La polemica Christina Nielsen/Carmen Jordà vista con gli occhi di una donna appassionata di motori

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    La polemica tra Christina Nielsen e i fanboy di Carmen Jordà vista con gli occhi di una donna appassionata di motori

    Sottotitolo: l'enorme problema di fondo che tanto gli hater della Jordà quanto i suoi fanboy e preferiscono ignorare


    Ci sono questioni di cui non potrebbe importarmi di meno e la presenza di Carmen Jordà in Renault con un ruolo non ben definito è esattamente una di queste. Tuttavia, visto che ultimamente se ne è parlato di nuovo e l'impressione è che, ovunque si vada a parare, non si vada mai a parare sul punto dove vorrei andare a parare io, ho deciso di scrivere un post in proposito.
    Tutto è iniziato quando, la settimana scorsa, Christina Nielsen, che di recente ha partecipato alla 24 Ore di Le Mans nella categoria GTE, ha rilasciato, dopo essere stata intervistata in proposito, una dichiarazione a proposito di Carmen Jordà. In sintesi, la Nielsen avrebbe detto quello che in tanti dicono: che la Jordà non merita un ruolo in Formula 1 e che, per quanto non è giusto che le donne pilota vengono considerate in base a quanto siano fotogeniche, almeno negli States c'è la fortuna che la più fotogenica sia Danica Patrick (autrice di piazzamenti in Formula Atlantic, vincitrice di una gara di Indycar, terza classificata in un'edizione della Indy 500 e ottenitrice di una pole position in NASCAR), mentre in Europa tutti conoscono solo la Jordà, pensano che tutte le donne pilota siano come lei e ciò danneggia l'immagine delle donne nel motorsport.
    Questo discorso l'ho sentito in tutte le salse nel corso degli anni e ne condivido buona parte del contenuto (NB. ho detto “buona parte” per un motivo).

    Chi non concorda, a quanto pare, sono i fanboy spagnoli. Passati i giorni di gloria in cui la Spagna cadeva ai piedi di Alonso, in molti si sono accorti che le curve della Jordà hanno più fascino della barba di Alonso e hanno iniziato a dirne di tutti i colori contro la Nielsen. Anche a qualche ragazza la cosa non è andata giù e le hanno fatto notare che le donne, nel motorsport, non dovrebbero criticare le altre donne del motorsport. Ad alcuni di questi utenti, che si sono degnati di scrivere in inglese invece che in spagnolo, la Nielsen ha anche risposto, in termini pacati, esprimendo il proprio punto di vista in proposito e sostenendo che, il giorno in cui la Jordà si deciderà a mettersi al volante da qualche parte invece di fare la testimonial, inizierà a considerarla pilota invece che testimonial.

    Numerose persone si sono espresse in proposito e in molti hanno anche espresso la loro vicinanza a quanto sostenuto da Christina Nielsen.
    Anche in questo caso il copione non cambia: hanno messo a tacere i fanboy che sostenevano che la Nielsen sia solo invidiosa della Jordà, hanno dimostrato che la Nielsen ha ottenuto più risultati in pochi anni di quanti ne abbia ottenuti la Jordà in carriera e hanno dimostrato che ci sono tante donne molto più valide della Jordà, che meriterebbero un posto come development driver molto più di lei, per esempio Simona De Silvestro, Sophia Florsch, Tatiana Calderon...
    ...
    ...
    ...ed è stato qui, a questo punto, esattamente, che ho capito che c'era qualcosa che non andava, e anche di bello grosso, perché di fatto Tatiana Calderon, da loro definita come pilota che merita un posto come development driver, è effettivamente la development driver della Sauber. Questo significa che, mentre tutti sanno che la Jordà è (o è stata, la cosa mi sfugge) testimonial della Renault che veniva spacciata per development driver, sono molti meno quelli che sanno che la Calderon, è effettivamente la development driver di un altro team.

