Indycar 2015

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    JPMwin

    Montoya ruba la scena a Power

    Juan Pablo Montoya torna alla vittoria fuori da un ovale e si aggiudica il season opener dell’IndyCar Series 2015 sulle strade di St.Petersburg. il colombiano ha colto la leadership all’ultimo pit-stop, effettuato un giro prima di WiIl Power, coadiuvato in maniera eccellente dalla crew Penske.



    Fino a quel momento l’australiano, campione in carica della serie, era stato leader incontrastato, cedendo una manciata di giri ai compagni di squadra Helio Castroneves e Simon Pagenaud e a Jack Hawksworth, complice una tattica asincrona rispetto ai leader, frutto di un contatto nelle primissime fasi di gara.

    Dopodichè Montoya ha condotto magistralmente, evitando anche la sfortuna, sotto forma di un tamponamento a 11 giri dalla fine da parte di Power, che alla fine terminerà a circa 1”.

    Ma è stata soprattutto la gara del Team Penske. Uno strapotere evidente, che solo un Tony Kanaan ii limiti della perfezione è riuscito a spezzare, conquistando il gradino più basso del podio. Completano infatti la top five Helio Castroneves e Simon Pagenaud, col francese che riesce nel finale ad avere la meglio sul connazionale Sebastien Bourdais.

    Primo delle vetture Honda l’ultimo vincitore della Indy 500, Ryan Hunter-Reay. Peccato un errore alla partenza, sennò forse avrebbe potuto giocarsela con i primi. La strategia del team Foyt premia Jack Hawskworth con l’ottava posizione davanti ad un Luca Filippi che riesce a capitalizzare una gara quanto mai attenta e giudiziosa. I due hanno rimontato complessivamente 23 posizioni rispetto alla griglia di partenza. Completa la top ten Marco Andretti.

    Altri grandi protagonisti della gara i detriti. Come ampiamente ipotizzato i nuovi aerokit, ancora disponibili in limitata quantità per le squadre, hanno reso frammentaria una gara altrimenti bellissima ed avvincente. Il kit Chevy si è dimostrato più performante, anche senza alcuni particolari, come possono ben testimoniare Filippi, Newgarden e Pagenaud, a lungo senza uno o entrambi i candelabri anteriori. Al contrario in Honda dovranno pensare non solo alla resistenza al contatto delle nuove strutture aerodinamiche, ma forse addirittura a rivedere la loro progettazione, dato che in diversi casi è parso che pezzi di flap anteriori si siano staccati senza apparente motivo.

    Bene anche Stefano Coletti, solo P20 al traguardo, ma a lungo nella top ten, dietro la rientrante Simona de Silvestro, che nelle prime fasi è stata centrata dal compagno di squadra Carlos Munoz per poi carambolare a sua volta sull’incolpevole James Jakes.

    Sfortuna nera invece per Scott Dixon, quindicesimo, ma vittima di un quanto mai raro problema all’avviatore pneumatico.

    Unici due ritirati della gara, le due vetture del team di Dale Coyne di Carlos Huertas e del nostro Francesco Dracone.

    Prossimo appuntamento con l’IndyCar Series fra due settimane al NOLA Motorsports Park, dove debutteranno le monoposto più veloci del pianeta.

    Fonte: Stop&Go

    Edited by Pilotimotori - 18/3/2016, 01:06
     
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    La mia convinzione che se Montoya fosse rimasto di là dall'oceano avrebbe passato gli ultimi 15 anni a spaccare il culo a tutti si fa sempre più forte...
     
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    04-12-Hinchcliffe-Wins-NOLA-Std

    Hinchcliffe mago della pioggia grazie al box SPM



    La gara contro il maltempo del primo Indy Grand Prix of Louisiana è terminata in un pareggio, nel senso che, seppur la gara si sia tenuta in quel di Avondale, il meteo non ha consentito un regolare svolgimento, falsando i valori in campo.

    Dopo la cancellazione del warm-up, gli organizzatori avevano deciso di modificare l’orario di inizio della gara, per poi ritornare sui loro passi e dare il via all’orario concordato inizialmente.

    Allo start – ricordiamo che la griglia era stata ricavata dalla classifica generale, dopo la cancellazione delle qualifiche di sabato – su pista umida, Juan Pablo Montoya era lesto a scattare dalla pole sui compagni di squadra Will Power ed Helio Castroneves. Tony Kanaan invece perdeva un paio di posizioni a vantaggio di Simon Pagenaud e Sebastien Bourdais.

