Kokoro

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    Ed eccoci con l'appuntamento quasi-quindicinale con Kokoro! In questo capitolo Mina non ci sarà, mentre appariranno dei nuovi personaggi protagonisti della storia che spero vi piacciano! Ma bando alle ciance, e godiamoci il nuovo cap!

    CAPITOLO 3 - CAMBIAMENTI

    Motegi, 3 novembre 2019

    L’inno giapponese risuonava nell’aria: Ryu Hayashi, il pilota rivelazione dell’anno del Kentaro Yamaguchi Team, aveva vinto il campionato giapponese di Formula 4. Per lui quello era un momento assolutamente magico, non riusciva ancora a crederci. Non solo era stato il Rookie of the Year della categoria, ma ne aveva pure conquistato il titolo! Certo, aveva dovuto faticare non poco, il livello dei piloti, nonostante quello fosse un campionato dai più snobbato e ritenuto poco professionale, era assolutamente alto. Questo significava che lui valeva, che meritava un sedile nelle categorie maggiori. Sedile che, purtroppo, non sarebbe ancora arrivato, in quanto gli mancavano due cose: le conoscenze e i soldi.
    A nulla erano valsi i tentativi di trovare dei finanziatori, nessuno sembrava interessato a lui. Eppure aveva vinto gare su gare, aveva dimostrato di essere un ottimo concorrente. Perché sembrava non esistere? Forse i piloti privi di denaro e agganci come Michael Sochmacher e Mika Pattinen che venivano scoperti quasi per caso erano davvero un caso su un milione. E lui purtroppo non apparteneva a quella schiera di fortunati.
    Quei pensieri, tuttavia, non gli importavano in quel momento. Contava soltanto festeggiare, dopotutto aveva ottenuto un grande risultato di fronte a suo padre, Hiro, che si era adoperato nel fargli conoscere Kentaro quando aveva deciso d’iniziare la sua carriera sportiva, e che lo aveva sempre incoraggiato, cercando al tempo stesso di farlo restare coi piedi per terra.
    Finiti i festeggiamenti (durante i quali Ryu quasi si ubriacò, in quanto poco abituato all’alcool, con lo champagne donatogli dai meccanici), il ragazzo si mise a girare per i box, mentre avvenivano i preparativi per il campionato Super GT (del quale la Formula 4 faceva da contorno). Lo stupì la differenza di approccio dei piloti e dei team, ancor più seri di quanto lui e i suoi colleghi fossero. Tutti erano impegnati con le regolazioni delle vetture e l’utilizzo di computer, cose che si vedevano molto più raramente in Formula 4, nelle quali le cose erano decisamente più “grezze”.
    Buttò dunque un occhio sul team Kunimitsu, dove intravide uno dei suoi idoli: Jenson Satton, campione del mondo 2009 di Formula 1 e attuale detentore del titolo nella categoria, anche se lo sarebbe rimasto ancora per poco. I suoi risultati non erano stati all’altezza delle aspettative in quella stagione, ma a lui sembrava non importargliene, in quanto conversava tranquillamente con un gruppo di fans accaniti. Erano passati i tempi in cui usciva con supermodelle (era appena diventato padre recentemente, d’altronde), ma manteneva comunque un atteggiamento assolutamente rilassato, incurante di tutto il resto.
