CARS 3: la fine di Saetta McQueen... o un nuovo inizio?

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    CARS 3: la fine di Saetta McQueen... o un nuovo inizio?

    cars3
    Ieri sera sono stata al cinema con due amici a vedere "Cars 3". Non apparivamo tanto fuori luogo, ma solo perché era lo spettacolo delle 22.30 e verosimilmente il vero pubblico target del film della Pixar aveva assistito alla proiezione precedente.
    Il mio parere, dopo avere visto "Cars 3" è che valesse i soldi del biglietto d'ingresso e che il terzo film della serie di Pixar fosse:
    1) rivolto a un pubblico più "maturo" rispetto ai primi due della serie;
    2) rivolto non solo a un pubblico che scegliesse quel film perché desideroso di vedere un film di animazione, ma anche a un pubblico che lo scegliesse in quanto appassionato di motori.

    La prima osservazione ha una spiegazione anche commerciale, a mio vedere. I tre film della serie di "Cars" sono usciti a diversi anni di distanza l'uno dall'altro, con il primo che era del 2006.
    Ho avuto l'impressione che, nel realizzare questo film, sia stato tenuto conto del fatto che i bambini cresciuti con "Cars" non siano più bambini e che sia stato realizzato un prodotto che potesse interessare non solo alla nuova generazione dei bambini di oggi, ma anche a chi vide il primo "Cars" da bambino e adesso non è più un bambino.

    Nel primo film Lighting McQueen, Saetta nella versione italiana, era un arrembante giovincello che pensava che i risultati gli fossero dovuti.
    Classificato a pari merito con i suoi avversari The King e Chick Hicks, rispettivamente un veterano prossimo al ritiro che vestiva i colori del team Dinoco e uno sbruffone che spesso andava oltre i limiti del fair play, doveva prendere parte a uno spareggio con gli altri due.
    Vista la sua intenzione di recarsi sul luogo della gara in anticipo nel tentativo di trattare con il team Dinoco per prendere il posto del veterano dopo il suo ritiro ormai imminente, si perdeva accidentalmente in un paesino laddove veniva costretto a riparare la strada che lui stesso aveva distrutto in corso d'opera. Lì faceva amicizia con un carro attrezzi sgangherato e tanti altri personaggi (tra cui Sally, un'auto con la quale si fidanzava) e veniva notato da Doc Hudson, vecchia auto da corsa caduta nel dimenticatoio dopo essersi ritirata a vita privata, che decideva di diventare il suo team principal.
    Si presentava alla gara finale con una pit-crew composta dai suoi nuovi amici ed era a un passo dalla vittoria quando si fermava prima di tagliare il traguardo per andare a soccorrere The King dopo che quest'ultimo era stato buttato fuori pista da Chick Hicks. Nonostante quest'ultimo avesse tagliato il traguardo da vincitore, veniva accolto con fischi e critiche, mentre la Dinoco sceglieva Saetta per la stagione successiva. Saetta, però, rifiutava per rimanere con il team composto dai suoi amici.
    Nel secondo film, che sinceramente mi piacque decisamente meno del primo, Saetta aveva a che fare con una vettura open-wheel di origine italiana che, ancora una volta, andava oltre i limiti del fair play.
    Anche quel film si concludeva con il trionfo incontrastato di Saetta McQueen.

    Il terzo film mi ha dato l'impressione, fin da subito, di essere, seppure con i limiti che un film d'animazione può avere in tal senso, un film SUL motorsport, non un film ambientato nel mondo del motorsport in cui l'obiettivo principale è quello di far trionfare i buoni sui cattivi. In realtà in questo film non c'è una divisione marcata tra buoni e cattivi: Jackson Storm, il principale avversario di Saetta in pista, è un giovane esuberante e sbruffone e le sue battute contro Saetta non sono poi tanto diverse da quelle che il giovane Saetta all'inizio del primo film riservava ad altri. Inoltre per il protagonista il confronto non è soltanto con nuovi avversari, ma anche e soprattutto con il tempo che passa.