    Kanaan decideva di anticipare il pit-stop per passare alle slick, così come il nostro Luca Filippi, P8, e la maggior parte dei major contender. Chi era risalito alla grande era invece Gabby Chaves, da 17mo a 7mo nel lasso di 13 giri. Ma dal lap 16 terminava la gara regolare, con ben 6 caution e altrettante sole tornate in regime di green flag fino al termine della durata massima prevista, un’ora e 45 minuti.

    Il momento decisivo della gara al giro 33, con i migliori a rifornire per la seconda volta in regime di caution. James Hinchcliffe, in quel momento P9, è fra i pochi a rischiare una sola sosta, riuscendo a portare a casa la vittoria senza doversi fermare ulteriormente grazie a questa strategia azzardata dal box di Sam Schmidt. Dietro di lui transitavano Carlos Huertas, in seguito entrato per rifornire con pitlane chiusa e pertanto anche penalizzato, Helio Castroneves, Tony Kanaan, James Jakes e Simona de Silvestro.

    La pilotessa del Team Andretti aveva in seguito la meglio su Kanaan, che nelle ultime fasi di gara scivolava addirittura in sesta posizione, sopravanzato anche dal rimontante Juan Pablo Montoya. Nelle immediate retrovie, dietro Will Power settimo, un contatto multiplo toglieva infine di mezzo in un colpo solo Ryan Hunter-Reay, Sebastien Bourdais e Simon Pagenaud, regalando la top ten a Graham Rahal, Josef Newgarden e al nostro Luca Filippi, al secondo arrivo su due gare nei primi dieci. Ritirato invece l’altro nostro portacolori, Francesco Dracone, intorno a metà gara, allorquando stava occupando la 16ma posizione.

    In classifica, Montoya conduce ora con 10 punti di vantaggio sul compagno di squadra Castroneves.

    Ovviamente la variabile del maltempo in Louisiana nel mese di aprile dovrà essere tenuta in dovuta considerazione nella redazione della schedule del prossimo anno, anche perchè non ci si può non domandare a cosa può essere servito un simile weekend. Sul tema si è espresso con fermezza Mario Andretti via social, affermando che “le corse non debbono terminare dietro safety car”. A scusante degli organizzatori va comunque detto che le previsioni meteo non davano miglioramenti per i prossimi giorni e quindi un eventuale rinvio al lunedì, come a San Paolo due anni fa, non sarebbe servito a nulla.

    Il convulso calendario primaverile dell’IndyCar Series 2015 prevede i bolidi già in pista la settimana prossima a Long Beach. Sir Patrick Stewart sarà il Grand Marshal d’eccezione della classica californiana.

    Fonte: Stop&Go
     
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    Dixonwin2

    Scott Dixon si aggiudica il Toyota GP of Long Beach, terza prova dell’IndyCar Series 2015. Il pilota neozelandese, alla 36ma vittoria in carriera nella serie, ha così sfatato anche il tabù del tracciato californiano, che lo aveva visto vincitore nel 2000 in Indy Lights, ma mai sul gradino più alto del podio nella serie maggiore.



    La gara è stata decisa da due momenti chiave, la partenza, allorquando Dixon ha avuto la meglio su Juan Pablo Montoya, che gli partiva davanti, agguantando la seconda posizione, e durante il primo pit-stop, dove Helio Castroneves, polesitter e leader fino a quel momento, era costretto a ritardare l’uscita dalla piazzola per l’arrivo di Tony Kanaan e perdeva così la testa della gara in favore del campione 2013, che aveva rifornito il giro precedente.

    Il secondo pit era invece eseguito a regola d’arte dalla crew Penske, ma le gomme fredde non permettevano a Castroneves di transitare davanti alla prima curva.

    Dietro il brasiliano termina il vincitore di St.Petersbrug, Juan Pablo Montoya, che con questo risultato mantiene la leadership della serie con 3 soli punti di vantaggio su Catsroneves. Il colombiano ha battagliato per tutti gli 80 giri col teammate Simon Pagenaud, il quale aveva guadagnato la terza piazza dopo il primo pit ma aveva dovuto cederla dopo alla sosta successiva, incapace di resistere con gomme fredde al colombiano. L’inseguimento finale al gradino più basso del podio non andava a compimento, e Pagenaud doveva guardarsi a sua volta dagli attacchi di Tony Kanaan e Sebastien Bourdais, che con Josef Newgarden, leader del warm-up mattutino, completavano una top seven tutta Chevy.

