Sogno senza fine (2018)

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    Tanto tempo fa scrissi una storia sulla Formula 1 chiamata "Sogno senza fine". Assolutamente trash, con elementi presi da film di Sylvester Stallone e con elementi pseudoprofondi edgy in cui si mischiavano conflitti religiosi-politici e fantascientifici.
    Cercai di riesumarla con una sua nuova versione, Red and Silver, ma essa non mi aveva soddisfatto appieno, per cui ho avviato questo "secondo reboot" che innanzitutto avrà il titolo della FF originale, con diversi elementi nuovi, tra cui dei crossover con personaggi di altri media, che però saranno degli AU "reali" (riprendendo l'idea di un'altra mia FF, ovvero Rush), oltre che alcuni totalmente nuovi, assieme a tante idee che avevo scartato all'epoca per Red and Silver (del quale riprenderò la parte iniziale per questo prologo).
    Vi auguro una buona lettura.


    SOGNO SENZA FINE
    A FORMULA ONE STORY



    CAPITOLO 1 - KEEP FIGHTING

    Odore di disinfettante: divenuto ormai così familiare per lei, una parte del suo stesso essere. Quelle mura bianche erano fisse nella sua mente, fin dai suoi primi ricordi. Triste, ma vero.
    Sentiva un bruciante dolore al petto, anche se molto attenuato dai farmaci. Tutto normale, del resto. Il suo era stato un intervento complicato, durato parecchio tempo, ma necessario, affinché stesse meglio.
    Aprì lentamente gli occhi, abituandosi mano a mano alla luce artificiale della stanza asettica in cui si trovava. Le ombre che si trovavano accanto a lei assunsero gradualmente una forma più definita, per rivelare un ragazzo dai tratti caucasici, di bellezza media, con i capelli scuri e gli occhi color nocciola. Dall’altro lato la fissava una donna chiaramente tedesca, un po’ in carne, bionda e con gli occhi azzurri, dallo sguardo molto dolce, contornato da un velo di dolore, un dolore interiore che stava vivendo in quello stesso momento. Tuttavia, le mostrò un sorriso, cercando probabilmente di esserle di conforto.
    - “Ben sveglia, prugnetta.” -
    Le parole del giovane la destarono da quell’iniziale stato di semi-incoscienza, e gli rispose - “Bello vederti, nanetto …” -
    - “Ehi, parla per te! Sono alto 1 metro e 72, non sono un nano! E parla per te, piuttosto, che sei più bassa di me di 10 centimetri …” -
    La signora rise lievemente di fronte a quella scena - “Dai, Guido, non farla così pesante … Homura è appena uscita da un’operazione molto dura …” -
    - “Va bene, lo faccio. Ma solo perché lo dici te, Corinna!” - terminò, accarezzando la testa alla ragazza.
    Homura sorrise - “Grazie per essere venuta qui … sono molto contenta …” -
    - “Di nulla, tesoro …” - le rispose Corinna - “Mi dispiace che non siano venuti anche i ragazzi, ma Gina ha fra poco un rodeo, e si deve allenare, mentre Mick deve sostenere un test a Monza. La stagione non è tanto lontana.” -
    - “Non ti preoccupare … lo so che loro mi sono vicini … ma hanno anche una carriera a cui pensare …” -
    - “Già. Gina è, per fortuna, molto simile a me, e vuole diventare una cavallerizza … è convinta di poter un giorno andare alle Olimpiadi … Mick è invece determinato a seguire le orme del padre e dello zio … e non so se sia una buona cosa o una brutta …” -
    - “Non avere paura, Corinna. Mick è un ragazzo molto maturo e intelligente. Sa a cosa va incontro.” - le disse invece Guido. Lei annuì, anche se non totalmente convinta. Non lo era mai stata, fin da quando suo figlio le aveva annunciato la sua decisione di voler diventare pilota automobilistico professionista. Lei e suo marito avevano sempre cercato d’indurlo a studiare, ma, come tutti quelli della sua famiglia paterna, non aveva particolari attitudini sui banchi di scuola. Lui era bravo soltanto a correre, anche se era difficile accettare ciò. Solo da pochi anni lei aveva dato il nulla osta a Mick per poter prendere parte ai campionati che contano davvero, le aveva provate tutte prima di arrendersi di fronte all’evidenza.
    Non aveva solo paura per la sua vita, ma anche, anzi, soprattutto per quello che la gente avrebbe pensato di lui. E se non fosse stato bravo quanto suo padre? Cosa avrebbero detto i giornali, la tv, i media? Lo avrebbero etichettato come il classico “figlio d’arte inconcludente”, mentre magari era davvero un buon pilota, solo non al livello del suo illustre genitore?
    Corinna si scrollò quei pensieri di dosso. No, non doveva pensare niente del genere. Mick era un ragazzo, anzi, ormai un uomo con la testa sulle spalle, sempre pronto a scrollarsi di dosso le critiche che certi “giornalisti” (lui li chiamava “giornalai”) gli sputavano addosso a ogni suo minimo errore, a ogni sua prestazione al di sotto delle loro aspettative. Era felice, se avesse continuato così, pensando solo a impegnarsi nel suo lavoro, sarebbe diventato una persona soddisfatta, completa, e soprattutto in salute, seppur il suo fosse un mestiere con alte percentuali di rischio.
    Homura, rimasta fino a quel momento in silenzio, sentì le sue palpebre sempre più pesanti - “Scusate … ho tanto sonno …” -
    - “Tranquilla, piccola … dormi quanto vuoi, ne hai bisogno …” -
    - “Grazie …” -
    Si addormentò dolcemente, con quel lieve sorriso impresso sul suo volto. Luca le diede un bacio sulla fronte, e si avviò con l’altra ospite fuori dalla stanza, chiudendo lentamente la porta.
    - “E’ una bambina meravigliosa …” - sussurrò lui.
    - “Ragazza, Guido … ha quasi 14 anni, ormai …” - rise Corinna.
    - “Resterà sempre la mia prugnetta, anche quando sarà grande …” -
    - “Lo so …” -
    Quel pensiero, tuttavia, incupì il giovane adulto. La sua non era una condizione semplice: era molto delicata, e quello era stato solo il primo di una serie d’interventi al cuore che avrebbe potuto affrontare, peraltro ancora sperimentali, in parte. Tra un’operazione e l’altra un infarto poteva coglierla in qualsiasi momento, mettendo seriamente a rischio la sua vita. Ma quella era l’unica maniera per salvarla, per darle la speranza di vivere quanto una persona normale.
    - “Anche se siamo solo fratelli a metà, le voglio un gran bene …” -
    - “Ci credo …” -
    - “Però … a volte … ho paura … tanta paura … che possa … possa …” -
    La bionda gli mise le mani sulle spalle, fissandolo dritto negli occhi - “Non ti scoraggiare, Guido, ti prego … cosa direbbe Michael se ti vedesse ora?! Tu non perdere la speranza … MAI. Cosa ti ha sempre detto?” -
    - “Che devo continuare a lottare … keep fighting …” -
    - “Esatto. Ed è quello che fa Homura … che fa ancora adesso Michael … e che devi continuare a fare tu. Non solo per lei, ma anche per te stesso.” -
    Una lacrima le rigò il viso. Michael … il suo amato marito … ogni volta che pensava a lui sentiva una pugnalata al cuore. Vederlo nello stato in cui era ridotto e immaginarlo in quel modo erano sempre una tortura. Ma lui non si è mai voluto arrendere, nonostante tutto. Sapeva che doveva rendere onore a lui, a ciò che rappresentava, a ciò che era stato … anzi, che ancora era!
    La cosa serviva sempre da ispirazione per Guido. Michael … il suo idolo … il suo mentore … colui che gli aveva dato tutto … senza di lui, nemmeno avrebbe potuto pagare quel complicato intervento a Homura, la sua sorellina (anche se solo da parte di madre). Nonostante avesse vinto il campionato DTM a fine anno era rimasto disoccupato. O meglio, aveva ancora un contratto di collaudatore per la Mercedes, che lo avrebbe sicuramente tenuto impegnato con alcuni test, ma non era un impiego a tempo pieno, e soprattutto gli valeva solo 300mila dollari l’anno, tanti in tempi di crisi come quella, ma insufficienti per garantire tutte le cure di cui Homura ne aveva bisogno. E sinceramente si era stancato di farsi continuamente prestare soldi da Corinna, anche se lei glieli dava volentieri, se si trattava della salute di sua sorella, che considerava quasi come una figlia.
    Però non poteva arrendersi. Doveva continuare a lottare, nonostante tutto. Come faceva Michael, come faceva Corinna, come faceva Homura … come facevano tutti quelli attorno a lui.
    Non sapeva proprio cosa lo stava per attendere al di là della soglia di una delle tante porte che ti apre la vita.