    Sono passati molti anni dai tempi di gloria di Saetta McQueen. È divenuto il pilota più titolato della "Piston Cup", ma i suoi giorni sembrano essere ormai finiti.
    I suoi vecchi avversari vengono sostituiti a poco a poco da vetture più scattanti e tecnologiche, di nuova generazione, e il suo destino è quello di essere messo da parte come gli altri.
    Nei servizi televisivi viene puntualmente preso per i fondelli dall'opinionista ex pilota che conduce la trasmissione, che altri non è che il suo vecchio nemico Chick Hicks, viene definito ormai vecchio e sorpassato e a fine carriera, il tutto mentre Jackson Storm sembra dominare e in cui le auto di nuova generazione sono in vantaggio nei confronti di quelle old style.
    Dopo la vittoria del campionato da parte di Storm, per Saetta McQueen sembra essere giunto il momento del ritiro, con un solo problema: si tratterebbe di un ritiro imposto, mentre Saetta non si sente affatto pronto per ritirarsi. Tenta quindi di rimettersi in gioco, con la sua squadra, la Rusteeze, che viene venduta a un nuovo facoltoso proprietario, che mette a disposizione di Saetta i mezzi che hanno a disposizione i suoi giovani avversari: una personal trainer di nome Cruz e un elaborato simulatore, sul quale le auto di nuova generazione si allenano, diversamente da quelle old style che facevano test guidando sullo sterrato.
    Quando il nuovo proprietario della squadra si rende conto che Saetta non è capace di utilizzare un simulatore né sembra interessato a continuare a farlo, decide di metterlo da parte appioppandogli un ruolo di testimonial, che però McQueen non accetta. Chiede al titolare di dargli un'ultima possibilità: se dovesse vincere la prima gara del campionato imminente, vorrebbe continuare a gareggiare.

    Pur essendo un cartone animato, "Cars 3" mi ha dato l'impressione di essere un film che tratta VERE problematiche del motorsport.
    C'è un conflitto tra generazioni, innanzi tutto. L'esordio di Storm e l'enfasi sui suoi risultati mi ha ricordato per certi versi sia l'esordio in Formula 1 di Hamilton e, per rimanere in tempi più recenti, quello di Verstappen.
    Il comeback di Saetta McQueen, di una generazione precedente rispetto a quella dei suoi nuovi avversari, mi ha ricordato molto il ritorno in Formula 1 di Michael Schumacher. Curiosità: lo stesso MSC non utilizzava il simulatore, perché soffriva di mal d'auto.
    Altro punto in comune tra fiction e realtà è il motivo per cui Saetta è così tanto preso di mira, una volta che inizia ad avanzare l'età: prima era uno che vinceva sempre.
    Succede anche nel motorsport vero, per due ragioni:
    1) più un pilota è stato vincente e più si noterà la differenza quando i suoi risultati caleranno;
    2) più un pilota è stato vincente e più sarà facile che si ritrovi in un contesto in cui le sue performance negative salteranno all'occhio.
    Sui piloti percepiti come buoni piloti ma niente di più ci sono aspettative più basse e, per fare un esempio pratico, nel periodo 2010/2011 Kovalainen passò quattro volte in Q2 al volante della Lotus Team Malaysia, ma nessuno criticava sistematicamente Trulli per non esserci riuscito nemmeno una volta né veniva bollato come "troppo vecchio per la Formula 1".

    "Cars 3" non si è limitato a questo. Com'è andata a finire con Saetta McQueen e la minaccia di mandarlo a fare l'uomo immagine della Rusteeze? Innanzi tutto va a finire con Saetta e Cruz che si allenano su una spiaggia, con lei che cerca di fargli accettare le nuove tecnologie, tra cui il suo GPS.
    Parliamo per un attimo del GPS di Cruz? La sua frase principale era "segnale assente", perché capitava sempre qualcosa che non permetteva a Saetta e Cruz di stabilire a quale velocità andasse Saetta.
    Una sola cosa non mi è piaciuta del GPS di Cruz: il modo in cui veniva pronunciato il suo nome, Vettel pronunciato "Vettel", che non è come si pronuncia. Tra parentesi, era doppiato proprio dallo stesso Sebastian Vettel.
    I telecronisti Bob e Darren, invece, erano doppiati da Gianfranco Mazzoni e Ivan Capelli. Non ho sentito nessun "un cordiale saluto" da parte di Bob, come accadeva nel primo film, però Bob ha concluso una frase con "vero, Darren?" e ciò mi è parso molto culturalmente elevato!

