Gran Premio di Abu Dhabi: QUALIFICHE + GARA

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    E' arrivato il finale di stagione, con il titolo piloti già assegnato in Messico e il titolo costruttori assegnato dopo lo scorso gran premio del Brasile.
    Il gran premio di Abu Dhabi, giunto alla sua decima edizione, vede Verstappen ottenere il miglior tempo nella prima sessione di prove libere del venerdì, mentre nelle altre sessioni spicca la Mercedes: miglior tempo di Bottas venerdì pomeriggio, miglior tempo di Hamilton sabato mattina.

    QUALIFICHE - si parte con Toro Rosso, McLaren e Williams in palese difficoltà, con i candidati all'eliminazione in Q1 da ricercare in queste scuderie. Tra i sei Alonso è l'unico a salvarsi dall'esclusione e a passare al secondo turno, con Vandoorne che diviene ufficialmente l'unico pilota battuto dal compagno di squadra in tutte le qualifiche di questa stagione.
    Dalla 16^ alla 20^ posizione: Hartley, Gasly, Vandoorne, Sirotkin, Stroll.

    In Q2 le Redbull iniziano male, con Verstappen che passa gran parte del tempo in zona eliminazione, riuscendo a risalire soltanto sul finale. Chi va vicino all'esclusione, comunque, è Ricciardo che rimedia una misera decima posizione, che comunque è sufficiente per passare oltre.
    Dalla 11^ alla 15^ posizione: Sainz, Ericsson, Magnussen, Perez, Alonso.

    Le cose si fanno più serie in Q3, dove accedono Mercedes, Ferrari, Redbull e rappresentanti di altre quattro scuderie, come prevedibile relegati nelle ultime due file della top-ten.
    Alla fine è Hamilton a ottenere la pole position, davanti al compagno di squadra Bottas, alle Ferrari di Vettel e Raikkonen e alle Redbull di Ricciardo e Verstappen: per quest'ultimo è sfumata l'ultima occasione possibile per diventare il più giovane pilota in pole position. Chiudono la top-ten Grosjean, Leclerc, Ocon e Hulkenberg. Gara domani alle 14.10.
     
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    GARA - nel corso del primo giro c'è un colpo di scena, contatto Grosjean vs Hulkenberg con quest'ultimo che spicca il volo cappottando diverse volte, rimanendo fortunatamente illeso. Entra la safety car, mentre le Mercedes sono in testa davanti alle Ferrari. Ricciardo è scivolato in sesta posizione dietro a Leclerc e Verstappen ha perso ulteriori posizioni.
    Si riparte e pochi giri dopo Raikkonen rimane fermo sul rettilineo principale per problemi tecnici: virtual safety car. Alcune vetture rientrano ai box, tra loro Hamilton e Leclerc al momento quarto. E' il sesto giro.
    Verstappen in seguito inizia a rimontare posizioni dopo un notevole duello con nientemeno che Ocon. Hamilton nel frattempo è in pista dietro alle Redbull.

    Vettel, Bottas e Verstappen si fermano una decina di giri più tardi, mentre Ricciardo su un'altra mescola di gomme prosegue fino oltre metà gara, forse inizialmente nella speranza di potere approfittare di un breve scroscio di pioggia che si abbatte sul circuito di Yas. Tuttavia l'elevata temperatura dell'asfalto fa sì che questo non si bagni minimamente.
    Hamilton, Bottas, Vettel, Verstappen e Ricciardo sono in top-5 dopo che tutti si sono fermati, ma un breve problema tecnico fa perdere terreno a Bottas. Superato da Vettel, nonostante il problema non si riproponga perde posizioni anche nei confronti delle Redbull e a quel punto si ferma ai box un'ulteriore volta, visto l'enorme gap nei confronti di Sainz, Leclerc, Perez e le Haas che completano la top-10.

    Nel finale Alonso è 11° e si avvicina a Magnussen, senza però riuscire a superarlo. Anzi, viene anche penalizzato per "leaving the track and gaining advantage".
    Arriva comunque al traguardo (diversamente da Ericsson, Ocon e Gasly ritirati in vari momenti della gara per problemi tecnici) e nel giro d'onore fa burnout sincronizzati insieme a Hamilton e Vettel.
    Anche il suo compagno di squadra Vandoorne, prossimo al passaggio in Formula E, termina regolarmente la gara dopo essere stato protagonista di vari duelli.