    Roma, Italia, tre settimane dopo

    La luce del sole che filtrava dalle veneziane semiaperte lo fece svegliare infastidito. All’inizio vedeva tutto sfocato, ma lentamente le forme e i colori cominciavano ad assumere una forma definita. Lo stomaco continuava a bruciargli insistentemente, anche se meno rispetto a prima di addormentarsi, tanto che era stato costretto a tenere accanto al letto una bacinella per il vomito.
    - “Sono il solito coglione … sapevo che tutte quelle cozze cucinate dalla nonna mi avrebbero fatto stare male … ma sono così buone …” -
    Il giovane si alzò lentamente e prese il cellulare, accorgendosi che era mezzogiorno.
    - “Mamma mia … manco avessi partecipato a un festino organizzato da Eddie Jordan …” - disse mettendosi una mano sulla fronte.
    Si accorse inoltre che sul suo telefono erano segnate quattro chiamate perse - “Sarà gente che mi vorrà fare gli auguri …” -
    Guardando attentamente, però, vide che erano tutte telefonate del suo manager. Storse il sopracciglio: cosa avrà avuto da dirgli di tanto urgente proprio quel giorno? Sperò con tutto il cuore che non gli dovesse comunicare di essere stato silurato dalla Sauber alla vigilia di Natale.
    Richiamò dunque il suo agente, aspettando un po’ prima che questi rispondesse - “Ehi, campione!” -
    - “Carlo, spero per te che sia una cosa della massima urgenza.” -
    - “Credimi, lo è.” -
    - “Non mi dire che mi hanno scaricato … di nuovo …” -
    - “No, no … qualcosa di molto più grosso.” -
    Cominciò a preoccuparsi - “Che intendi dire?” -
    - “E’ un po’ lunga la faccenda, ma, in parole povere, potrebbe rivelarsi una grandiosa botta di culo per noi, per una volta. Ascoltami bene …” -
    Ciò che in seguito sentì lo lasciò senza parole. Riuscì solo vagamente a intuire come la sua vita sarebbe cambiata da quel momento in poi.

    Sentiva quel corpo caldo vicino al suo. Era innegabile quello che era successo tra di loro, aveva la prova tangibile di fronte a lui. Quel che era fatto era fatto, non si poteva più tornare indietro. La frittata era fatta, ormai, e questo in fondo non gli dispiaceva. Lei dormiva, con il seno nudo, coperta solo dall’ombelico in giù. Non russava, sospirava solo dolcemente nel sonno.
    Doveva ammetterlo, se non fosse stato una persona sentimentalmente così chiusa si sarebbe innamorato di lei solo vedendola così.
    La ragazza aprì gli occhi, scostandosi dal viso i capelli corvini - “Ehi …” -
    - “Ehi …” - rispose lui, sorridendole.
    - “Grazie per stasera. Mi serviva proprio non pensare a nulla e divertirmi un po’ …” -
    - “Figurati … mi dispiace che sia finita così con Gabriele …” -
    Lei sospirò - “Purtroppo, la maggior parte degli uomini è composta da perfetti imbecilli … se aggiungi che l’ho trovato a letto con non una donna, bensì con una donna e anche un uomo …” -
    Lui le prese la mano - “Lascialo perdere. Troverai di meglio, credimi …” -
    - “Grazie …” -
    - “E poi … non mi dispiace questa nostra scopamicizia saltuaria … dovremmo restare contemporaneamente single più spesso!” -
    La giovane rise, tirandogli in faccia un cuscino - “Sei il solito scemo!” -
    - “Uno scemo che però ti tira su quando i ragazzi ti lasciano.” -
    - “E di questo ti sono sempre grata, caro. Grazie.” -
    - “Quando vuoi …” -
    Il cellulare di lui squillò, e la cosa lo scocciò molto - “E mo’ chi cazzo rompe a mezzogiorno di Natale …” -
    Notò sullo schermo la foto del suo manager. Stranito, rispose all’apparecchio - “Spero sia importante, Alessia. Sai che non mi piace essere disturbato a quest’ora.” -
    - “Buon Natale anche a te, caro …” - rispose all’altro capo del telefono una donna in età avanzata.
    - “Hanf … scusami … buon Natale anche a te …” -
    - “Grazie. Ho bolle nuove, sai? Molto grosse …” -
    - “Per caso la Sauber ha deciso di far girare una delle tue modelle con un vestito dei colori sgargianti della nostra nuova partner, l'Alfa Romeo, alla sfilata della festa d’inizio stagione a Melbourne? Sarebbe molto trash, ma allo stesso tempo di classe …” -
    - “No, non siamo ancora messe così male da essere costrette ad accettare una scempiaggine del genere … ti ho chiamato per una questione che riguarda TE, Lucio.” -
    - “Sono tutt’orecchi …” -
    - “Lo sai che Raikkonen ha annunciato ieri il suo ritiro definitivo dalla Formula 1?” -
    La cosa colse sinceramente di sorpresa il pilota - “Wow … ma … era ubriaco?” -
    - “No no … era lucidissimo invece … lo ha annunciato in un video sulla pagina Facebook della Ferrari. A suo dire, il 2017 è stato un anno che lo ha fortemente provato soprattutto dal punto di vista morale, che non trova più la motivazione per correre.” -
    - “La cosa non mi sorprende. Ad eccezione del 2016, negli ultimi anni in Ferrari ha preso un sacco di legnate prima da Alonso e poi da Vettel ...” -
    - “Non hai tutti i torti …” -
    - “Immagino che non mi hai chiamato in piena mattinata del giorno di Natale solo per darmi questa notizia …” -
    - “Infatti. Qui entri in gioco tu. Come ben sai, la stagione è alle porte, e ormai la maggioranza dei piloti che contano ha in mano un contratto già siglato. Ben pochi sono disponibili a eventuali trasferimenti dell’ultimo minuto …” -
    Lucio cominciò a formare nella sua mente un pensiero. Un pensiero veramente assurdo, inverosimile, soprattutto se si parlava di lui. Eppure …
    - “Quindi?” -
    - “Beh, la Sauber sarebbe disposta in cambio di una penale a cederti alla Ferrari in prestito per la prossima stagione. Devi solo dare il tuo consenso.” -
    Il giovane sentì le gambe cedergli, tanto che la sua amica, che non poteva sentire la conversazione tra lui e la sua manager, si preoccupò nel vedere la sua reazione improvvisa.
    Lucio si sedette sul letto, fissando il vuoto. Pensò di trovarsi in un sogno, un sogno dal quale presto si sarebbe svegliato. Era troppo bello per essere vero … TROPPO.
    - “Allora? Lucio, tutto bene?” - chiese Alessia, preoccupata dal suo prolungato silenzio.
    Tremava come una foglia, era in preda a una sensazione che non aveva mai provato prima. Una sensazione che gli procurava paura, eppure … eccitazione … allo stesso tempo.
    - “V … va bene … A … Alessia … c … che ne dici di … vederci … dopodomani … per firmare tutto?” -
    - “Ok! Marchionne sarà a Torino per una mostra storica della Fiat. Ci vogliamo vedere lì con lui?” -
    - “C … certo …” -
    - “Allora a dopodomani! Le ragazze ti mandano tanti baci! Ciao!” -
    Il pilota chiuse la conversazione, con lo sguardo ancora assente. Dentro di lui si stava susseguendo un vortice di emozioni: gioia, euforia, paura, timore …
    - “Che è successo, Lucio?!” -
    - “Daniela … credo che … dalla prossima stagione … correrò per la Ferrari …” -
    La ragazza restò a bocca spalancata, poi gli saltò addosso e lo abbracciò - “Oh, Lucio … sapevo che prima o poi ce l’avresti fatta! Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo!” -
    Lei notò però che lui aveva gli occhi rivolti al pavimento, tristi. Preoccupata, gli chiese - “Ehi, che hai?” -
    - “Quel posto sarebbe stato suo … Jules … lo avrebbe meritato molto più di me …” -
    La donna strinse ancor più la morsa, sussurrandogli all’orecchio - “Non dire così … Jules sarebbe felice per te se fosse qui … e ti direbbe di non sprecare quest’occasione …” -
    - “Dici?” - chiese lui, fissandola negli occhi.
    - “Assolutamente sì. Credimi … lui in primis ti spronerebbe ad accettare.” -
    Jules … era ormai passati più di due anni, anzi, tre, considerando che dopo il suo terribile incidente a Suzuka non aveva più ripreso conoscenza, eppure il suo ricordo era ancora vivo …
    - “Lui mi diceva sempre che nella vita non bisogna mai arrendersi, che prima o poi ciò che desideriamo arriva, anche se dobbiamo fare i conti con tante delusioni e colpi bassi …” -
    Daniela gli diede un bacio sulla guancia - “E infatti il tuo sogno, il sogno di Jules, si è realizzato. Rendigli onore, gareggia come il campione quale sei.” -
    Il campione quale è … sì … il ragazzo di belle speranze che aveva deluso tutti, che non era mai riuscito a sfondare … chissà, magari quella sarebbe stata davvero l’occasione per riscattarsi, per dimostrare a quelli che gli volevano bene che non si erano sbagliati a fidarsi di lui in passato. Sì … ce l’avrebbe fatta … avrebbe dato il massimo, come aveva sempre fatto … e avrebbe fatto vedere al mondo che Lucio Franceschini non era un qualsiasi pilota di F1 di medio livello, come i tanti che andavano e venivano nel giro di pochi anni.
    - “Grazie … mi serviva proprio fare questa bella chiacchierata …” -
    - “Di nulla.” -
    - “Come posso ripagarti?” -
    - “Beh … una mezza idea ce l’avrei …” - disse lei con tono sensuale, mentre la sua mano dalla coscia destra del neoferrarista si spostava verso il suo basso ventre.
    - “Non lo so … dopo ieri sera non credo di avere tante energie ... però ... ma sì, penso che questa bella notizia mi possa dare la forza di reggere un altro round …” - rispose lui ammiccante, tirando fuori da un cassetto una bustina argentea.
    Era proprio il caso di festeggiare. Anche perché quello che sarebbe successo nei mesi a venire non avrebbe dato loro tanti motivi per farlo.