    Dopo la parentesi con il GPS (che ho scoperto chiamarsi Hamilton nella versione originale ed essere doppiato da Lewis Hamilton), Saetta e Cruz finiscono in mezzo a un demolition derby, battendo la pluricampionessa Lilly(?), uno scuolabus che si ribalta. Saetta si è presentato là ricoperto di fango per non farsi riconoscere, ma finisce sotto un idrante e la sua identità viene rivelata al mondo.
    Vincitrice del demolition derby è ufficialmente Cruz, che in seguito confida a Saetta che in passato è stata una sua fan, che il suo sogno era quello di diventare pilota e che fare la coach per lei è stato un ripiego.
    Poi vanno a stanare Smokey, colui che a suo tempo era stato il mentore di Doc Hudson. Smokey rivela a Saetta che, seppure Hudson ebbe una lunga e intensa carriera come pilota, il momento più bello della sua vita fu quello in cui divenne il team principal di Saetta McQueen.
    Intanto Saetta continua ad allenarsi per la gara imminente, dimostrando però delle difficoltà a stare dietro a Cruz.

    Il finale mi ha sorpresa, perché è stato meno scontato di quanto pensassi. Mi ero detta "va a finire che in qualche modo Saetta vince, perché è il protagonista e deve vincere".
    Per certi versi è andata a finire così, ma non in modo scontato e prevedibile. Saetta in gara non brilla particolarmente e faticava a raggiungere Storm. Però sfrutta un buco nel regolamento e, dopo una caution, fa entrare in pista Cruz al posto suo. Quest'ultima vince con un salto mortale sopra a Storm un attimo prima di varcare la linea del traguardo.
    Il nuovo proprietario del team vuole ingaggiarla al posto di Saetta, ma Cruz rifiuta. Le viene fatta seduta stante un'offerta dalla Dinoco e quella la accetta. Il nuovo proprietario del team Rusteeze pensa di avere vinto la propria "scommessa" con McQueen, ma siccome la gara l'ha iniziata lui, di fatto è co-vincitore insieme a Cruz quindi, in teoria, gli spetterebbe il volante per il resto della stagione.
    Il finale lascia intendere che forse non andrà così: sembra che, quando il team Rusteeze viene venduto dal suo nuovo proprietario e viene comprato dal titolare della Dinoco, Saetta sia destinato ad un ruolo manageriale mentre in pista ci andrà Cruz... e non sembra particolarmente dispiaciuto da tutto ciò.
    Anche questo, di fatto, è rappresentativo della carriera che certi piloti intraprendono dopo il ritiro dalle competizioni.

    Non voglio giudicare il film con stelline o quant'altro.
    Voglio solo dire, in conclusione, che lo consiglio, perché secondo me vale la pena di vederlo.


    Milly Sunshine(C)
    Post scritto sia per il Forum F1GC sia per il mio blog Sunshine on F1.
     
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    Grazie per la recensione, che mi ha incuriosito di piú nel volerlo vedere
     
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    Prego, secondo me merita, per questo ho deciso di parlarne anche qui sul forum. :D

    PS. Ho appena scoperto che nella versione spagnola, il personaggio di Hamilton/Vettel si chiama Alonso ed è stato doppiato da Ferni. :ferni:
     
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    Questo film lo conosco solo perché oggi, andando al cinema con delle amiche per vedere tutt'altro, siamo state bombardate da almeno 15 pubblicità della qualunque cosa che con i suoi prodotti ti spacciava il merchandise di Cars 3. Compresa un'allettante offerta di Eni che con 30€ in più di qualcosa ti regalava una fantastica gommina da cancellare. :asd:

    Direi che il limite di sopportazione di Cars ormai io l'ho raggiunto, ma se ti piace il genere ti consiglio di recuperare Turbo, in cui una chiocciolina partecipa alla Indycar ed ha come rivale un simpatico gianfransuà modulato sul dolce caratterino di Mr. "All the time you have to leave the space".
     
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    Compresa un'allettante offerta di Eni che con 30€ in più di qualcosa ti regalava una fantastica gommina da cancellare.