    Il giovane si sentì nel pallone: avrebbe tanto voluto conoscerlo, stringergli la mano, parlarci. Il problema era… come? Normalmente era un tipo schietto, spigliato, ma non si era mai trovato di fronte a una leggenda del volante come lui, sebbene molti dicessero che avesse vinto il suo titolo più per fortuna che per merito, avendo avuto un missile tra le mani nella prima parte della stagione, rendendo il mondiale 2009 falsato, nonostante nel corso della sua carriera avesse dimostrato più di una volta di essere un pilota valido.
    Ryu si fece coraggio, dopotutto era anche lui un pilota, e si decise: voleva, anzi, doveva parlare con lui.
    Lo fece quando i fan dell’ex F1 se ne andarono - “Ehm, signor Satton…” -
    Jenson si girò - “Sì, ragazzo, dimmi.” -
    - “Salve… io sono Ryu Hayashi…” -
    - “Piacere di fare la tua conoscenza, Ryu. In cosa posso esserti utile?” -
    - “Ecco… volevo chiederle se… potevo fare una foto con lei…” -
    - “Ovvio, ragazzo! Forza, vieni qui!” -
    Il giovane prese il suo telefono, col quale lui e Satton si fecero un selfie.
    - “Grazie…” -
    - “E di cosa! Si fa tutto per i fan!” -
    - “Sai, anch’io sono un pilota…” -
    La cosa lo lasciò sorpreso - “Davvero? Non l’avrei mai detto… non hai proprio l’aspetto del pilota.” -
    Eccone un altro… beh, non aveva tutti i torti. Sembra tutt’altro che un atleta, magro com’era.
    - “Beh, sì… ho appena vinto il campionato di Formula 4 giapponese…” -
    Jenson lo fissò per un attimo - “Ah, complimenti! Devi essere proprio bravo, Syu.” -
    - “Ryu… mi chiamo Ryu…” -
    - “Pardon. Scommetto che hai già un sedile assicurato per la prossima stagione, magari in Formula 3.” -
    - “Ehm… al momento no…” -
    - “Davvero?” -
    - “Uh uh. Non sono molto ricco, non posso permettermelo” -
    L’ex campione del mondo si grattò il mento per un attimo, pensieroso - “In tal caso, penso di avere in mente una soluzione per te. Ce l’hai un manager?” -
    - “Sì, il mio team principal.” -
    - “Molto bene. Senti, che ne dici di vederci dopo la mia gara con lui? Vorrei proporti una cosa che potrebbe molto interessarti.” -
    Quelle parole lo lasciarono totalmente spiazzato: Jenson Satton… voleva avere un colloquio con lui?! Era… era assurdo… non era possibile, eppure stava succedendo proprio a lui! Chissà cosa gli avrebbe offerto… magari un posto in Formula 3!
    - “La… la ringrazio, signor Satton! Allora ci vediamo dopo la gara!” -
    - “Perfetto! Incontriamoci al paddock! A dopo!” –
    Era incredibile, ma ce l’aveva fatta! Se ne andò, trattenendo l’entusiasmo, che altrimenti lo avrebbe spinto a trotterellare in aria.
    Cercò tuttavia di calmarsi: di certo se avesse cominciato a fare la fangirl isterica Satton lo avrebbe mandato a quel paese. Doveva comportarsi in maniera assolutamente matura, non doveva combinare casini, fare figuracce. Solo così ce l’avrebbe fatta a fare colpo su di lui.