    Edited by Great Saiyaman‚ The Big Dreamer - 5/9/2018, 08:33
     
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    Si nota molto la differenza, anche solo dopo un aggiornamento. Si vede che questa fanfic non è scritta da un 16/17enne come l'altra.
    Così, a intuito, ho l'impressione che ne verrà fuori qualcosa di migliore.

    PS. Non sei il solo che ha "iniziato una nuova fan fiction". Presto tornerà a trovarci Tina Menezes (in versione meno trash). :P
     
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    CITAZIONE (Milly Sunshine @ 25/6/2018, 23:25) 
    Si nota molto la differenza, anche solo dopo un aggiornamento. Si vede che questa fanfic non è scritta da un 16/17enne come l'altra.
    Così, a intuito, ho l'impressione che ne verrà fuori qualcosa di migliore.

    PS. Non sei il solo che ha "iniziato una nuova fan fiction". Presto tornerà a trovarci Tina Menezes (in versione meno trash). :P

    Grazie mille per i complimenti! :)
    Di sicuro in questa storia ci saranno meno complotti (anche se qualcosa di "losco", al livello puramente F1, lo scriverò sicuramente), così come non si vedranno piloti di una squadra che sabotano i loro rivali mettendo di nascosto lassativi nel loro tè. Quello potrebbe accadere al massimo come scherzo bastardo verso il tecnico più antipatico della propria squadra.
    Al contempo cercherò di mantenere quel poco di buono che c'era nella vecchia versione (in primis la critica al femminismo casareccio di un personaggio che conosciamo bene, contrapponendolo stavolta a un femminismo sensato).
    Ah, e tra le altre cose non ci sarà solo la F1 come serie automobilistica ...

    OMG! *-*
    Stiamo facendo un vero e proprio revival dei nostri "classici"!
     
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    così come non si vedranno piloti di una squadra che sabotano i loro rivali mettendo di nascosto lassativi nel loro tè. Quello potrebbe accadere al massimo come scherzo bastardo verso il tecnico più antipatico della propria squadra.

    Azz, povero tecnico. :lol:

    CITAZIONE
    OMG! *-*
    Stiamo facendo un vero e proprio revival dei nostri "classici"!

    Ci sto provando. Però non voglio né stravolgere i campionati di Formula 1 dell'epoca 2010/2011, né metterci storie d'amore tra personaggi inventati e personaggi ispirati a quelli reali, né far vincere un mondiale in stile fanfic stereotipata alla protagonista.
    E' giusto che le protagoniste badass di fan fiction motoristiche abbiano scopi più altolocati nella vita, tipo salvare il loro team dal fallimento cercando una performance tale da ottenere il decimo posto in classifica costruttori.
     
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    AUSTRALIA/1 - QUALIFICHE

    Melbourne, Australia, 24 marzo 2018

    Homura era visibilmente a disagio: non si era mai trovata in vita sua in un posto così affollato che non fosse la scuola o l’ospedale, pullulante di gente costantemente al lavoro, che non stava ferma un attimo.
    Era ancora stupefatta nel vedere suo fratello con indosso quella tuta color argento. Non ci avrebbe mai pensato fino a due mesi prima, eppure eccolo lì di fronte a lei, pilota ufficiale del team Mercedes di Formula 1.