    Tornando a quanto affermato da Christina Nielsen, ma collegandoci a quanto ho appena precisato, il problema che in Europa la Jordà sia vista come l'esempio lampante di donna pilota esiste e bisogna riconoscerlo, ma a mio vedere le cause sono diverse da quelle sostenute dalla Nielsen, che dà la colpa solo ed esclusivamente alla Jordà stessa e alla Renault che l'ha messa lì dov'è.
    La Renault ha ingaggiato la Jordà come testimonial, sostenendo che fosse altro rispetto a quello che effettivamente è. Questo è stato un errore.
    La Jordà ha accettato quel ruolo e su questo non mi sento tanto di biasimarla, perché pare che venga pagata per indossare una maglietta con gli sponsor della Renault e probabilmente fa più bella figura così che spendendo soldi per comprarsi un volante in qualche serie minore.
    Il punto centrale, però, è che se la gente non conosce altro che la Jordà, quando di donne famose nel mondo del motorsport ce ne sono e alcune di esse hanno anche avuto a che fare con il panorama GP2-GP3 che mi aspetto che il tifoso mainstream di Formula 1 conosca almeno a livello teorico, la colpa non è da attribuirsi né alla Jordà né alla Renault, ma all'ignoranza della gente stessa, che apparentemente non vede oltre la Jordà. Tale ignoranza, evidentemente, è diffusa anche oltre il livello “mainstream”, se mi è capitato di leggere un articolo il cui autore apparentemente non aveva la più pallida idea del legame tra Tatiana Calderon e la Sauber e il ruolo che occupa presso il team svizzero.
    Paradossalmente ire che l'appassionato medio non è al corrente dell'esistenza di altre donne pilota a parte la Jordà per colpa della Jordà e di chi l’ha ingaggiata è un po' come dire che ci sono appassionati di Formula 1 che non conoscono l'esistenza della Caterham perché la Sauber è più famosa e che, di conseguenza, ciò è colpa del fatto che la Sauber esista e prenda parte al campionato di Formula 1... e questa è solo una parte del problema, a mio parere ancora più grosso.

    Secondo la Nielsen e secondo il resto del mondo fanboy della Jordà esclusi, a causa della Jordà e del fatto che sia testimonial della Renault l'intero panorama delle donne nel motorsport ci rimette in termini di reputazione.
    A causa della Jordà.
    A causa della Renault.
    Ora, premesso che la Jordà non meriti tutta questa importanza, io rimango abbastanza perplessa di fronte a questo punto di vista, per una ragione che secondo me continua ad essere sistematicamente ignorata. E finché viene ignorata su Tumblr, sito sul quale a suo tempo ho commesso il grave errore di esprimere questo punto di vista, posso anche farmene una ragione perché ne ho avuto abbastanza, ma qui il problema è che viene ignorata anche in tutti gli altri contesti.

    La ragione per cui il punto di vista espresso dalla Nielsen e dal resto del mondo mi lascia perplessa ha poco a vedere con il caso specifico in sé. Io, come donna, non vorrei né essere giudicata per via di quello che fa un'altra donna, né che le altre donne fossero giudicate per quello che faccio io. Se la cosa succede, non è colpa mia o dell'altra donna in questione. Come a un uomo è concesso essere un completo inetto senza che ciò vada ad intaccare neanche minimamente la reputazione degli altri uomini, mi aspetterei che accadesse lo stesso anche se ciò riguarda persone che Madre Natura non ha dotato di un pene. Non mi aspetto che, parlando di un contesto in cui c’è predominanza maschile, ciò appaia lampante agli uomini. Però mi aspetterei che, nello stesso contesto, ciò apparisse lampante almeno agli occhi delle donne e che qualcuna puntualizzasse che, se nessuno si sognerebbe mai di giudicare le performance di un uomo basandosi su quelle di altri uomini, non bisognerebbe nemmeno giudicare una donna sulla base delle performance di altre donne.
    Christina Nielsen, come tante altre, si sente infastidita dal fatto che la Jordà sia più famosa rispetto ad altre donne e che questo danneggi la reputazione e l'immagine di altre donne. Anche altre donne pilota probabilmente hanno la stessa sensazione ed è questa la ragione per cui anche le fangirl più accanite delle donne nel motorsport detestano la Jordà.
    Sono liberissime di farlo, ma mi piacerebbe che prima o poi ci fosse un upgrade e che prima o poi una donna pilota invece di dire “non voglio essere paragonata alla Jordà perché io sono più brava di lei e lei pensa solo ai servizi fotografici” dicesse piuttosto “non voglio essere paragonata alla Jordà perché siamo due persone diverse e non abbiamo niente in comune”. Questo, a mio parere, sarebbe un grosso passo avanti, e non concentrarsi sulle piccole cose, come fecero a suo tempo le tumblrere nordiche di Tumblr secondo le quali la Jordà danneggia l'immagine delle donne primariamente perché si veste in modo indecente. E dico espressamente "tumblrere nordiche" perché per loro è indecente qualsiasi indumento che, in piena estate, poche di noi troverebbero sconveniente indossare oggi, a meno di non dovere entrare a scuola per l'esame di maturità, di non dovere andare in chiesa o di non dovere andare a visitare un luogo di cultura.