    WTF?! O.o

    CITAZIONE
    ma se ti piace il genere ti consiglio di recuperare Turbo, in cui una chiocciolina partecipa alla Indycar ed ha come rivale un simpatico gianfransuà modulato sul dolce caratterino di Mr. "All the time you have to leave the space".

    Sembra carino! *-* Perché non ero al corrente dell'esistenza di questo film? :lol:
     
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    EDIT. topic errato.
     
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    Ransie della Casa dei Ransieberg, Prima del Suo Nome, Strega delle Dimensioni

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    CITAZIONE (Milly Sunshine @ 23/9/2017, 19:37) 
    PS. Ho appena scoperto che nella versione spagnola, il personaggio di Hamilton/Vettel si chiama Alonso ed è stato doppiato da Ferni. :ferni:

    Versione del GPS nei vari Paesi:

    -Italiana: F*ck! F*ck! F*ck!
    -Spagnola: Gp2 Engine! Gp2 Engine!
    -Francese: Bloody engine!
    -Paesi del Sudamerica (escluso il Brasile): Finalmente ha preso fuoco!
    -Danese: S*ck my wheels honey 😘
    -Finlandese: Bwoah!
     
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    CITAZIONE (-Ransie- @ 24/9/2017, 19:13) 
    CITAZIONE (Milly Sunshine @ 23/9/2017, 19:37) 
    PS. Ho appena scoperto che nella versione spagnola, il personaggio di Hamilton/Vettel si chiama Alonso ed è stato doppiato da Ferni. :ferni:

    Versione del GPS nei vari Paesi:

    -Italiana: F*ck! F*ck! F*ck!
    -Spagnola: Gp2 Engine! Gp2 Engine!
    -Francese: Bloody engine!
    -Paesi del Sudamerica (escluso il Brasile): Finalmente ha preso fuoco!
    -Danese: S*ck my wheels honey 😘
    -Finlandese: Bwoah!

    :inchino: :inchino: :inchino:
     
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    Prometto di leggere questa recensione una volta visto il film (cosa che forse farò il prossimo weekend). ;)
     
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    Ho visto il film in inglese e devo dire che Milly ha ragione: si tratta di un film sul motorsport, a più livelli. La storia, ovviamente, è fatta in modo che piaccia anche ai più piccoli. Ma ho apprezzato tantissimi dettagli che credo possano non essere colti da un pubblico generalista. Si vede che è stato fatto un lavoro dietro, e molto buono.

    Ho notato, in particolare:
    - l'approdo della tecnologia vs. l'approccio tradizionale del motorsport (più rustico)
    - la presenza e l'accettazione dell'esistenza di diverse categorie (dirt track)
    - la dinamica del pilota vecchio che viene spinto a ritirarsi (do you remember Felipe Massa?)
    - la poca considerazione per le donne pilota, che devono avere molta più confidenza in loro stesse rispetto ai maschi anche solo per ENTRARE in un paddock - quando ovviamente non dovrebbe essere così
    - l'uso della parola RACER. Nella traduzione in italiano credo che si perda molto significato rispetto a quello che c'è nel film e nel motorsport oltre il nostro confine. Racer e Driver in italiano si traducono, almeno nel contesto automobilistico, allo stesso modo: "pilota". Nel mondo anglosassone "driver" è un pilota, punto e basta. "Racer" è invece quello che ama gareggiare, che ama il motorsport all'inverosimile e non può vivere senza di esso, e che guida al limite anche quando apparentemente non serve. Alla fine del film Saetta (che è un racer, soprattutto dopo aver conosciuto Doc) cerca di convincere Cruz che anche lei non è solo un'appassionata o un pilota qualunque.

    PS: Non penso che ci sarà un Cars 4, o che arriverà a breve. Però alla fine Saetta dice che continuerà a gareggiare. Dirt Track? :D
     
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    Con il doppiaggio italiano un po' di cose si sono perse, a mio parere, ma non i primi punti. Sono d'accordo anche sul fatto che al pubblico che non conosce o che comunque non conosce bene il motorsport al 99% non riesce a cogliere certi dettagli. Spero che non ci sia un Cars 4, a meno che non sia al livello di questo.