    - “Quindi…” - disse Kentaro, che assieme a Ryu e a Jenson stava usando il box della sua scuderia come ufficio improvvisato - “Quello che ci sta proponendo è di partecipare a questo campionato…” -
    - “Sì, l’Honda Ultra Championship.” - rispose Satton - “E’ un campionato patrocinato dalla Honda, alternativo alla Formula 3. Serve a testare nuovi giovani talenti da poi introdurre nelle squadre dei campionati mondiali, inclusa la Formula 1.” -
    - “Che, tradotto, significa entrare nella Red Bull Academy?” - domandò Ryu.
    - “Esatto.” -
    Il giovane restò a bocca aperta: la Red Bull Academy… una possibilità in Formula 1… gli sembrava un sogno divenuto realtà. Ma prima di fare i salti di gioia constatò che si trattava solo di una possibilità, che non c’era nessuna certezza al riguardo. Tuttavia, un tentativo doveva farlo.
    - “Naturalmente, per farlo c’è bisogno di una certa somma di denaro per acquistare l’auto e i pezzi di ricambio, come in tutti i campionati del resto, anche se l’Honda Ultra Championship, essendo un monomarca, permette a tutti di avere gli stessi mezzi.” -
    - “Quindi?” -
    - “Quindi, Ryu, ho pensato di metterti alla prova.” - trasse un lungo respiro, poi continuò - “Sto mettendo su un team tutto mio, e ho chiamato alcuni ingegneri in gamba. Ora ci servono solo i piloti, ma sapete com’è, è difficile trovarne di affidabili. Voglio proporti un test, per vedere le tue capacità. Se lo supererai il posto sarà tuo. Ovviamente, il tuo team manager ti seguirà. Ho bisogno di qualcuno che diriga la scuderia.” -
    Un test… un’opportunità concreta, dunque, anche se era meno di quanto sperava. Doveva ancora superare un ostacolo prima di poter finalmente dirsi al sicuro. Eppure, un’opportunità del genere difficilmente gli sarebbe ricapitata. Insomma, gareggiare in un campionato parallelo alla Formula 3 sarebbe stato perfetto per lui, che non aveva molti soldi da parte.
    - “Tu che ne dici, Kentaro?” -
    Il suo mentore rispose - “E’ una proposta molto allettante, per me sarebbe molto importante fare esperienza in una squadra ben organizzata, oltre che una grossa opportunità per te, Ryu. Accettiamo la sua offerta, signor Satton.” -
    L’inglese sfoggiò un sorriso da maniaco che spaventò i due - “GRANDIOSO! Non vedo l’ora di vedervi in pista! Il test si svolgerà al circuito del Monte Fuji nel febbraio dell’anno prossimo, poi ci metteremo d’accordo per la data! Ci saranno tanti a provare a superarlo, quindi non fatevi cogliere impreparati! Ecco qui il mio numero di telefono e la mia email, in modo tale che possiamo rimanere in contatto!” -
    - “Molto bene… ecco invece i nostri recapiti…” -
    - “Perfetto! Allora ciao, ci sentiamo!” -
    - “Arrivederci, signor Satton.” -
    - “Vi prego, chiamatemi Jenson!” -
    - “D’accordo, Jenson. A presto.” -
    Ryu e Kentaro uscirono la box, e il primo domandò - “Che ne pensi?” -
    - “Penso che sia una bella opportunità per te. E’ un tipo un po’… sopra le righe, ma comunque affidabile, secondo me.” -
    - “Vedremo.” -
    - “Ehi.” -
    - “Cosa c’è?” -
    - “Sono orgoglioso di te, Ryu.” -
    Il ragazzo arrossì - “Non esagerare, Kentaro… non sono ancora riuscito a raggiungere i miei obiettivi…” -
    - “Intanto hai vinto il titolo giapponese di Formula 4, cosa per niente scontata, e hai la possibilità di entrare in una squadra in un campionato parallelo alla Formula 3, e non è poco. Tienilo bene a mente.” -
    Gli piaceva molto come il suo team manager lo spronasse. Lui aveva intravisto in Hayashi qualcosa di sensazionale fin dal primo giorno in cui l’aveva visto: pochi piloti avevano la sua classe cristallina, la sua capacità di messa a punto, la sua fiera determinazione. Certo, peccava un po’ nel giro secco, ma in gara recuperava sempre il terreno perduto in qualifica.
    Ne era sicuro: Ryu sarebbe divenuto un grande pilota, se avesse avuto i mezzi giusti. E avrebbe fatto di tutto per darglieli.