    - “Quindi, la situazione è questa …” - disse Toto Wolff, seduto alla sua scrivania mentre fissava i suoi interlocutori - “Valtteri Bottas non ha accettato di stare in squadra con Sandro Gregori a causa delle suddette ragioni, e ha deciso di scindere il contratto con noi in via amichevole …” -
    - “In via amichevole …” - rispose un uomo giapponese in giacca e cravatta, dai corti capelli mori e dai lineamenti duri - “Mi scusi, continui …” -
    - “Dicevo … senza Valtteri siamo rimasti con scelte molto ridotte per l’anno prossimo. Ocon purtroppo è già blindato in un contratto con la Force India, mentre Wehrlein … beh, diciamo che lui e Sandro non vanno molto d’accordo …” -
    - “Quindi sono rimasto solo io, giusto?” - chiese Guido.
    - “Esatto.” -
    Che bello. In pratica, era stato relegato a ultima ruota del carro. Beh, la cosa, in effetti, non lo sorprese più di tanto. La Mercedes non lo chiamava per i test con la stessa frequenza di Pascal Wehrlein, e tutti sapevano che Esteban Ocon era il pupillo della loro Driver Academy. Eppure eccolo lì, tutto per motivi contrattuali o perché nessuno andava d’accordo con Gregori. Si poteva dire, insomma, che sia stato baciato dalla fortuna.
    Tuttavia, si trattava comunque di una bella gatta da pelare: Gregori era noto purtroppo nell’ambiente per il suo carattere … difficile … e sicuramente non sarebbe stato il compagno di squadra ideale, ma non sembravano avere tanta scelta.
    - “Senta, possiamo andarcene un attimo a parlare in privato? Dobbiamo discutere riguardo i termini che Lei ci ha proposto, se permette.” -
    - “Fate con comodo. Io resto qui ad aspettarvi.” -
    - “Molte grazie.” -
    Guido e il giapponese si alzarono, il primo ad andatura normale, l’altro zoppicante sulla gamba destra. I due uscirono dalla stanza, dirigendosi poi verso il bagno, chiudendosi infine in una toilette insieme.
    - “Allora, che ne pensi?” - gli domandò Torrelli.
    - “Penso che non abbiamo molta scelta. Anche se quel Wolff non mi piace tanto, non abbiamo alternative …” -
    - “Fidati, Toto è una brava persona, ci possiamo fidare di lui.” -
    - “In questo mondo nessuno è una brava persona, Guido. Sono tutti pronti a sfruttarti, sappilo.” -
    - “Intanto ha già chiarito ciò che mi aspetterebbe con Gregori in squadra. Vuole subito essere chiaro con noi, non vuole problemi.” -
    - “Chissà … forse hai ragione … ma, comunque, è meglio non fidarci troppo di lui, per il momento.” -
    - “Lo so … conosco la tua diffidenza nei confronti di tutti …” -
    L’uomo a quel punto disse con amarezza, rivangando ricordi che preferiva tenere sepolti - “Voglio solo proteggerti da questo mondo sporco e ingrato, che mi ha lasciato nella melma … se non fosse stato per te e per tua madre non so dove starei adesso … probabilmente, anzi, sicuramente mi sarei …” -
    Il giovane lo zittì poggiandogli una mano sulla spalla - “Sta tranquillo, papà … lo so quanto io e la mamma siamo importanti per te … e anche Homura …” -
    Lui sorrise. Incredibile, lo chiamava ancora papà dopo tanti anni, nonostante tra di loro non vi fossero legami di sangue veri e propri. In fondo lo capiva, lui era stato la sua figura maschile di riferimento, a cui aveva trasmesso tutto ciò che sapeva e che amava, compresa l’ossessione per i motori, che lo aveva spinto fino a quel punto.
    E poi c’era Homura … la sua piccola … tanto bella quanto fragile … come una bambola di porcellana … che Guido aveva protetto per tutto questo tempo, rinunciando a tanto, troppo … ora meritava un premio … aveva sprecato la sua adolescenza stando dietro alle crisi cardiache di quella povera ragazza, compensando la presenza sua e della loro madre, che non potevano starle sempre dietro. Meritava quest’opportunità … l’opportunità che lui, Shin Akemi, non aveva mai avuto a causa di quel dannato incidente a Suzuka nel 1989 durante la gara finale del campionato giapponese di Formula 3000, che gli aveva stroncato sul nascere una grande carriera automobilistica, e che per miracolo non lo lasciò senza gambe come Alex Zanardi. L’opportunità di diventare il più grande di tutti, il campione del mondo di Formula 1 …
    - “Grazie, figliolo. Lo apprezzo molto, lo sai.” -
    - “Lo so …” -
    - “Allora andiamo a firmare questo contratto, e a imbarcarci in una nuova avventura … insieme!” -
    - “D’accordo, pà!” -


    Homura poteva leggere la delusione negli occhi di suo fratello. Non doveva andare così la sua prima qualifica in Formula 1, non al volante della Mercedes. Fosse accaduto con la Renault o la Haas lo si sarebbe potuto perdonare, ma così … no, non andava bene per niente.
    Quel dannato testacoda e quell’urto addosso alle barriere di protezione che ha danneggiato irrimediabilmente la sua vettura in Q3, prima che potesse segnare un tempo sul giro valido … no, non ci volevano. Sarebbe partito soltanto decimo in griglia domenica, e ciò era davvero grave.
    Non più di tanto sicuramente per il team Mercedes, con cui Sandro Gregori, che aveva sostituito il campione del mondo in carica Lewis Hamilton (che aveva deciso di abbandonare la Formula 1 dopo aver superato il suo idolo, Ayrton Senna, sia come titoli mondiali conquistati sia come pole-position e vittorie per inseguire una carriera nel mondo della musica rap, dopo essersi montato la testa a seguito di un giudizio positivo di un suo demo da parte di 50 Cent e Puff Daddy), aveva conquistato la pole al debutto con la squadra tedesca. Questo per Homura, che era venuta fino in Australia a supportare Guido, nonostante i medici ritenessero fosse meglio per lei restare a casa, era ingiusto, visto che nelle prove libere l’italiano era sempre stato il più veloce tra i due, ma purtroppo aveva sbagliato nel momento decisivo, quello dove si decideva tutto.
    Aveva paura che suo padre lo sgridasse, gli dicesse che aveva fatto un errore madornale, che aveva rovinato tutto. E sembrava sul punto di fatto, quando, claudicante, era giunto verso di lui con sguardo severo.
    Il giovane teneva il capo chino, consapevole del casino combinato, che aveva pregiudicato la sua gara. E invece, una volta trovatisi uno a due centimetri dall’altro, gli disse, fermo e deciso - “Non cadere nella disperazione. Domani dovrai dare il meglio di te. Non tutto è perduto, puoi riparare.” -
    La cosa lasciò i due fratellastri interdetti: si aspettavano da Shin una ramanzina, a giudicare anche dal broncio che teneva. Forse aveva pensato all’inizio di farlo, rendendosi poi conto che avrebbe solo girato il coltello in una piaga già molto profonda, o esso era dettato solo dal dispiacere per quel risultato.
    - “Va bene. Domani darò il massimo, te lo prometto.” -
    - “Ne sono certo.” - e gli diede una pacca sulla spalla, poi si congedò.
    Tuttavia la tristezza continuava a permeare il volto del pilota, e la ragazza cercò di consolarlo - “D … dai! Non ti scoraggiare! Sono sicura che ce la farai! Tu sei il mio fratellone … il più forte di tutti!” -
    Lui la guardò un attimo, e le sfregò i capelli sorridendole dolcemente - “Grazie, prugnetta. Grazie …” -
    Un gesto che scaldò il suo martoriato cuore, e che per la prima volta, dopo tanto tempo, la fece sentire felice.

    Le qualificazioni del Gran Premio d’Australia 2018 ci hanno regalato tante emozioni e colpi di scena, primo fra tutti l’incidente che ha impedito a Guido Torrelli di completare un giro utile per la terza fase di qualificazione, e che quindi lo costringerà a partire dalla decima posizione in griglia di partenza (l’urto non ha danneggiato il telaio, per cui il team Mercedes potrà sostituire i componenti distrutti senza subire penalità). Si prospetta quindi un debutto in Formula 1 difficile per il campione del mondo in carica del DTM, che al momento evita di rilasciare interviste, che sicuramente rischiano solo di peggiorare il suo già provato stato mentale in vista della gara.
    Grandissima prestazione di Sandro Gregori, che dopo anni passati a lottare nelle retrovie con la Sauber finalmente ha potuto sfoggiare il suo grande valore, ottenendo la pole al suo battesimo con le Frecce d’Argento. Dietro di lui le Ferrari di Sebastian Vettel, che si è visto soffiare la posizione al palo per soli tre centesimo di secondo, e del suo ex compagno di squadra Lucio Franceschini, a due decimi da Gregori.
    Quarta e quinta posizione per le Red Bull di Max Verstappen e della giovanissima debuttante Rebecca Stewart, che dopo le grandi prestazioni ottenute con la Toro Rosso negli ultimi Gran Premi della stagione 2017 è stata immediatamente promossa nel team maggiore. Primo pilota donna dai tempi di Giovanna Amati, che corse con le Brabham nelle prime tre gare della stagione 1992 (senza però mai riuscire a qualificarsi), nonché nipote del grande Jackie Stewart, la diciottenne ha subito commentato con un grosso sorriso il suo risultato: “Sono felicissima di essere riuscita a fare bella figura qui a Melbourne. Avevo paura di combinare qualche casino, di uscire di pista durante il mio giro lanciato, e invece eccomi qui, a meno di un decimo da Max! Sono davvero contenta, spero di fare altrettanto bene in gara!”.
    Grandissima sesta posizione per Daniel Ricciardo, alla sua prima con la Renault dopo aver lasciato la Red Bull, a causa di alcuni screzi riguardanti il ruolo di prima guida di fatto di Verstappen: “So che sarà molto difficile puntare al podio, figurarsi alla vittoria.”, ha affermato il pilota australiano: “Però qui mi sento libero finalmente: i tecnici mi ascoltano e mi supportano, a differenza di quanto accadeva in Red Bull, dove tutti pendono dalle labbra di Verstappen. In questo mi sento di consigliare a Rebecca Stewart di stare molto attenta. Lì fanno tanto gli amiconi, ma appena possono ti pugnalano alle spalle.”.
    Settimo posto invece per Fernando Alonso, che conferma le ottime sensazioni provate nelle prove libere di ieri e oggi: “Finalmente la McLaren ha il passo per poter competere nella zona punti. Il propulsore Renault va una meraviglia, manca ancora un po’ di velocità di punta, ma finalmente posso spingerlo al massimo, a differenza di quanto accadeva con quello Honda, che mi obbligava a tenere la potenza bassa per evitare guasti.”.
    A chiudere la top ten ci sono Carlos Sainz (Renault), Stoffel Vandoorne (McLaren) e il già citato Torrelli (Mercedes).