    Primo dei piloti Honda Marco Andretti, il migliore del team di famiglia, che ha preceduto due dei colombiani della serie, Carlos Munoz e il rientrante Sebastien Saavedra. Poca fortuna per il caposquadra e vincitore dell’ultima Indy 500, Ryan Hunter-Reay, incapace di arrivare oltre la 13ma piazza.

    Peggio ancora è andata al campione in carica Will Power, che durante l’unica caution della gara, chiamata al giro 5 per il distacco dell’ala anteriore di Gabby Chaves dopo una tocca con Jack Hawksworth si fermava all’entrata in corsia box per non tamponare la macchina di Luca Filippi, a sua volta in stallo.

    Per il driver australiano una serie infinita di soste ai box e un 20mo posto ad 1 giro, oltre ad un inizio stagione non certo dei migliori, specie se confrontato con quello dei suoi tre teammates.

    Nessun’altra neutralizzazione e nemmeno nessun ritiro quest’oggi, anche se Takuma Sato ha terminato l’etanolo proprio sulla linea del traguardo, facendosi tamponare dal sopraggiungente Charlie Kimball, e Stefano Coletti ha perso ben 11 giri per colpa di una lunga sosta per problemi elettrici.

    Da segnalare infine la buona prova di Conor Daly, 17mo al traguardo nonostante la chiamata all’ultimo momento del Team di Dale Coyne, che ha piazzato Francesco Dracone, in 21ma posizione a 2 giri davanti all’altro pilota di casa nostra, distanziato di 3 giri.

    Prossimo appuntamento con la frenetica schedule primaverile di questa IndyCar Series, già la prossima settimana a Barber Park, Alabama. Si attende il riscatto di Will Power, vero specialista della pista.

    Fonte: Stop&Go
     
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    podio

    Newgarden, finalmente!



    Josef Newgarden ha finalmente coronato il sogno di una vittoria in IndyCar a Barber Park, Alabama. Il 24enne del sud ha condotto una corsa splendida, tutta all’attacco nelle fasi iniziali, più attenta nel finale, coadiuvato al meglio dal box del CFH Racing di Ed Carpenter e Sarah Fisher.

    Partito alla grande, subito P3 dietro il poleman Helio Castroneves e Will Power, presto secondo con una gran mossa sull’australiano, il campione Indy Lights 2011 non si è fatto intimidire dalla maggiore esperienza del brasiliano, passando al comando al giro 20 grazie ad un inusuale errore al primo pit della crew Penske. Team Penske che si rifaceva alla sosta successiva, grazie alla seconda ed ultima caution – entrambe comunque alquanto discutibili – della giornata, ma al restart Newgarden aveva ancora una volta la meglio e si portava davanti al vicecampione in carica.

    Dopodichè, grazie ad un discreto vantaggio, all’alfiere del CFH rimaneva solo il compito di portare al traguardo la DW12-Chevy #67 al traguardo sulle “red”. Da dietro emergeva però un arrembante Graham Rahal, forte di una differente strategia che lo aveva tenuto a lungo al comando. Grazie a gomme più fresche e ad un minor quantitativo di etanolo, il figlio d’arte, ancora alla ricerca di una seconda vittoria in carriera dopo St.Pete 2008, spingeva forte dopo l’ultimo pit, passando uno ad uno Will Power, Ryan Hunter-Reay, Helio Castroneves ed infine Scott Dixon, il tutto senza push-to-pass, fino ad arrivare a poco più di 2” dal vincitore, per una festa tutta a stelle e strisce.

    Terza piazza finale per Scott Dixon, sempre stregato per lui il circuito di Birningham, dove è sempre andato a podio senza mai vincere, davanti ad un Will Power tornato d’un tratto il nervoso competitor delle passate stagioni. Suo infatti il primo contatto di rilievo, con relativa caution, con un incolpevole Jack Hawksworth all’uscita del pit che costerà anche un drive-through all’australiano.

    Completa la top five Ryan Hunter-Reay, primo di un team Andretti che pare aver trovato in Alabama uno spiraglio dopo le prime deludenti prove della stagione, risultato corroborato anche da una sesta piazza di Carlos Munoz e dal decimo posto di Marco Andretti.

