di Jeff Krosnoff, del 1996, meno fortunato di Franchitti.

    Mamma mia, veramente... Per fortuna che la Dallara ha fatto macchine che tengono bene gli urti! Il problema dei dispositivi anti-decollo è che non evitano del tutto i decolli (purtroppo).
     
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7 replies since 6/10/2013, 16:30   55 views
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