    CONFERENZA STAMPA

    SANDRO GREGORI, MERCEDES GP, POLEMAN: “E’ stato assolutamente epico! Non riesco ancora a credere di aver conquistato la pole-position al mio primo Gran Premio con la Mercedes! Insomma, sapevo di essere bravo, ma non fino a questo punto! Questa macchina è fantastica, è come fare l’amore con una donna … una donna bellissima e sensuale, senza inibizioni … ooooooooh … è stato un tempo sul giro davvero orgasmico … la squadra può vincere anche senza Hamilton e Bottas. Basto io.

    SEBASTIAN VETTEL, SCUDERIA FERRARI, SECONDO: “La SF71-H penso sia sulla pista giusta, anche se ci sono delle cose da migliorare. Comunque abbiamo fatto progressi dall’anno scorso, adesso siamo a pochissimo dalle Mercedes sul giro secco, grazie al lavoro dei ragazzi giù a Maranello e a quelli che sono con noi a Melbourne. Questo risultato è merito mio e loro … insomma, nostro.

    LUCIO FRANCESCHINI, SCUDERIA FERRARI, TERZO: “Siamo andati veramente bene oggi, meglio di quanto avessero lasciato trapelare le simulazioni di qualifica questa mattina. Sarà dovuto probabilmente all’innalzamento delle temperature negli ultimi minuti di Q3, la Ferrari va fortissima con l’asfalto caldo. Se le cose dovessero restare tali domani allora ci sarà davvero da divertirsi. Sono davvero felice di questa mia prima qualificazione con la Ferrari, non poteva andare meglio. E scusate, ora vado a vomitare in bagno. Le affermazioni del mio collega Sandro Gregori riguardanti il suo amore fin troppo profondo nei confronti della sua auto mi hanno rovesciato lo stomaco.

    GRIGLIA DI PARTENZA GP AUSTRALIA

    1. Sandro Gregori (Mercedes)
    2. Sebastian Vettel (Ferrari)
    3. Lucio Franceschini (Ferrari)
    4. Max Verstappen (Red Bull-TAG Heuer)
    5. Rebecca Stewart (Red Bull-TAG Heuer)
    6. Daniel Ricciardo (Renault)
    7. Fernando Alonso (McLaren-Renault)
    8. Carlos Sainz (Renault)
    9. Stoffel Vandoorne (McLaren-Renault)
    10. Guido Torrelli (Mercedes)
    11. Kevin Magnussen (Haas-Ferrari)
    12. Sergio Pérez (Force India-Mercedes)
    13. Esteban Ocon (Force India-Mercedes)
    14. Romain Grosjean (Haas-Ferrari)
    15. Pierre Gasly (Toro Rosso-Honda)
    16. Marcus Ericsson (Alfa Romeo Sauber-Ferrari)
    17. Charles Leclerc (Alfa Romeo Sauber-Ferrari)
    18. Brendon Hartley (Toro Rosso-Honda)
    19. Lance Stroll (Williams-Mercedes)
    20. Sergei Sirotkin (Williams-Mercedes)
     
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    Io amo Torrelli. :wub:
    E anche Rebecca Stewart, a prescindere.

    Non oso immaginare cosa sia in grado di combinare Grigori. Non per altro, ma credo che Bottas sia uno disposto ad alzare il fondoschiena dal sedile solo per motivi veramente gravi. :D
     
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    CITAZIONE (Milly Sunshine @ 3/8/2018, 21:19) 
    Io amo Torrelli. :wub:
    E anche Rebecca Stewart, a prescindere.

    Non oso immaginare cosa sia in grado di combinare Grigori. Non per altro, ma credo che Bottas sia uno disposto ad alzare il fondoschiena dal sedile solo per motivi veramente gravi. :D

    C'è dell'altro per quanto riguarda Bottas, oltre al problema di Gregori, ma non posso svelarlo adesso perché sarebbe un gran brutto spoiler.
    Rebecca sarà moooooooolto diversa rispetto alla prima versione della FF, sicuramente non avrà quella deriva penosa da zo**ola che le ho fatto avere.
     
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    AUSTRALIA/2 - GARA

    Il Gran Premio di apertura della stagione 2018 di Formula 1 è stato caratterizzato da una serie di colpi di scena sensazionali, a cominciare dalla partenza, nella quale Guido Torrelli guadagna ben quattro posizioni, portandosi sesto alla prima curva alle spalle delle Red Bull di Verstappen e Stewart. Posizioni invariate invece per i primi cinque, con Gregori che subito detta il passo, inseguito dalle Ferrari di Vettel e Franceschini, e poi dalle due “lattine”. Bagarre nella parte centrale del gruppo, con Sainz che dopo una partenza incolore si scontra con la Haas di Magnussen, costringendoli immediatamente a tornare ai box a sostituire rispettivamente la gomma posteriore sinistra forata e l’alettone anteriore. Lo scontro spinge i commissari a chiamare la Virtual Safety Car, con conseguente congelamento dei distacchi tra i piloti, per pulire i detriti dell’incidente.
    La situazione di gara torna normale al terzo giro, proseguendo in tal modo fino al 18esimo, eccezion fatta per i due sorpassi compiuti ai danni di Stewart e Verstappen da Torrelli nel quinto e nell’ottavo passaggio. Inizia quindi il valzer dei pit-stop: la Ferrari decide subito di richiamare Vettel per il cambio gomme, sperando di poter recuperare con l’undercut i due secondi che la separano dalla Mercedes dell’italiano con passaporto statunitense. Le Frecce d’Argento rispondono subito, e nel giro seguente anche Gregori fa la sua sosta, ma arriva il colpo di scena: il meccanico addetto alla ruota anteriore sinistra segnala un problema con la pistola avvitatrice, subito sostituita, che fa perdere al pilota quindici secondi preziosi, nei quali viene scavalcato da Vettel e da Franceschini, quest’ultimo rientrato insieme a Gregori. Passa brevemente in testa Torrelli, che al 20esimo giro rientra per il suo cambio gomme, uscendo davanti al suo compagno di squadra.
    Intanto più indietro si consuma una lotta all’ultimo sangue tra Ricciardo e Alonso, che hanno pittato insieme, per la settima posizione, la prima degli “altri” (ovvero dei piloti che non corrono per Mercedes, Ferrari e Red Bull), con l’idolo di casa che riesce a tenere dietro di sé il due volte campione del mondo, sfruttando la maggiore efficienza aerodinamica in rettilineo della sua Renault per guadagnare terreno, nonostante la McLaren usi il DRS.
    Intanto Torrelli e Gregori fanno fatica a raggiungere le Ferrari, nonostante per tutto il weekend si siano dimostrati più veloci dei loro rivali della Rossa, segno che la Mercedes soffre le mescole di gomme più dure rispetto ai loro rivali diretti. Un segnale che fa uscire Maurizio Arrivabene, team principal della Ferrari, dalla sua solita compostezza granitica, strappandogli un lieve sorriso di sollievo: le Frecce d’Argento non sono imbattibili.
    Niente di rilevante da segnalare nei giri successivi, eccetto la lotta fraterna in casa Force India tra Peréz e Ocon per la decima posizione, l’ultima valida per la zona punti.
    Le carte, però, si rimescolano al 40esimo giro, quando si scontrano la Toro Rosso di Hartley e la Williams di Sirotkin mentre si contendono un’irrilevante 15esima posizione, che finiscono entrambi fuori gara. I detriti sono talmente tanti che la direzione gara è costretta a mandare in pista la Safety Car vera e propria, ricompattando i distacchi tra i concorrenti. Ci vogliono cinque tornate per ripulire la pista dai pezzi delle due vetture incidentate. Praticamente tutti i piloti (fatta eccezione per Gasly e Stroll, entrambi troppo indietro per impensierire quelli che si trovano in zona punti) compiono un pit-stop per cambiare gomme, mettendo tutti Ultrasoft. Le posizioni restano invariate, anche se per poco Franceschini e Gregori non si toccano nella corsia box.
    Una volta tornata ai box la macchina di sicurezza la gara riprende, e Vettel ne approfitta per accumulare un buon margine sui suoi inseguitori. Franceschini regge bene l’assalto delle due Mercedes, alle quali manca ancora quel guizzo per sopravanzare il ferrarista, mentre Ricciardo scoda troppo in uscita dall’ultima curva, e Alonso ne approfitta per guadagnare margine sul rettilineo d’arrivo e poi strappargli la settima posizione con un sorpasso di cattiveria pura in piena staccata in curva 1 a ruote fumanti. Vandoorne, nono, invece resiste all’attacco di Pérez.
    Negli ultimi 13 giri assistiamo a un consolidamento del vantaggio di Vettel sui suoi inseguitori, a causa dell’usura crescente degli pneumatici di Franceschini (che non riesce a trattarli gentilmente come il suo compagno di squadra). Le Mercedes sanno che possono giocarsi tutto solo all’ultimo giro.
    Giunge quindi al traguardo in prima posizione Sebastian Vettel, mentre a cinque secondi di ritardo stanno giungendo in volata l’altra Ferrari e le Frecce d’Argento. Toto Wolff manda quindi contemporaneamente un team radio a Gregori e Torrelli: “OMEGA-1, OMEGA-1!”.
    Accerchiano quindi il ferrarista sul rettilineo finale: Sandro a destra, Guido a sinistra. I tre giungono in volata al traguardo, racchiusi in un solo decimo di secondo. Ad arrivare secondo è Gregori, Franceschini terzo e Torrelli quarto, autore comunque di una grande gara, essendo partito decimo.
    A dieci secondi da Vettel arrivano, quasi in parata, le Red Bull di Verstappen e Stewart (la quale col suo sesto posto pareggia il miglior risultato ottenuto in Formula 1 da una donna di Lella Lombardi al Gp di Spagna 1975). Le lattine hanno chiaramente corso in maniera conservativa, per risparmiare le loro auto in vista di gare a loro più congeniali.
    Settimo Alonso, che esulta come se avesse vinto, avendo finalmente un’auto in cui tutto ha funzionato alla perfezione, con la quale ha potuto spingere al massimo senza preoccuparsi della rottura del suo propulsore. Completano quindi la zona punti Ricciardo, Vandoorne e Pérez.