    Dietro il rookie dell’anno 2014 terminano tre combattenti: James Hinchcliffe, Sebastien Bourdais e Simon Pagenaud. Il primo non ha trovato il giusto ritmo con le “red” dopo essere stato a contatto di Rahal nelle fasi centrali della gara, mentre i due francesi, a lungo nella top five, sono stati impegnati in lunghi duelli, protagonista anche il nostro Luca Filippi, undicesimo, che hanno esaltato il pubblico, ma non sono stati aiutati dalla strategia, assolutamente carente quest’oggi, soprattutto per il Team Penske.

    Di questi errori tattici infatti ne ha fatto le spese anche Helio Castroneves, costretto ad un pit-stop all’ultimo giro, e quindi classificatosi solamente 15mo dietro il vincitore di St.Petersburg, Juan Pablo Montoya – che con questo risultato mantiene comunque la leadership in classifica generale – anch’egli penalizzato da un pit-stop imprevisto per un cambio d’ala a seguito di un contatto.

    Da segnalare il buon debutto di Rodolfo Gonzalez, 20mo solo per colpa di uno splash&go a 2 giri dalla fine, mentre il teammate del venezuelano al Dale Coyne Racing, il piemontese Francesco Dracone, chiude l’ordine di arrivo.

    L’attenzione si sposta ora su Indianapolis, con la seconda edizione del Grand Prix fra due settimane, che a sua volta precede la 99ma Indy 500.

    Fonte: Stop&Go
     
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    Da segnalare il buon debutto di Rodolfo Gonzalez

    Gonzalez è stato epico! *-*
    Tra l'altro è stato impegnato in un paio di duelli entusiasmanti con piloti finiti nelle retrovie durante il giro dei pitstop! *______*
     
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    Vorrei far notare come David Letterman abbia dedicato un segmento del Late Show al suo pilota, Graham Rahal, protagonista di una gara niente male!

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    Podium

    Indy GP, Gara: Power torna al successo



    Will Power si aggiudica la seconda edizione del GP of Indianapolis. L’australiano ha praticamente condotto dall’inizio alla fine in una gara tirata, che egli stesso definirà “la più fisica che abbia mai fatto”, salvandosi dalle pastoie dello start, che ha subito tolto di mezzo dalla lotta per il vertice Scott Dixon, che gli partiva a fianco.

    Il campione 2013 veniva toccato da dietro da Helio Castroneves, che festeggiava qui il 300mo start. Coinvolti anche Josef Newgarden e Jack Hawkworth, per l’unica caution della giornata.

    Dietro Power il teammate Simon Pagenaud, poi Sebastien Bourdais e il nostro Luca Filippi, che però al restart veniva subito passato da Juan Pablo Montoya.

    Il quartetto di testa prendeva presto il largo fino al primo giro di pit, al termine del quale Graham Rahal, che ritardava la propria sosta, guadagnava la seconda piazza dietro Power, mentre Filippi, costretto a cambiare l’ala anteriore per la melèe iniziale, perdeva il treno con le posizioni di testa.

    Montoya dal canto suo approfittava più avanti del secondo stop per agguantare la terza piazza su Pagenaud e Bourdais, posizione che terrà sino all’arrivo. Power dal canto suo nel finale ha contenuto gli attacchi di un Rahal esplosivo per divenire il quinto diverso vincitore del 2015.

    Sfortuna invece per Simon Pagenaud, ancora una volta il meno produttivo del Team Penske, che si ritirerà al giro 58 per problemi di elettronica, unico ko insieme a quello del rientrante Justin Wilson. Sfortuna anche per l’altro comeback, JR Hildebrand, a lungo tra i primi, ma tradito da un problema all’anteriore destra e solamente 21mo al traguardo.

    Alla fine a completare la top five sarà un costante Charlie Kimball, ben 9 posizioni risalite, davanti a Helio Castroneves. A seguire tra i primi dieci Tony Kanaan, Stefano Coletti, Takuma Sato e Scott Dixon, uno tra i più veloci in pista quest’oggi dopo la disavventura iniziale. Per quanto riguarda i nostri portacolori, Filippi terminerà 14mo e Dracone 22mo.

    Castroneves con il sesto posto odierno mantiene la seconda piazza in classifica generale dietro Montoya; classifica dalla quale ora emerge, grazie alle due piazze d’onore di fila, anche Rahal.

    Il prossimo appuntamento con l’IndyCar Series e per la 99ma Indy 500, macchine in azione già lunedì con l’opening day!