    RISULTATO: 1. Lewis Hamilton (Mercedes), 2. Sebastian Vettel (Ferrari), 3. Max Verstappen (Redbull), 4. Daniel Ricciardo (Redbull), 5. Valtteri Bottas (Mercedes), 6. Carlos Sainz (Renault), 7. Charles Leclerc (Sauber), 8. Sergio Perez (Racing Point), 9. Romain Grosjean (Haas), 10. Kevin Magnussen (Haas), 11. Fernando Alonso (McLaren), 12. Brendon Hartley (Toro Rosso), 13. Lance Stroll (Williams), 14. Stoffel Vandoorne (McLaren), 15. Sergey Sirotkin (Williams), Rit. Pierre Gasly (Toro Rosso), Rit. Esteban Ocon (Racing Point), Rit. Marcus Ericsson (Sauber), Rit. Kimi Raikkonen (Ferrari), Rit. Nico Hulkenberg (Renault).
     
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    Ora che il campionato è finito vorrei per prima cosa scusarmi con i nostri lettori, perché potrebbero avere pensato che voglio avere il monopolio delle cronache, dato che per la prima volta, quest'anno, sono stata solo io a scrivere le sintesi dei gran premi. Ciò non è dovuto a una mia presunta smania di potere, né al volere condizionare le opinioni altrui, quanto piuttosto al fatto che nessun altro si sia offerto di scriverle.
    Ho cercato di essere il più neutrale possibile, limitando al minimo le mie valutazioni su quello che succedeva e limitandomi a riportare i fatti. Spero che la cosa sia stata gradita o quantomeno che non abbia dato fastidio.

    Arrivati a questo punto ritengo doveroso fare alcune considerazioni sul mondiale 2018. La prima è che, per quanto la visione delle gare sia stata un po' meno semplice che all'epoca della Rai (oltre al minor numero di dirette, TV8 non si vede molto bene a casa mia e tende a volte a saltare), quest'anno mi sono divertita parecchio, anche di più del 2017. Come intrattenimento (dove non mi riferisco solo ai duelli per la prima posizione o ai top-team) è stata una stagione che mi è piaciuta molto. Ultimamente gli anni pari mi sono sembrati migliori di quelli dispari, in generale.

    Dal punto di vista del mercato piloti ci sono stati cambiamenti notevoli di line up in vista del 2019, Raikkonen via dalla Ferrari, Ricciardo via dalla Redbull, Alonso via dalla Formula 1, almeno due debuttanti provenienti dalla Formula 2, il ritorno di Kubica, il ritorno di Kvyat, il ritorno di Giovinazzi stavolta come titolare...
    La fine di questo campionato mi ha dato un po' l'impressione della "fine di un'epoca", anche se è presto per dire che cosa e quanto effettivamente cambierà in tempi brevi. Nei tre top team quattro piloti su sei rimangono esattamente dov'erano quest'anno e non è per niente scontato che ci sia una grossa variabilità di risultati tra il 2018 e il 2019. Nello specifico, Hamilton ha vinto più della metà delle gare stagionali e mi sembra molto difficile che non occupi una posizione di primo piano il prossimo anno, a meno che nei prossimi giorni non decida di annunciare un suo improvviso passaggio in NASCAR o cose del genere.

    Vorrei spendere alcune parole sul fatto che Alonso lascerà la Formula 1, dicendo per prima cosa che spesso i ritiri mi hanno lasciata un po' spiazzata, non solo per quanto riguarda la Formula 1, ma anche per quanto riguarda altre serie. Ci sono state tantissime occasioni in cui ho pensato che il pilota di turno non fosse pronto per ritirarsi o per rimanere fuori e che avesse ancora tante cose da fare nella serie in cui gareggiava (anche per piloti di età relativamente avanzata, ci sono rimasta male quando prima Montoya e poi Castroneves sono stati scaricati da Penske, specie considerando che erano ancora top-driver), ma stavolta è un caso un po' diverso. Alonso lascia la Formula 1 per concentrarsi, dichiaratamente, su altri obiettivi, nello specifico la 500 miglia di Indianapolis e il campionato di endurance nel quale sta gareggiando con risultati di alto livello. Non c'è nulla che mi sia difficile da capire in tutto ciò, non c'è nulla che mi porti a pensare che è troppo presto, semplicemente è uno dei rari casi in cui un pilota di Formula 1 sceglie endurance e indycar non come "ripiego", ma come alternativa per la propria carriera con obiettivi di alto livello. Da estimatrice anche di altre serie, mi sembra un messaggio positivo, che un giorno potrebbe portare anche altri piloti a prendere decisioni analoghe.