    Per concludere, tornano alla Renault, rimango del parere che ci sarebbe stata una scappatoia molto più facile per tutti, ovvero quella di far dichiarare alla Jordà l'intenzione di ritirarsi dalle competizioni almeno a livello "serio" e di ingaggiarla ufficialmente come testimonial pubblicitaria, magari affidandole anche l'incarico di promoter di qualche iniziativa che le avrebbe fatto fare bella figura almeno fuori dalle piste, invece di fare le cose a questo modo, in cui sembra che la Jordà rubi il volante a piloti più talentuosi, e dico SEMBRA perché dubito fortemente che alla Renault svolga qualche funzione diversa da quella di testimonial e che, senza di lei, servirebbe qualcuno al suo posto.
    Purtroppo non è accaduto niente di tutto ciò e periodicamente si ripropongono le stesse polemiche. Il mio augurio è che, prima o poi, le polemiche prendano in considerazione TUTTI gli aspetti della questione Jordà vs altre donne del motorsport, compreso il fatto che la parità dei sessi si raggiungerà soltanto quando ciascuno, indipendentemente dal proprio sesso, verrà giudicato per quello che fa e non per quello che hanno fatto altre persone dello stesso sesso.
    Peraltro sono convinta che se Carmen Jordà fosse una ragazza acqua e sapone, dall'aria simpatica e si dichiarasse sostenitrice dei diritti delle donne nel motorsport (o almeno avesse almeno una di queste caratteristiche) verrebbe probabilmente portata su un piedistallo e qualcuno arriverebbe a giustificare i suoi risultati spacciandola quantomeno per pilota di livello discreto, visto che quelle che hanno risultati discreti vengono spacciate per supercampionesse (Sophia Florsch al momento ha all’attivo un 19esimo posto in classifica nella Formula 4 ADAC ed è 18esima nel campionato attuale, se fosse un ragazzo dubito che qualcuno la vedrebbe già pronta per fare la development driver in Formula 1 o addirittura per gareggiarci).

    Post scritto sia per F1GC sia per il mio blog.
     
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    In effetti Sophie Floersch mi sta un po' deludendo, pensavo facesse un gran salto di qualità.

    Aaaaaanyway, il punto focale di tutta la questione è che dovremmo tutti piantarla di valutare le performance tra donne e donne e inserirle appunto in un contesto normale. In passato ho trattato l'argomento sul mio blog e parlando delle donne di maggior successo nel motorsport (che purtroppo sono ancora una notizia perché son poche) ho elencato esclusivamente quelle che hanno raggiunto dei risultati di qualche tipo.

    Perché alla fine quello che conta sono i risultati, per approdare nelle grandi serie internazionali. Danica Patrick non sarebbe mai arrivata alla NASCAR senza combinare qualcosa prima (ha vinto una gara e ha collezionato tanti risultati di rilievo, dunque via libera) ma attualmente molti (me compreso) si stanno chiedendo perché sia ancora lì, visto che ha raggiunto un numero infimo di top ten. Per dire, Trevor Bayne ha vinto una Daytona 500 ma non ha ancora trovato uno straccio di sedile competitivo (non che Roush e Wood Brothers non siano all'altezza, ma non sono tra i top top team tipo Hendrick, Penske o appunto Haas)
     
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    In effetti Sophie Floersch mi sta un po' deludendo, pensavo facesse un gran salto di qualità.

    Guardando il suo sito web ho un po' l'impressione che si sia gasata un po' troppo e un po' troppo presto.
    A quanto pare nel 2015 ad appena 14 o 15 anni ha pubblicato un libro sulle sue ambizioni per il futuro e nel suo sito c'è scritto che pianifica di passare in Formula 3 nel 2018, in GP2 nel 2019, di arrivare in Formula 1 nel 2020 e il suo obiettivo è quello di diventare la prima donna a vincere un titolo.
    Definirla ottimista mi pare poco, specie considerando che il pilota che ha vinto il campionato in cui lei è arrivata 19esima nel 2016 è attualmente 14° in classifica in EuroF3, non ha ancora visto il podio neanche con il binocolo, che nulla lascia pensare che abbia qualche chance di passare oltre nel 2018 e che se l'anno scorso ha vinto 10 gare mentre la Florsch non è neanche salita sul podio, forse in generale è molto più promettente di lei.
     
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2 replies since 29/6/2017, 02:09   40 views
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