    Fonte: Stop&Go
     
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    Montoya vince la 500 miglia di Indianapolis

    Il colombiano, al volante di una Penske Chevrolet, ha vinto per la seconda volta in carriera la gara, a 15 anni di distanza dal suo primo successo

    INDIANAPOLIS (USA) - Il colombiano Juan Pablo Montoya, al volante di una Penske Chevrolet, ha vinto per la seconda volta in carriera la 500 Miglia di Indianapolis, a 15 anni di distanza dal suo primo successo. Al secondo posto si è piazzato il compagno di scuderia Will Power, australiano anche lui al volante di una Penske Chevrolet, terzo il britannico Charlie Kimball, su Chevrolet della Ganassi Racing. In quarta posizione si è piazzato il neozelandese Scott Dixon, pilota che aveva realizzato il miglior tempo nelle prove e che per questo era partito in pole position. Oggi ha condotto la gara sull'ovale dell'Indiana per 84 giri, poi ha dovuto cedere il passo ad avversari più veloci di lui. Da notare che Montoya ha vinto nonostante un incidente nella fase iniziale della corsa, quando la sua vettura era stata toccata, e leggermente danneggiata, da quella di Simona De Silvestro.

    MOMENTI DI PAURA - Ma durante questa edizione della 500 Miglia di Indianapolis ci sono stati momenti di autentica paura. È successo ai box, quando due meccanici all'opera attorno alla vettura di Tristan Vautier sono investiti dall'auto di James Davison, in uscita dopo il rifornimento. In particolare l'auto di Davison è stata toccata dalla monoposto di Pippa Mann e la sua ruota anteriore sinistra ha trascinato a terra i due, che sono stati immediatamente soccorsi e ora sono fuori pericolo.


    CorriereDelloSport.it

    Edited by Càlu11™ - 25/5/2015, 19:00
     
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    GRANDE JUAN PABLO!!! bellissima gara e bellissimi ultimi giri. Del resto la Indy 500 non delude mai.

    Non mi sarebbe dispiaciuta una vittoria di Kimball, ma è stato fortissimo lo stesso.

    Ottimo Rahal, pure.

    Vorrei inoltre far notare come Takuma Sato sia riuscito, nonostante fosse sotto di 3 giri prima della caution legata al crash di Clauson, a concludere nel giro di Montoya. Questo è un numero pazzesco, davvero. Se fosse nel team Penski o da Ganassi Takuma diventerebbe un serio pretendente alla vittoria...

    Non sono volate per aria macchine, e questo credo sia già positivo...
     
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    Sì, sono d'accordo, la gara è stata stupenda e... oh-my-dani-smile, Montoya ha ormai 40 anni ma continua sempre a spaccare il culo a tutti. u.u A volte mi chiedo quanto avrebbe potuto vincere se fosse rimasto dall'altra parte dell'oceano invece di venire in Formula 1. Forse se lo sta chiedendo anche lui e si è messo in testa di recuperare il tempo perduto. ;)

    Sato... veramente, mi fa troppo inca**are la gente che lo prende per i fondelli sui social network al minimo contatto in cui è coinvolto e poi quando recupera tre giri all'improvviso non si accorge più di nulla. :/

    Anch'io mi sono sorpresa che nessuno sia cappottato. Meglio così, di gente ne è già cappottata abbastanza in queste ultime settimane. ^^

    Infine vorrei segnalare cos'ho beccato su twitter:
    tumblr_novlpnSagU1r8349wo1_500
    Chilli è uno di noi! :aah:
     
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    05-30-Munoz-Wins-Race1-Detroit-Std

    Detroit, Gara 1: La prima volta di Munoz!
    Carlos Munoz si aggiudica la prima gara della sua carriera in IndyCar su circuito cittadino di Detroit.



    Il 23enne colombiano ha potuto approfittare al meglio della strategia del team Andretti Autosport, sfruttando al massimo le slick, e, alla sospensione della gara, al giro 47 dei 70 previsti, per l’aggravarsi delle condizioni meteo, ha potuto portare a casa il primo successo annuale per la squadra di Michael Andretti, per giunta con un robusto vantaggio.

    Il successo del team si consolida anche con la seconda piazza di Marco Andretti, finalmente a proprio agio su di un circuito cittadino, grazie anche ai consigli di papà Michael, che da questa stagione è tornato a dedicarsi della strategia della #27 dopo i tanti successi con Ryan Hunter-Reay.