    Tokyo, sede della Utada Entertainment, la mattina dopo

    I flash delle fotocamere la stavano accecando, mentre il vociare dei giornalisti la assordava. Ma ad Airi Katsuragi questo non importava. Doveva fare un annuncio importante, che avrebbe cambiato per sempre la sua vita. In molti sarebbero rimasti scioccati, alcuni si sarebbero perfino adirati, ma non le importava. Era la padrona del suo destino, era suo diritto decidere cosa fosse meglio per lei.
    Si sedette sulla scrivania, accanto alla sua agente, di fronte alla folla gremita che era in attesa delle sue dichiarazioni riguardo il suo futuro. Trasse un lungo respiro, poi parlò - “Buongiorno a tutti. Spero che stiate tutti bene. Ho un annuncio molto importante da fare, che va del mio futuro e di quello della Utada Entertainment. Sono qui per annunciare il mio ritiro da cantante, doppiatrice e modella a tempo pieno.” -
    L’intera sala restò sbigottita, e immediatamente cominciarono a levarsi voci di dissenso.
    - “COSA?!” -
    - “PERCHE’ AIRI-CHAN, PERCHE’?!” -
    - “CI STAI TRADENDO TUTTI!!” -
    Quelle voci, appartenenti sicuramente ai fan, non smossero minimamente la ragazza dalla sua decisione - “E’ così. Ho capito che questa non è la mia strada. Mi è servito molto tutto questo per crescere, e sono grata del sostegno che ho avuto dai miei ammiratori. E’ tempo però che io vada per la mia strada, seguendo i miei interessi, i miei veri interessi…” -
    - “E quali sarebbero, esattamente?” - domandò un giornalista.
    - “Le corse automobilistiche.” -
    La rivelazione lasciò ancor più sgomenti i presenti.
    - “Ma… è uno scherzo, vero?” -
    - “Niente affatto. Io ho corso già in segreto coi kart e con le Gran Turismo sotto falso nome, e sono pronta a fare il salto definitivo, diventare professionista.” -
    Uno degli spettatori, chiaramente un fan, molto giovane con dei baffetti adolescenziali incolti, obiettò - “Ma le corse sono uno sport da maschi!” -
    La cosa lasciò Airi interdetta, ma mantenne un contegno, cosa straordinaria visti i suoi 15 anni - “Scusa, dove sta scritto che una donna non possa gareggiare? Da quel che mi risulta alle competizioni possono iscriversi persone di ambedue i sessi, non c’è niente che lo vieti, anche se la maggioranza dei piloti è composta sicuramente da uomini.” -
    - “Ma perché mollare tutto?” - chiese un altro.
    - “Perché sono in cerca di nuovi stimoli, e voglio vivere una vita ricca di emozioni.” -
    Una voce si levò in mezzo a tutte le altre - “Gareggerai quindi in qualche campionato?” -
    - “Sì. L’anno prossimo prenderò parte alla W Series, un campionato di sole donne.” -
    La stampa rimase silenziosa, mentre, dall’altro versante, i semplici ospiti cominciarono in parte a ridere, in parte a sbraitare - “Allora non vale!” -
    - “Che c’è, hai paura di correre con i maschi? Per forza, ti straccerebbero di sicuro!” -