    CONFERENZA STAMPA

    SEBASTIAN VETTEL, SCUDERIA FERRARI, VINCITORE: “La macchina ha funzionato alla perfezione, anche se penso che senza il problema ai box di Sandro difficilmente saremmo riusciti a superarlo in pista. C’è ancora molto da lavorare, ma siamo indietro di pochissimo dalle Mercedes. In gara siamo perfetti, è in qualifica che dobbiamo assolutamente migliorare. Dobbiamo essere in grado di fare sempre la pole position, solo così possiamo assicurarci la vittoria in gara. Comunque una cosa è certa: noi siamo in lotta per il Mondiale, questo è poco, ma sicuro.

    SANDRO GREGORI, MERCEDES GP, SECONDO: “Avrei potuto vincere … avrei potuto vincere, se non fosse stato per quel dannato meccanico! C’è, l’avete visto?! Ci ha messo quindici secondi … QUINDICI SECONDI per capire che quella dannata pistola non funzionava! E’ assolutamente inammissibile, per colpa sua ho perso una vittoria facile! Così non si può andare avanti in una squadra seria, non me ne frega niente che abbia commesso un solo errore in tutto il weekend, perché lo ha commesso proprio nel momento più cruciale! Spero vivamente che Toto e Niki (Lauda, presidente non esecutivo del team Mercedes nda) prendano provvedimenti al riguardo! Comunque noi restiamo i migliori in quanto a prestazioni. Sono fiducioso che in Bahrein potrò rifarmi.

    LUCIO FRANCESCHINI, SCUDERIA FERRARI, TERZO: “Decisamente non potevo fare di meglio oggi, anzi, è tanto che al traguardo sia riuscito a restare davanti a Torrelli. A fine gara le mie gomme erano praticamente finite, mentre Sebastian ancora riusciva a sfruttarle. Non so spiegarmelo, probabilmente mi devo ancora adattare a questo tipo di vettura, che è molto diversa rispetto alla Sauber che fino all’anno scorso ho guidato. La Ferrari è una vera scheggia, ma devi saper gestirla. E’ molto sensibile, soprattutto sul posteriore, mentre l’anteriore è assolutamente stabile. Sono fiducioso, posso farcela a recuperare. Ah, e vorrei dire una cosa al mio collega Gregori, che per mia sfortuna è stato mio compagno di squadra fino alla scorsa stagione: non gli fa bene avere questi sfoghi da adolescente in pieno ciclo mestruale. Non dà una buona immagine di lui e della sua squadra, soprattutto se questi insulta un meccanico che ha commesso un errore umano, per quanto grossolano.

    Di qui è seguito un battibecco tra Gregori e Franceschini che preferiamo non riportare in maniera diretta, visto che offenderebbe la sensibilità di soggetti particolarmente impressionabili e di bambini.

    GUIDO TORRELLI, MERCEDES GP, QUARTO: “E’ stata sicuramente una gara d’assalto, nella quale sono riuscito a raccogliere il massimo che potevo. E’ stato un vero peccato, però, sono rimasto terzo per più di metà corsa, e poi all’ultimo giro ho perso la mia posizione. Non me ne lamento, però. La squadra aveva ordinato a me e a Sandro di dare il massimo per conquistare quanti più punti possibile per la Classifica Costruttori. A lui è andata bene, a me no. Non penso sia stato male come debutto in Formula 1, il mio, ho lottato contro piloti con più esperienza di me. Sicuramente non potrò puntare a vincere gare fin da subito, per il momento sono qui soprattutto per imparare come guidare queste monoposto, molto diverse dalle auto del DTM che ho guidato fino all’anno scorso. Mi dispiace che il mio compagno di squadra non abbia vinto, non se lo meritava, però, purtroppo, le corse sono anche questo.”

    REBECCA STEWART, RED BULL RACING, SESTA: “Sono davvero contenta! Sì, ho perso una posizione rispetto alla partenza, così anche Max, ma, capirete, ci ha superato una Mercedes. Ancora non abbiamo il passo per competere per la vittoria, ma abbiamo ampi margini di miglioramento. Possiamo colmare il gap. Comunque sono davvero soddisfatta del mio debutto, nonno Jackie appena sono arrivata ai box mi ha fatto i complimenti per come ho guidato, a suo dire senza fare il minimo errore. Questo mi riempie il cuore d’orgoglio. Lui è il maestro migliore che si possa avere, mi ha insegnato tutto quello che sa sui motori e le corse. Pensate che mentre i miei genitori insistevano a regalarmi le bambole quando ero piccola lui mi dava le macchinine, che non andavano bene a loro, visto che erano giochi da maschio. Non potete nemmeno immaginare la faccia che hanno fatto quando a sei anni mi regalò il mio primo go-kart … ma a loro voglio bene comunque, e loro lo vogliono a me. Alla fine, come tutti i genitori sani di mente, si sono rassegnati all’evidenza. Questo risultato lo dedico a loro, e alla grande Lella. Forse non è un caso che abbia concluso la gara nella stessa posizione con la quale lei, nel suo piccolo, è entrata nella leggenda, sia della Formula 1 sia di tutte noi donne che ogni giorno combattiamo per fare in modo che siamo riconosciute come pari rispetto ai maschi. Di certo saranno sempre loro in maggioranza a gareggiare, è inutile negarlo: per prepararmi a dovere ho dovuto sottopormi ad allenamenti rigidissimi, che mal si adattavano al mio fisico femminile, pure troppo per i miei gusti. Comunque a tutte noi va concessa un’opportunità. Saremo al massimo quattro-cinque contro quindici piloti uomini? Intanto permettessero a noi quattro-cinque ragazze di dimostrare il nostro valore. Sono felice che Liberty Media si stia aprendo da quel punto di vista, ricordo gli scontri che ci furono all’epoca quando correvo nei campionati mondiali di kart tra Ecclestone, che non voleva che noi donne gareggiassimo, e Michael Schumacher, che invece ci sosteneva. Un pensiero va anche a Michael, che ebbi la fortuna di conoscere pochi mesi prima che avesse quello sciagurato incidente sugli sci, quando venne ad assistere alle finali del mondiale di karting, alle quali arrivai terza. Fece i complimenti a mio nonno per come mi aveva tirata su bene, e mi diede una pacca sulla spalla, dicendomi che ero una grande pilota, e che dovevo continuare così. Tutti mi trattavano con riserbo e timore a causa del mio sesso, tranne lui. E’ stato il primo a trattarmi come una sua pari, come se di fronte a lui avesse un altro maschio. Il mondo è davvero ingiusto … tra tanti perché proprio a lui doveva succedere una cosa del genere … scusate, ora sto diventando veramente sentimentale. Perdonatemi … ora devo andare.