    Completa il podio Simon Pagenaud, finalmente il primo del team Penske davanti al poleman e campione in carica Will Power. La squadra del “captain”, che aveva dominato in qualifica, ha piazzato Helio Castroneves in P6 ed il recente vincitore della Indy 500, Juan Pablo Montoya, in P10 dietro il nostro Luca Filippi.

    Il pilota di Savigliano, che aveva primeggiato nel warm-up, si era trovato nel trenino giusto dei pit-stop, occupando anche la seconda posizione dietro Andretti, terminando la propria gara nelle gomme della curva 1, a red flag già esposta.

    Da segnalare infine l’ottima prova di Jack Hawksworth, settimo all’arrivo, e in generale del team Foyt, che aveva dominato le prime fasi di gara con un Takuma Sato ancora una volta al top, capace di risalire dalla quarta piazza alla testa della gara dopo una partenza dietro safety car su di un circuito allagato.

    Oscar della sfortuna questa volta a Graham Rahal, che al restart del giro 6 non riusciva ad evitare un Tony Kanaan mandato in testacoda da Stefano Coletti – gran gara anche per il monegasco, a lungo secondo – alla curva 1. Presto fuori anche il terzo classificato di Indy, Charlie Kimball, finito a muro con la macchina scompostasi a causa di uno dei tanti bump del circuito del Michigan.

    Domani si ricomincia con la gara 2 di questo doubleheader, start sempre alle 3.30 PM, preceduta da una nuova sessione di qualifiche per definire lo schieramento a partire dalle 11.25 AM, sempre ora locale.

    Fonte: Stop&Go

    05-31-Bourdais-On-Course-DET-Std

    Detroit, Gara 2: Bourdais emerge dal caos
    Sebastien Bourdais torna alla vittoria aggiudicandosi una imprevedibile gara 2 sul cittadino di Detroit.



    Il tetracampione Champ Car ha approfittato dell’unico passo falso del fino a quel momento dominatore, Juan Pablo Montoya, durante la seconda sosta, per sorpassarlo in uscita dalla pitlane. Su quel minimo vantaggio, corroborato poco dopo dal sorpasso su Scott Dixon che lo catapultava in P2 dietro Conor Daly ancora inspiegabilmente sulle wet su pista asciutta, l’alfiere del team KV ha costruito una gara perfetta, merito anche di una strategia perfetta costruita e gestita da Jimmy Vasser in una seconda parte di gara costellata da una serie infinita di caution.

    Nessun problema infine – né di carburante, né di tenuta – negli ultimi 4 minuti di gara libera dopo la sospensione per l’incidente che ha tolto di scena Will Power ed Helio Castroneves, determinando la momentanea interruzione della gara a 6 giri dalla fine.

    Dietro Bourdais, che torna alla vittoria dopo Gara 2 di Toronto 2014, ben 8 motori Honda, con Takuma Sato ad occupare il secondo gradino del podio. Ancora una gran gara quella del giapponese, partito dalla 15ma piazzola, autore di uno scatto al penultimo restart che ha impietrito il vincitore dell’ultima Indy 500, susseguente ad una penalizzazione in pista per blocking per Graham Rahal, che si accontenta comunque della terza piazza finale.

    Sorprende ancora di più il quarto posto di Tristan Vautier, ultima piazzola della griglia, su cui grava solamente il contatto veniale che ha tolto di gara i due alfieri del team Penske, squadra che deve affrontare la giornata più nera di questa stagione fin qui stradominata, con Montoya 10mo, senza carburante, migliore dei suoi.

    A seguire nella top ten un Marco Andretti quest’oggi ben poco aiutato dalle sceltè di papà Michael, il sempre più sorprendente Conor Daly, che dimostra di meritare un posto fisso in questa serie, un combattivo Jack Hawksworth, Ryan Hunter-Reay e Gabby Chaves.

    Sfortuna anche per il team Ganassi, che vede al traguardo Charlie Kimball P11 dopo infiniti problemi di gomme ed un tris di contatti – l’ultimo dei quali eliminava l’incolpevole teammate Scott Dixon – a precedere un fin troppo irruento Sage Karam, autore di due scorrettezze di fila su Hawskworth, ed un Tony Kanaan impalpabile, come spesso accade sui circuiti cittadini.

    Gara a due facce per Luca Filippi: a lungo nella top ten dopo un ottimo start, anche grazie ad un primo pit-stop anticipato nella prima parte di gara; disastrosa nella seconda, iniziata con un inutile passaggio ai box a pitlane chiusa e proseguita poco dopo con un dritto a gomme fredde alla curva 2. La 17ma posizione al traguardo corrisponde purtroppo all’ultima dei piloti classificati ed eguaglia la piazzola di partenza del pilota piemontese.