    - “Che idiota, butti nel cesso una carriera così promettente per una simile cazzata! Non vali niente, sei solo una stupida femmina come tutte le altre!” -
    Quelle parole così cattive la colpirono nel profondo. Non immaginava che la sua scelta sarebbe stata accolta con una tale cattiveria, ma non c’era da stupirsi, vivendo in una società ancora maschilista.
    Fu allora la sua agente, una donna sulla cinquantina occidentale, bionda e con i capelli a caschetto, a prendere la parola - “La decisione della mia cliente è assolutamente legittima, e non deve renderne conto a nessuno di voi.” -
    - “Ma sta' zitta, baldracca! Te e quell’altra sciacquetta meritate di essere stuprate!” - urlò un uomo di mezz’età pelato, con la barba sfatta e una pancia gigantesca.
    - “Vedi di moderare i toni, ci sono anche dei bambini qui. Ti vedo frustrato, caro. Cosa c’è, ti piace attribuire agli altri il mestiere di tua madre?” - la difese una ragazza lì presente.
    - “Chiudi il becco, troia, o do fuoco a casa tua.” -
    - “Tsk, sarai talmente idiota da incendiarti da solo nel tentativo.” - gli disse un’altra, probabilmente nemmeno maggiorenne, che portava una maglietta con sopra impresso il volto della idol* - “Airi-chan merita solo rispetto per la sua scelta!” -
    - “Sai quanto me ne frega di quello che dici, zoccoletta?” -
    - “Wow, molto maturo per un vecchio insultare una ragazzina che non avrà neanche la metà dei suoi anni…” -
    - “Vuoi un gesto maturo? Ti accontento subito!” -
    Il tizio, senza curarsi che ci fossero giornalisti legati alle più famose testate e tv del Paese, si calò i pantaloni e le mutande, lasciando i gioielli al vento, cominciando a muovere il bacino - “Ti piacerebbe avere questo, eh?! Ti piacerebbe!” -
    La giovane cacciò un urlo di orrore di fronte a quella scena (che difficilmente avrebbe scordato), mentre delle guardie intervenivano, prendendo l’esibizionista di peso e portandolo via, mentre si dimenava gridando nel tentativo di liberarsi.
    Lì scoppiò il pandemonio: i fan (o meglio, ex-fan) di Airi più iracondi cominciarono ad aggredire tutti gli altri, e il resto della folla cercò di darsi alla fuga. Mentre la sicurezza cercava di fermare la sommossa a colpi di taser Katsuragi e la sua manager, scortate da degli agenti, scapparono, prendendo un ascensore diretto ai piani superiori, dove sarebbero dovute essere al sicuro.
    - “Mi dispiace, Ruby…” - disse la celebrità, affranta - “Sapevo che si sarebbero arrabbiati, ma non così tanto…” -
    - “Tranquilla, è tutto a posto. Hai fatto assolutamente bene, non potevi nasconderlo a lungo.” -
    - “Speravo che le cose sarebbero andate meglio…” -
    - “Tutti speriamo per il meglio, Airi. Fatti forza, su. Adesso dobbiamo affrontare il presidente della compagnia.” -
    Era vero: mancava solo un ultimo tassello, un’ultima cosa da fare prima di dirsi totalmente libera. Si fece coraggio. Ce l’avrebbe fatta, ne era certa.