    RISULTATO GARA

    1. Sebastian Vettel (Ferrari) 58 giri in 1h34’29”832
    2. Sandro Gregori (Mercedes) a 5”126
    3. Lucio Franceschini (Ferrari) a 5”184
    4. Guido Torrelli (Mercedes) a 5”223
    5. Max Verstappen (Red Bull-TAG Heuer) a 10”431
    6. Rebecca Stewart (Red Bull-TAG Heuer) a 10”985
    7. Fernando Alonso (McLaren-Renault) a 12”204
    8. Daniel Ricciardo (Renault) a 13”402
    9. Stoffel Vandoorne (McLaren-Renault) a 14”985
    10. Sergio Pérez (Force India-Mercedes) a 15”209

    11. Esteban Ocon (Force India-Mercedes) a 16”808
    12. Romain Grosjean (Haas-Ferrari) a 17”680
    13. Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) a 18”903
    14. Carlos Sainz (Renault) a 20”009
    15. Pierre Gasly (Toro Rosso-Honda) a 21”514
    16. Charles Leclerc (Alfa Romeo Sauber-Ferrari) a 22”987
    17. Marcus Ericsson (Alfa Romeo Sauber-Ferrari) a 23”612
    18. Lance Stroll (Williams-Mercedes) a 27”876

    I piloti in grassetto sono quelli contrassegnati in zona punti

    Ritirati

    • Brendon Hartley (Toro Rosso-Honda) per collisione con Sergei Sirotkin al 40esimo giro
    • Sergei Sirotkin (Williams-Mercedes) per collisione con Brendon Hartley al 40esimo giro

    CLASSIFICA PILOTI

    1. Sebastian Vettel (Ferrari) 25 pts.
    2. Sandro Gregori (Mercedes) 18 pts.
    3. Lucio Franceschini (Ferrari) 15 pts.
    4. Guido Torrelli (Mercedes) 12 pts.
    5. Max Verstappen (Red Bull-TAG Heuer) 10 pts.
    6. Rebecca Stewart (Red Bull-TAG Heuer) 8 pts.
    7. Fernando Alonso (McLaren-Renault) 6 pts.
    8. Daniel Ricciardo (Renault) 4 pts.
    9. Stoffel Vandoorne (McLaren-Renault) 2 pts.
    10. Sergio Pérez (Force India-Mercedes) 1 pt.

    CLASSIFICA COSTRUTTORI

    1. Ferrari 40 pts.
    2. Mercedes 30 pts.
    3. Red Bull-TAG Heuer 18 pts.
    4. McLaren-Renault 8 pts.
    5. Renault 4 pts.
    6. Force India-Mercedes 1 pt.
     
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    K0M3 6 KaTtYv0!!!!11!! hai fatto ritirare Brendon bitch. :cry:
    Dalle interviste, Torrelli e Rebecca mi piacciono molto. Lucio invece non ha capito nulla dalla vita: mai continuare le polemiche delle stagioni precedenti pubblicamente in conferenza stampa. :lol:
     
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    CITAZIONE (Milly Sunshine @ 8/8/2018, 01:21) 
    K0M3 6 KaTtYv0!!!!11!! hai fatto ritirare Brendon bitch. :cry:
    Dalle interviste, Torrelli e Rebecca mi piacciono molto. Lucio invece non ha capito nulla dalla vita: mai continuare le polemiche delle stagioni precedenti pubblicamente in conferenza stampa. :lol:

    MUAHAHAHAHAHAH ... quanto sono malvagio ... dovrei fare il remake di Cattivissimo Me ...
    Guido è italiano, ma è comunque cresciuto per molto tempo in Giappone, e ha imparato da lì il senso di umiltà e di serietà. Rebecca l'ho resa una ragazza buona, gentile e piuttosto ingenua, anche se non ai limiti della bimbominkiaggine, praticamente il contrario di quella della mia prima FF.
    Lucio e Sandro li ho voluti invece caratterizzare come nella storia originale (ovvero il primo Sogno senza fine, non Red vs Silver, dove erano già più maturi) per uno scopo ben preciso (diciamo in parte un'autocritica nei miei stessi confronti, o meglio verso il me stesso adolescente).
     
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    VERIZON INDYCAR SERIES - FIRESTONE GRAND PRIX OF ST. PETERSBURG - RISULTATI

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    St. Petersburg, Florida, 11 marzo 2018

    La stagione 2018 del campionato IndyCar si è aperta sotto i migliori auspici per il francese Sébastien Bourdais, che nel tracciato cittadino di St. Petersburg, lungo meno di 3 km, ha colto una vittoria inaspettata, dopo una gara condotta nella sua prima metà dal poleman, il rookie* Robert Wickens, che ha poi perso la testa dopo l’incidente che ha coinvolto Max Chilton e Jordan King durante il 71esimo giro di corsa, che ha chiamato di conseguenza in pista la Pace Car e ha azzerato i distacchi accumulati precedentemente, dando modo a Bourdais, fresco di pit-stop, di recuperare terreno dalla 12esima posizione in cui era rimasto relegato fino a quel momento.
    Dalla ripartenza della corsa, la vittoria è stata una questione tra Bourdais, Graham Rahal e Scott Dixon, mentre dietro, a due secondi di distacco da quest’ultimo, avveniva una battaglia per la quarta posizione tra Steve Warson, i rookie Michel Vaillant e Felipe Massa, Wickens, rimasto imbottigliato nel traffico dopo il pit-stop forzato dietro la Pace Car, Will Power, Marco Andretti e Tony Kanaan, con tutta una serie di sorpassi e controsorpassi tra i suddetti piloti.
    A due giri dal termine è avvenuto un contatto tra il poleman e l’ex ferrarista, con il primo che, perso il controllo della sua monoposto, va a sbattere contro il muretto al lato della pista, mentre Massa riesce a tenere la vettura in pista, seppur con l’alettone anteriore fortemente danneggiato, perdendo solo due posizioni da Andretti e Kanaan.
    La gara viene quindi conclusa dietro la Pace Car, portando al successo in parata Bourdais, seguito da Dixon, che negli ultimi istanti prima della bandiera gialla era riuscito a superare Rahal.
    Il francese si è dichiarato soddisfatto dalla vittoria: “Oggi è stato fantastico, la macchina era perfetta, e ho avuto la fortuna dalla mia parte. E’ stato tutto perfetto, sono felicissimo.”.
    Grande felicità anche per il team Vaillante, che ha centrato il quarto e il quinto posto al debutto in IndyCar con Warson e Michel Vaillant, alla sua prima nella categoria statunitense.
    “E’ stato un ottimo risultato, non potevamo aspettarci di meglio.”, ha affermato il patron Henri Vaillant, padre di Michel: “So che corriamo tutti con lo stesso telaio, ma avevamo comunque il timore che il nostro motore Peugeot non reggesse la distanza di un Gran Premio, e invece non abbiamo riscontrato nessun problema di particolare entità, giusto un calo di potenza nel finale sulla vettura di Steve. Ora siamo molto più fiduciosi per l’avvenire.”
    Delusione invece per Felipe Massa, solo ottavo dopo una gara in cui ha navigato tra la quarta e la sesta posizione: “Certamente mi aspettavo di meglio, purtroppo durante il penultimo giro ho avuto questo scontro con Wickens. L’errore è stato mio, ho visto un varco dove in realtà non c’era, e ho urtato Robert. Mi dispiace molto, spero accetti le mie scuse”.