    PS. Chick Hicks opinionista che sparla sempre di Saetta mi ha ricordato un po' le telecronache anti-Bourdais che faceva Tracy prima di diventare amico di Bourdais.
     
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    Personalmente il film mi è piaciuto molto più di Cars 2, e a tratti lo trovo ancora meglio del primo.
    Mentre Cars 1 rappresentava l'ascesa di Saetta alla gloria e il 2 consolidava la sua figura di professionista all'apice della sua carriera il 3, come hai detto tu, sottolinea come ormai McQueen abbia fatto il suo tempo, e che deve lasciar spazio alle nuove generazioni.
    L'idea del nuovo boss della Rusteeze (che tra l'altro rappresenta bene l'immagine dei proprietari di squadre che fanno tanto gli amiconi con i piloti, ma che in realtà sono dei grandissimi falsi che pensano solo al profitto) di trasformarlo in un brand una volta ritirato dalle corse mi ricorda molto Michael Schumacher dopo i suoi due rispettivi ritiri con Ferrari e Mercedes. Una cosa che farà guadagnare parecchio a un ex-pilota, ma sicuramente frustrante (almeno MSC faceva i collaudi delle auto da corsa e stradali, Saetta invece fa da sponsor a ... prodotti per pulire il parabrezza ...).
    Ho adorato le continue citazioni al primo film (il rapporto tra Saetta e Cruz, che lui vede come molesta e rompiscatole all'inizio, come Doc con lui, l'episodio nel campo delle mucche-trattori spaventate con McQueen e Cricchetto che si ripete, stavolta come allenamento, con il primo e Cruz), e il finale mi ha lasciato parecchio spiazzato, ma piacevolmente. Tra l'altro, appena ho visto che avevano assegnato la vittoria sia a Saetta che a Cruz ho subito ripensato a quando in Formula 1 spesso i piloti dello stesso team condividevano una sola auto. :lol:
    Io penso, comunque, che McQueen avrebbe potuto vincere la corsa da solo (così penso che il film volesse far intendere), ma che abbia deciso di dare una possibilità alla sua "allieva" perché sapeva che ormai il suo tempo era passato, e che quello sarebbe stato l'ultimo campionato in cui avrebbe potuto lottare per la Piston Cup, mentre lei meritava una seconda occasione, essendo ancora giovane. Ho adorato questa sua scelta di passare il testimone.
    Il finale poi è meraviglioso: Saetta decide di lasciarsi alle spalle il suo pur orgoglioso passato, e decide di voltare pagina cambiando totalmente carrozzeria (anche se mantiene lo sponsor Rusteeze, quindi penso continuerà a correre, probabilmente come gregario e mentore di Cruz), rendendo allo stesso tempo onore a Doc Hudson. Poi è divertente come il proprietario della Dinoco abbia mantenuto la promessa di aiutare Saetta nel momento del bisogno fattagli nel primo film "salvando" la Rusteeze, permettendogli quindi di coronare il suo sogno giovanile di correre per la Dinoco e al contempo non voltando le spalle ai suoi vecchi compagni.

    Concludo dicendo che "Cars 3", a differenza di quanto l'apparenza ci dica, non è un film per bambini, ma piuttosto per i veri appassionati di motori, gli unici in grado di cogliere tutte le citazioni e il messaggio presenti in esso.

    Okay, ho finito per scrivere (seppur in breve tempo) una MIA recensione del film, e mi sono scordato di dare un giudizio sulla tua, ma credo che si sia capito che mi è piaciuta molto. :asd:

    Comunque, io spero davvero sia la fine della serie, perché un nuovo ciclo con protagonista Cruz secondo me non avrebbe molto senso (si ripeterebbe tutto ciò che abbiamo già vissuto con Saetta). Al massimo, ce lo vedo bene uno spin-off con lei che, dopo la Piston Cup, cerca di sfondare nei campionati mondiali, dove magari può trovare pregiudizi per il solo fatto di essere una donna e "raccomandata" da McQueen, ma nulla di più.
     
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    Beh, mi fa molto più piacere che tu abbia scritto un'opinione sul film che sulla mia recensione. :D
    L'obiettivo era appunto quello di parlare del film e vedo che anche tu sembri concordare con il punto di vista mio e di PilotiMotori.
     
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