    - “COS’E’ QUESTA STORIA?!” - urlava con voce nasale il presidente della Utada Entertainment, un uomo sulla settantina, basso, magrolino, con baffetti grigi e denti storti - “AVEVAMO DETTO CHE NON AVRESTI RIVELATO I DETTAGLI DEL TUO RITIRO TEMPORANEO, E CHE AVRESTI CONTINUATO A CORRERE SOTTO FALSO NOME!” -
    - “Mi sono stufata di fingere, signor presidente.” - affermò Airi, sicura di sé - “Io voglio rendere onore alla memoria di mio nonno, uno dei più grandi piloti della sua epoca, correndo col mio nome e cognome.” -
    - “HAI BUTTATO VIA ANNI E ANNI DI CARRIERA PER UN TUO STUPIDO CAPRICCIO, CHE TANTO SAREBBE DURATO SOLO UN ANNO!” -
    - “A tal proposito, io ho preso la mia decisione: non tornerò a fare la idol, sarò un pilota a tempo pieno.” -
    - “COOOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAAA?!” -
    Stavolta fu Ruby a parlare - “Esatto, Airi non rinnoverà il contratto con la Utada Entertainment l’anno prossimo.” -
    - “TU SEI COMPLETAMENTE PAZZA!! SENZA DI NOI NON SEI NULLA!!” -
    - “E su quali basi afferma ciò?” - domandò la idol.
    - “TU SEI SOLO COME TUTTE LE ALTRE, UNA RAGAZZINA DI BELL’ASPETTO CHE HA AVUTO LA FORTUNA D’INCONTRARE NOI A 10 ANNI!” -
    - “Io ho altre doti oltre a quelle che lei mi dice: so cantare, ballare e guidare un’auto da competizione. Ho già vinto delle gare, non ha nessuna base per dire che sono un pessimo pilota.” -
    - “Tu… piccola ingrata…” - ringhiò l’uomo mentre stringeva i pugni.
    Uno dei dirigenti venne verso di lui, cercando di calmarlo - “Signore, la prego, ricordi che il suo cuore è…” -
    - “Sta zitto!” -
    Nessuno osava contraddirlo. Il presidente era un tipo dispotico e tirannico, non permetteva a nessuno di disobbedirgli, anche se in quel momento tanti parteggiavano silenziosamente per Airi. Lei aveva tutto il diritto di farsi una vita propria, di decidere cosa fosse il meglio per sé, anche se la perdita di una idol così famosa danneggiava sicuramente la compagnia, soprattutto alla luce di quello che era successo all’annuncio del suo ritiro.
    - “Tu… tu non ti rendi conto di chi ti sei messa contro… tu hai distrutto la nostra immagine… io ti distruggerò… farò in modo che nessuna casa automobilistica o squadra giapponese ti possa prendere minimamente in considerazione!” -
    Di fronte a quella minaccia Katsuragi non si scompose - “Per ora ho un contratto con una squadra giapponese nella W Series, e non possono licenziarmi senza motivazione a meno di pagarmi una bella penale. E se non dovessi riuscire a correre per nessuna casa giapponese pazienza, l’Europa e l’America sono piene di opportunità per noi piloti. Arrivederci, signor presidente.” -
    Questi però la prese per un braccio, strattonandola - “Non pensare di andartene così, puttanel…” -
    Prima che se ne potesse accorgere il presidente crollò a terra, tenendosi i genitali doloranti. Quel calcio era stato una vera liberazione per Airi.
    - “Questo è per tutte quelle volte che mi hai fissato allupato mentre facevo gli spot dei costumi da bagno, vecchio pervertito. Ti sarebbe piaciuto che te la dessi, eh? Be’, ti è andata male, caro. Io sono fedele al mio fidanzato, che, a proposito, in barba ai miei supposti fan che s’incazzeranno rivelerò al mondo proprio ora.” -
    Lei e Ruby si diressero verso l’uscita, mentre i dirigenti soccorrevano il loro capo. All’uscita le aspettava un taxi, mentre dei giornalisti di gossip cercavano di avere una sua dichiarazione - “SIGNORINA KATSURAGI, SI TRATTA DI UNO STOP SOLO TEMPORANEO DALLA SUA CARRIERA DI IDOL?” -
    - “COSA NE PENSA DELLA RISSA SCOPPIATA DURANTE LA CONFERENZA STAMPA?” -
    - “E’ VERO CHE HA GIA’ UN CONTRATTO COME TESTER DELLA FERRARI?” -
    Era incredibile: non era passata nemmeno un’ora e già si accavallavano voci su una sua presunta collaborazione come collaudatrice per la Scuderia Ferrari. Non le sarebbe dispiaciuta la prospettiva, certo, ma era assolutamente al di fuori della realtà.
    Trovò il suo fidanzato ad aspettarla di fronte a un taxi. Lo adorava: era bello, alto, intelligente e un po’ più grande di lei, tutto quello che una ragazza potesse desiderare. Si avvicinò a lui e, davanti a tutti, gli diede un lungo bacio sulle labbra. La folla, sgomenta, cominciò a fare ancor più domande di prima, ma a lei non importava. Si sentiva finalmente in pace con il mondo, era finalmente se stessa.
    Entrò nel taxi con il suo ragazzo e Ruby, diretti verso casa. In quel momento si rese pienamente conto che un capitolo della sua vita era finito, e che uno, che sarebbe stato sicuramente molto più bello, era iniziato.
    - “Ehi, piccola, come ti senti?” -
    Si girò verso il suo amato: era davvero splendido.
    - “Sto bene, Takeshi. Non ho nessun rimpianto, nessuno.” -
    I due si sorrisero a vicenda, e si diedero un altro tenero bacio.