    indycar-st-pete-2018-race-winner-sebastien-bourdais-dale-coyne-racing-with-vasser-sulliva-7801418
    Sébastien Bourdais festeggia la sua vittoria



    CLASSIFICA FINALE

    1. Sébastien Bourdais (Dale Coyne Racing with Vasser-Sullivan-HONDA) 51 pts.
    2. Scott Dixon (Chip Ganassi Racing-HONDA) 41 pts.
    3. Graham Rahal (Rahal Letterman Lanigan Racing-HONDA) 35 pts.
    4. Steve Warson (Vaillante Père & Fils Team-PEUGEOT) 32 pts.
    5. Michel Vaillant (R) (Vaillante Père & Fils Team-PEUGEOT) 30 pts.
    6. Marco Andretti (Andretti Herta Autosport with Curb-Agajanian-HONDA) 29 pts.
    7. Tony Kanaan (A.J. Foyt Enterprises-CHEVROLET) 26 pts.
    8. Felipe Massa (R) (A.J. Foyt Enterprises-CHEVROLET) 24 pts.
    9. Will Power (Team Penske-CHEVROLET) 22 pts.
    10. Ryan Hunter-Reay (Andretti Autosport-HONDA) 20 pts.
    11. Alexander Rossi (Andretti Autosport-HONDA) 19 pts.
    12. James Hinchcliffe (Schmidt Peterson Motorsports-HONDA) 18 pts.
    13. Josef Newgarden (Team Penske-CHEVROLET) 17 pts.
    14. Ed Jones (Chip Ganassi Racing-HONDA) 16 pts.
    15. Takuma Sato (Rahal Letterman Lanigan Racing-HONDA) 15 pts.
    16. Simon Pagenaud (Team Penske-CHEVROLET) 14 pts.
    17. Spencer Pigot (Ed Carpenter Racing-CHEVROLET) 13 pts.
    18. Zachary Claman DeMelo ® (Dale Coyne Racing-HONDA) 12 pts.
    19. Gabby Chaves (Harding Racing-CHEVROLET) 11 pts.
    20. Robert Wickens (R) (Schmidt Peterson Motorsports-HONDA) 13 pts.
    21. Charlie Kimball (Carlin-CHEVROLET) 9 pts.
    22. Matheus Leist (R) (A. J. Foyt Enterprises-CHEVROLET) 8 pts.
    23. Max Chilton (Carlin-CHEVROLET) 7 pts.
    24. Jordan King (R) (Ed Carpenter Racing-CHEVROLET) 6 pts.

    CLASSFICA PILOTI INDYCAR 1 DI 17

    1. Sébastien Bourdais (Dale Coyne Racing with Vasser-Sullivan-HONDA) 51 pts.
    2. Scott Dixon (Chip Ganassi Racing-HONDA) 41 pts.
    3. Graham Rahal (Rahal Letterman Lanigan Racing-HONDA) 35 pts.
    4. Steve Warson (Vaillante Père & Fils Team-PEUGEOT) 32 pts.
    5. Michel Vaillant (R) (Vaillante Père & Fils Team-PEUGEOT) 30 pts.
    6. Marco Andretti (Andretti Herta Autosport with Curb-Agajanian-HONDA) 29 pts.
    7. Tony Kanaan (A.J. Foyt Enterprises-CHEVROLET) 26 pts.
    8. Felipe Massa (R) (A.J. Foyt Enterprises-CHEVROLET) 24 pts.
    9. Will Power (Team Penske-CHEVROLET) 22 pts.
    10. Ryan Hunter-Reay (Andretti Autosport-HONDA) 20 pts.
    11. Alexander Rossi (Andretti Autosport-HONDA) 19 pts.
    12. James Hinchcliffe (Schmidt Peterson Motorsports-HONDA) 18 pts.
    13. Josef Newgarden (Team Penske-CHEVROLET) 17 pts.
    14. Ed Jones (Chip Ganassi Racing-HONDA) 16 pts.
    15. Takuma Sato (Rahal Letterman Lanigan Racing-HONDA) 15 pts.
    16. Simon Pagenaud (Team Penske-CHEVROLET) 14 pts.
    17. Spencer Pigot (Ed Carpenter Racing-CHEVROLET) 13 pts.
    18. Robert Wickens (R) (Schmidt Peterson Motorsports-HONDA) 13 pts.
    19. Zachary Claman DeMelo ® (Dale Coyne Racing-HONDA) 12 pts.
    20. Gabby Chaves (Harding Racing-CHEVROLET) 11 pts.
    21. Charlie Kimball (Carlin-CHEVROLET) 9 pts.
    22. Matheus Leist (R) (A. J. Foyt Enterprises-CHEVROLET) 8 pts.
    23. Max Chilton (Carlin-CHEVROLET) 7 pts.
    24. Jordan King (R) (Ed Carpenter Racing-CHEVROLET) 6 pts.

    Il punteggio viene assegnato col seguente sistema: 50-40-35-32-30-28-26-24-22-20-19-18-17-16-15-14-13-12-11-10-9-8-7-6-5 (dalla 25esima posizione in giù). I piloti che hanno conseguito la pole-position e hanno condotto la gara almeno per un giro ricevono 1 punto in più, mentre il corridore che è stato in testa per maggior tempo alla corsa ne prende 2.

    CLASSIFICA COSTRUTTORI INDYCAR 1 DI 17

    1. Honda 269 pts.
    2. Chevrolet 157 pts.
    3. Peugeot 62 pts.

    GLOSSARIO INDYCAR

    Rookie: nei campionati americani (tra cui IndyCar e NASCAR) i piloti debuttanti sono definiti rookies. I rookies sono tenuti in grande considerazione, tanto che il migliore di loro a fine anno riceve un premio ufficiale, Rookie of the Year, e ne esiste uno analogo per il miglior rookie della 500 Miglia d’Indianapolis (facente parte del calendario IndyCar).
     
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    Feliiii in Indycar! :woot: :feli:
    E Warson che sta davanti a Vaillant senza ordini di scuderia. *-*

    E, niente, quest'ultimo aggiornamento mi ha incuriosita molto, perché non vedo l'ora di scoprire che punti di contatto avrà con la F1 e con i protagonisti.
     
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    Feliiii in Indycar! :woot: :feli:

    Ed è in squadra con Kanaan!! :feli: :feli: :feli:

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    E Warson che sta davanti a Vaillant senza ordini di scuderia. *-*

    La scuderia Vaillante di questa storia è il più simile possibile a quella del fumetto originale, così come i personaggi. Michel è un tipo che detesta gli ordini di scuderia (a meno che non si tratti di tattiche per confondere l'avversario), e non permetterebbe MAI a suo padre di ordinare al suo compagno di fargli strada, preferisce passarlo in pista, o rinunciare alla lotta, se rischiasse di danneggiare il team.

    CITAZIONE
    E, niente, quest'ultimo aggiornamento mi ha incuriosita molto, perché non vedo l'ora di scoprire che punti di contatto avrà con la F1 e con i protagonisti.

    In questa storia riporterò la mia versione della stagione 2018 dell'IndyCar (compresa la 500 Miglia d'Indianapolis, che sarà molto importante per la trama), e scriverò anche della 24 Ore di Le Mans, mentre non penso tratterò di tutta la stagione Endurance (anche perché in questa edizione del campionato sfora, andando a coprire pure il 2019).
     
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