    Ultima menzione per Carlos Munoz, vincitore ieri in gara 1, primo ritirato della gara con il motore Honda ko dopo 6 soli giri.

    La convulsa schedule dell’IndyCar Series 2015 prevede per il prossimo weekend la Firestone 600 sull’ovale di Fort Worth, Texas.

    Fonte:Stop&Go
     
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    06-06-Dixon-Shoots-6Shooters-Std

    Texas, Gara: Dixon, seconda vittoria del 2015
    Scott Dixon si aggiudica la seconda gara stagionale dell’IndyCar Series 2015 sullo speedway di Fort Worth, Texas.



    Il campione 2013, partito in sordina dalla settima piazola, ha approfittato di un ottimo passo di gara per risalire via via la classifica, fino al sorpasso decisivo sul compagno di squadra Tony Kanaan, al giro 139. I box Ganassi ha infine completato l’opera, permettendo al neozelandese a mantenere la leadership, anche nell’ultimo splash effettuato a 20 giri dalla fine.

    Per Kanaan, che ha condotto la gara nelle fasi centrali, la soddisfazione di un secondo posto dopo le prove non esaltanti di Indianapolis e Detroit.

    Grandi delusi della corsa gli alfieri del Team Penske, con Will Power, partito dalla pole, presto dileguatosi dalla lotta per il comando e alla fine solamente 13mo, a 4 giri. Sorte simile anche per Simon Pagenaud, che aveva ereditato il comando dal campione in carica, ma che ha perso terreno al secondo pit, avvenuto in regime di bandiere gialle per l’unica caution della giornata per detriti. Francese appena fuori alla top ten a 2 giri dal vincitore.

    Così sono stati ancora una volta quest’anno Helio Castroneves e Juan Pablo Montoya a fare risultato per la squadra del “captain”, terminando rispettivamente terzo e quarto davanti ai due alfieri del Team Andretti, Marco Andretti e Carlos Munoz, come già accaduto in questo scorcio si stagione i migliori della pattuglia Honda.

    Il costruttore nipponico piazza inaspettatamente altre tre macchine nella top ten, con Ryan Briscoe, in procinto di partire per Le Mans, il compagno di squadra James Jakes e Gabby Chaves del BHA ancora una volta autore di una gran rimonta dalla 20ma piazzola.

    Gara invece da dimenticare per CFH Racing e Team Foyt, con Ed Carpenter e Josef Newgarden fuori alla metà gara così come Jack Hawksworth, mentre Takuma Sato non ha potuto fare meglio del 16mo posto.

    In classifica col quarto posto della notte Montoya consolida la propria leadership con 35 punti sul teammate Will Power, mentre Dixon avanza al terzo posto, a 8 punti dal campione 2014.

    Prossimo appuntamento con l’IndyCar Series 2015 già il prossimo weekend a Toronto.

    Fonte:Stop&Go
     
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    Newgarden-Filippi, uno-due CFH!



    Doppietta del CFH Racing sulle strade di Toronto nella 10ma prova dell’IndyCar Series 2015. Josef Newgarden e Luca Filippi sfruttano al meglio il lavoro dei box del team per guadagnare risultato pieno in una gara resa ancora una volta caotica dalla pioggia scesa fino a poco prima dello start, avvenuto con gomme wet.

    Il contatto al via fra Juan Pablo Montoya e Scott Dixon toglieva subito di mezzo un paio di potenziali contender per la vittoria finale, mentre il polesitter Will Power prendeva agilmente il comando davanti al teammate Simon Pagenaud.

    La svolta della gara al giro 28, allorquando Newgarden, partito solo 11mo, effettuava la sosta ai box proprio un attimo prima delle bandiere gialle per l’uscita di strada di James Jakes alla curva 5, con Helio Castroneves che rimaneva in pista guadagnando così la testa della gara.

    La seconda e ultima caution della giornata per l’incidente occorso a Stefano Coletti, terminato nelle barriere alla curva 8 a seguito di un contatto con Charlie Kimball al giro 40. Newgarden e Filippi prendono il comando e in seguito è solo una questione di pit-stop altrui affinchè il giovane nativo del Tennessee si reimpossessi definitivamente della testa della gara, piazzando una storica doppietta che vede finalmente a podio anche il nostro portacolori.