    Ci sono stati piloti che mi hanno impressionata in positivo quest'anno e piloti che mi hanno impressionata in negativo. In quest'ultima categoria ne spicca uno in particolare, per ragioni che a me sembrano ovvie, ma vedo quasi solo gente che lo difende a spada tratta.
    Parlo di Bottas e prima che mi diate delle risposte tipo quelle di mio padre, sul fatto che anche Verstappen, Vettel o chi per loro hanno commesso degli errori, vorrei specificare che Bottas non ha commesso particolari errori. Il punto è che non ne ha commessi perché nella maggior parte delle occasioni era totalmente invisibile. È riuscito nell'eroica impresa di non vincere neanche una gara in un campionato in cui il suo compagno di squadra ne ha vinte la metà e ha vinto il titolo in largo anticipo. So che a Baku ha forato e so che a Sochi ha fatto passare Hamilton... ma appunto, Baku e Sochi sono due gare, nelle altre diciannove dov'era? Era dai tempi di Schumacher nel 2012 che un pilota Mercedes non rimaneva a secco di vittorie per un'intera stagione, con la sola differenza che nel 2012 la Mercedes lottava con la Sauber per il quinto posto in classifica costruttori e ha addirittura rischiato di prenderlo in quel posto. Quando Bottas è arrivato in Mercedes nel 2017 avevo sensazioni molto positive, pensavo che sarebbe stato in lotta per il mondiale, dopo il 2017 pensavo che almeno sporadicamente sarebbe riuscito ad approfittare di qualche occasione per vincere delle gare, ma niente, è molto peggiorato rispetto all'anno scorso, ha coronato la stagione con una misera quinta piazza in classifica piloti e personalmente non ricordo nessun acuto da parte sua.
     
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    Grande dispiacere nel vedere il pilota migliore (ovviamente parere soggettivo) che ho seguito in F1 dal '97 a oggi lasciare. È davvero finita un'epoca.

    Mi dispiace che non abbia potuto avere un'ultima gara "eroica" tipo Schumacher a Brasile 2006 (che poi non fu il suo vero addio). Comunque grazie Fernando per tutte le emozioni sia da Ferrarista che da avversario.
     
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    In risposta a Milú, penso che Bottas abbia avuto una situazione analoga (analoga e non uguale quindi) a quella di Räikkönen lo scorso anno: ovvero di provare a trovare il momento per vincere una qualche gara senza riuscirci veramente e quindi venendo quasi brutalmente relegato ad un'aiutante privo anche del contentino in stile Regazzoni a Monza 1975. Non è la prima volta che succede.

    Mentre lo scorso anno Bottas vinceva tre gare, lasciandosi dietro sia Vettel che Hamilton in alcune occasioni, e quindi chiudeva il mondiale al terzo posto, quest'anno ha sfiorato la vittoria in sole tre occasioni serie:

    - in Cina, ma si é ritrovato un Ricciardo scatenato
    - in Azerbaijan, ma non ci puo far niente se la vettura lo ha tradito
    - in Russia, e pure qui non è colpa sua e neanche di Hamilton. Era una vittoria che Bottas poteva avere senza problemi. E da come sono andate le cose dopo la Russia, sette punti in meno non avrebbero influenzato minimamente tutti i risultati di Hamilton....

    Cosi come Räikkönen lo scorso anno ha sfiorato la vittoria a Monaco ed Ungheria, quest'anno invece ha avuto una gran bella stagione, ricca di podi e rimonte interessanti, con la ciliegina sulla torta della vittoria ad Austin, che lo aiuta a chiudere saldamante al terzo posto della classifica....
     
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    Che poi... solo uno come Kimi poteva dirsi quasi dispiaciuto per essere arrivato terzo in classifica e dover andare alla premiazione ufficiale. :lol:
     
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    CITAZIONE (King 89 @ 26/11/2018, 17:22) 
    In risposta a Milú, penso che Bottas abbia avuto una situazione analoga (analoga e non uguale quindi) a quella di Räikkönen lo scorso anno: ovvero di provare a trovare il momento per vincere una qualche gara senza riuscirci veramente e quindi venendo quasi brutalmente relegato ad un'aiutante privo anche del contentino in stile Regazzoni a Monza 1975. Non è la prima volta che succede.

    Certo, però credo che ci siano due grosse differenze tra questi due casi:
    1) non vincere una sola gara quando il tuo compagno di squadra ne vince cinque è considerato più "accettabile" che non vincere una sola gara quando il tuo compagno di squadra vince la metà delle gare stagionali in una stagione con cinque diversi vincitori;
    2) Raikkonen veniva da stagioni non particolarmente positive e già il fatto che qualche volta ci sia andato vicino poteva essere considerato positivo, Bottas veniva da una stagione in cui di gare ne aveva vinte tre e passare a non vincerne neanche una è stato un grosso passo indietro.