    Giornata non completamente negativa per il Team Penske, che piazza Castroneves e Power subito dietro gli alfieri del team di Sarah Fisher e Ed Carpenter, più Juan Pablo Montoya settimo. Primo degli Honda Graham Rahal, decimo, mentre Carlos Munoz si è dovuto ritirare ancora una volta per problemi tecnici quando era in quarta posizione.

    Con il quarto posto della gara canadese Will Power accorcia su Montoya in classifica generale a 27 punti dal leader, mentre Dixon, ottavo, mantiene la terza piazza su Castroneves.

    Prossimo appuntamento con l’IndyCar Series 2015 fra due settimane sull’ovale di Fontana, California.

    Fonte: Stop&Go
     
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    Fontana, Gara: Rahal nel trionfo del “pack racing”



    Graham Rahal si aggiudica la MAVTV 500, 12ma prova dell’IndyCar Series 2015 sull’ovale di Fontana, California.

    La gara è stata avvincente, con oltre 80 cambi di leadership, che hanno coinvolto ben 14 piloti. Le 23 DW12 in gara si sono trovate praticamente per tutta la gara in clima di “pack racing”, con le macchine spesso in situazione di threewide o addirittura fourwide.

    Diversi driver, tra cui Will Power, eliminato da Takuma Sato a 9 giri dalla fine in un crash che ha portato ad una sospensione momentanea della gara, e Tony Kanaan, secondo sul traguardo, hanno avuto parole dure nei confronti dell’organizzazione e di questo modo di correre, ricordando le tragiche conseguenze di Las Vegas 2011. Grande spettacolo quindi ma grande difficoltà per i piloti.

    Tornando all’aspetto tecnico, Rahal è risalito dalla 19ma posizione in griglia, mostrandosi tra i primi già intorno alla metà gara. Fino a quel momento erano stati Helio Castroneves, Tony Kanaan, Juan Pablo Montoya, Marco Andretti, Takuma Sato e Will Power ad alternarsi al comando.

    Il primo colpo di scena al lap 136 di 250, con Castroneves che perde il duello di testa proprio su Rahal, appena affacciatosi al comando, e si tocca con Ryan Briscoe quel tanto che basta per farlo girare. Gara finita per il brasiliano e discutibile drive-through per il sostituto di lusso sulla macchina di Hinchcliffe.

    Seconda caution al giro 159, con il contatto fratricida tra le vetture del CFH Racing di Ed Carpenter e Josef Newgarden. Poco dopo il pit-stop che farà discutere a lungo, con Rahal che esce col bocchettone dell’etanolo ancora inserito a causa di un errore della crew RLL; nessuna sanzione per il pilota, con una nuova caution che raffredda nuovamente gli animi dei piloti di testa.

    Poi nell’ultimo quinto di gara libera, è lotta al coltello fra Power, Andretti, Rahal, Kanaan, Ryan Hunter-Reay, che conduce i primi giri di questa sfortunata stagione 2015, e Ryan Briscoe.

    L’australiano resiste alla corda per parecchie tornate e sembra avviato verso la vittoria, ma Rahal di potenza riesce ad avere la meglio poco prima del crash che toglie di mezzo Power e Sato.

    Nella “gara-nella-gara” dei 5 giri finali, Rahal riesce a mantenere la corda su Kanaan e Briscoe, mentre da dietro avanzano Hunter-Reay, Karam e soprattutto Marco Andretti, che hanno tentato la carta del pit per avere gomme fresche. L’inseguimento però durerà pochissimo per il duro contatto fra Hunter-Reay e Ryan Briscoe, autore di un volo spettacolare ma fortunatamente senza conseguenze, che induce la sesta ed ultima caution ad un giro dalla fine.

    Così è Graham Rahal ad aggiudicarsi la seconda gara in carriera – interrompendo così una striscia negativa che durava da ben 124 gare – davanti a Tony Kanaan e Marco Andretti. Quarto Juan Pablo Montoya, che con questo piazzamento allunga in classifica generale con 407 punti contro i 361 di Will Power ed i 358 di Scott Dixon, sesto dietro il rookie Sage Karam, autore ancora una volta di una gara maiuscola, e i 334 di Rahal.

    Completano la top ten James Jakes, Charlie Kimball, Simon Pagenaud e Jack Hawksworth.

    Prossimo appuntamento con l’IndyCar fra due settimane sull’ovale di Milwaukee.

    Fonte: Stop&Go
     
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