    CITAZIONE
    Mentre lo scorso anno Bottas vinceva tre gare, lasciandosi dietro sia Vettel che Hamilton in alcune occasioni, e quindi chiudeva il mondiale al terzo posto, quest'anno ha sfiorato la vittoria in sole tre occasioni serie:

    - in Cina, ma si é ritrovato un Ricciardo scatenato
    - in Azerbaijan, ma non ci puo far niente se la vettura lo ha tradito
    - in Russia, e pure qui non è colpa sua e neanche di Hamilton. Era una vittoria che Bottas poteva avere senza problemi. E da come sono andate le cose dopo la Russia, sette punti in meno non avrebbero influenzato minimamente tutti i risultati di Hamilton....

    Il problema secondo me è proprio questo: non si è quasi mai trovato neanche minimamente in competizione per la vittoria. Se invece di trovarsi vicino alla vittoria tre volte in un anno gli fosse capitato più spesso, magari una o due sarebbe anche riuscito a vincere.

    CITAZIONE
    Cosi come Räikkönen lo scorso anno ha sfiorato la vittoria a Monaco ed Ungheria, quest'anno invece ha avuto una gran bella stagione, ricca di podi e rimonte interessanti, con la ciliegina sulla torta della vittoria ad Austin, che lo aiuta a chiudere saldamante al terzo posto della classifica....

    Raikkonen quest'anno mi ha impressionata in positivo (anche se trovo ridicolo affermare che abbia avuto risultati migliori di Vettel, considerando che stiamo parlando di un cinque a uno), specie considerando certe sue performance negative passate (vedi tutta la stagione 2014, forse il momento peggiore della sua carriera).
     
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    Bottas ha preso un po' di bottas psicologiche da Hamilton, così a occhio.

    Oppure è più sensibile del britannico in determinate piste, e a fare a pugni con la propria vettura non ha alcun senso.

    Credo che guardando la stagione nel complesso è chiaro che nei tre top team ci sono stati due vincitori e un pari.

    In Mercedes Hamilton ha davvero messo il team nella condizione di dubitare di Bottas, perché raramente il finlandese gli ha messo il becco davanti, e quando è successo Lewis era sempre molto vicino.

    In Ferrari Vettel ha vinto più gare e Raikkonen solo una. Ma a metà stagione c'è stato un cambio di direzione, con Vettel che ha improvvisamente cominciato a sbagliare parecchio, mentre Raikkonen ha migliorato i suoi risultati stando addosso al tedesco in molte occasioni, e sopravanzandolo in maniera imbarazzante per il team soprattutto a Monza.

    In Red Bull Verstappen e Ricciardo hanno compiuto entrambi belle cose, anche se a inizio stagione Verstappen ha fatto diversi errori. Ricciardo ha dato l'impressione di essere un pilota molto maturo e attento, e i problemi che ha avuto sono stati soprattutto tecnici. In qualifica non c'è però stata discussione: praticamente sempre meglio il figlio di Jos.
     
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    Raikkonen mi ha impressionata molto in positivo in questo finale di stagione. Se il tuo commento era rivolto al mio giudizio del confronto Vettel vs Raikkonen, impressionarmi in modo positivo nella seconda metà dell'ultima di numerose stagioni non lo ritengo abbastanza per i miei standard. :lol:
    Il tutto peraltro abbinato a tutti i proclami della Ice-nation sul fatto che è l'ultimo campione del mondo Ferrari. Fosse stato uno qualsiasi, magari il suo rendimento negli ultimi anni l'avrei trovato più "normale". Quasi mi viene il dubbio che minacciarlo di appiedarlo a fine anno in ogni stagione fosse la strategia vincente per spingerlo ad avere risultati migliori.
     
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    Raikkonen, stando agli articoli letti da che ho memoria, è molto influenzato nella guida da due fattori: la pressione che gli mettono addosso e dal tipo di macchina.

    Se la macchina è cucita su di lui e se non ha pressione addosso (ad esempio dopo la rottura con la Ferrari per andare in Sauber), corre davvero da campione del mondo. Nel 2014 era la copia sbiadita del pilota che aveva reso la Renault/Lotus una macchina vincente, ad esempio; cos'era cambiato? Era passato da un team che lo coccolava senza fargli fare troppe cose extra-pista, a un team in crisi tecnica che aveva dentro Alonso, con un sacco di attività PR.

    Per questo motivo mi aspetto un 2019 scoppiettante per la Sauber, a patto che riescano a fare una macchina decente
     
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    Per questo motivo mi aspetto un 2019 scoppiettante per la Sauber, a patto che riescano a fare una macchina decente

    Il fatto che abbia fatto una seconda parte di 2019 molto positiva gioca a favore anche di Giovinazzi. Almeno non ha più la reputazione da "vecchio bollito" e se dovesse fare meglio di Giovinazzi, diranno che è un grande campione e che Giovinazzi è una giovane promessa. In caso contrario avrebbero detto che Raikkonen era un vecchio bollito e che di conseguenza Giovinazzi era uno scarso.
     
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