    GLOSSARIO

    Idol: nella cultura giapponese, il termine idol si riferisce a un adolescente che diventa molto popolare nel mondo dello spettacolo soprattutto in virtù del suo aspetto esteriore. Possono avere ruoli di vario genere, tra cui attori, modelli, cantanti e doppiatori. Di solito l'apice della loro carriera dura poco, anche se alcuni idol mantengono la loro celebrità molto a lungo. Gli idol preadolescenti sono identificati come junior idol, e si tratta del trampolino di lancio per molte persone famose in Giappone. Gli idol hanno quasi sempre un seguito di fan accaniti, al punto che alcuni di essi possono ritenere addirittura scandaloso che si possano fidanzare.

    Edited by Great Saiyaman‚ The Big Dreamer - 29/2/2020, 00:11
     
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    OMG Airi <3 La adorooooo *-* è il mio personaggio preferito tra quelli che sono comparsi finora.

    Il tipo che si è calato i pantaloni a mio parere dovrebbe stare in una clinica psichiatrica!

    In generale mi piace come hai rappresentato gli ultrà dei personaggi della tv teen, spesso completamente fuori di testa.
     
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    Airi è una ragazza bella quanto caxxuta. Avrebbe potuto ottenere un facile successo come attrice, cantante e modella grazie al suo bell'aspetto (sembra più adulta fisicamente di quanto non è realmente), ma ha deciso di seguire il suo cuore e fare ciò che le piace davvero.
    Purtroppo gli idol in Giappone hanno anche fan talmente sfegatati da innamorarsi follemente di loro, come citato nella voce del mio Glossario che ho dimenticato di mettere (e che ora riporto).
    CITAZIONE
    GLOSSARIO

    Idol: nella cultura giapponese, il termine idol si riferisce a un adolescente che diventa molto popolare nel mondo dello spettacolo soprattutto in virtù del suo aspetto esteriore. Possono avere ruoli di vario genere, tra cui attori, modelli, cantanti e doppiatori. Di solito l'apice della loro carriera dura poco, anche se alcuni idol mantengono la loro celebrità molto a lungo. Gli idol preadolescenti sono identificati come junior idol, e si tratta del trampolino di lancio per molte persone famose in Giappone. Gli idol hanno quasi sempre un seguito di fan accaniti, al punto che alcuni di essi possono ritenere addirittura scandaloso che si possano fidanzare.
     
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    Grazie per la spiegazione, in effetti sembrano ancora più esaltati delle fan delle boyband occidentali.

    PS. Jensinho è stato mega-kawaii. <3
     
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    Satton è un personaggio particolare, abbastanza caxxone, ma pronto a essere serio e dare opportunità a chi ritiene se le meriti (ricordiamoci che ha pur sempre vinto il titolo 2009 grazie alla botta di fortuna di trovarsi nella squadra che più di tutte aveva azzeccato i regolamenti).
     
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    Il capitolo di oggi è un po' corto, ma denso di fatti che getteranno le basi per il futuro arco narrativo.

    CAPITOLO 4 - INIZIANO I GUAI

    Tokyo, fine novembre 2019

    Mina stava sdraiata sul suo letto, con accanto a lei, aperto, l’ultimo numero di “Shojo Fantasy”, contenente gli ultimi sondaggi riguardanti gli artisti emergenti. Il risultato l’aveva lasciata di stucco: era arrivata terza su trenta partecipanti. Era andata davvero bene, per essere un’esordiente, era piaciuta a pubblico e critica. Questo aveva solo confermato la sua prospettiva di dare il tutto e per tutto per diventare una mangaka, rinunciando ai suoi studi dopo il diploma. Sentiva tutta una serie di sentimenti esplodergli in corpo: gioia, entusiasmo, euforia, ma anche paura e incertezza. Non era sicura che quel mestiere le avrebbe fatto guadagnare il pane quotidiano, ma in quel momento si sentiva al settimo cielo. Ryu aveva ragione, aveva assolutamente bene a prendere questa decisione.
    Aspettò che arrivasse l’ora di cena per dare la notizia ai suoi genitori, e lo fece mentre erano a tavola. I due rimasero un attimo in silenzio, sbigottiti, poi la abbracciarono.
    - “Congratulazioni, Mina!” - le urlò sua madre, stringendola forte.
    - “Grazie, mamma… grazie…” -
    - “Sei stata fantastica, davvero…” - le disse il padre, altrettanto orgoglioso.
    All’inizio l’idea che la loro figlia, sulla quale avevano riposto grandi speranze che diventasse una studentessa universitaria, volesse vivere una vita da mangaka, all’insegna cioè della precarietà, non li entusiasmava per niente, ma la passione che in quei mesi ci aveva messo e ora il risultato di quel concorso li avevano convinti che aveva fatto la scelta giusta. E tutto grazie a Ryu Hayashi, che era stato il suo primo amico dopo tanti anni. Quel ragazzo era fantastico… l’aveva fatta veramente sbocciare. Non sarebbe stata una brutta idea invitarlo a cena a casa loro, una sera.
    Mina ritenne doveroso comunicare la notizia all’amico per via telefonica.

    In quello stesso momento

    Ryu ansimava, sdraiato sul letto accanto a Erika, anche lei estasiata - “Wow, Ryu… negli ultimi tempi sei molto più carico del solito…” -
    - “Sai com’è… sono piuttosto elettrizzato all’idea che farò un test per il team di Jenson Satton… ci pensi, se ci riesco potrò andare a correre nell’Honda Ultra Championship, e chissà, magari se lo vinco ci scappa un contratto con la Red Bull!” -
    - “Ti eccita questa prospettiva o il fatto che correrai per Jenson Satton? O Satton stesso?” -
    - “Spiritosa…” -
    - “Dico sul serio… sono andata a cercarlo su Google l’altro giorno, è proprio bono…” -
    - “Non avrai mica pensato a lui mentre lo facevamo?” -
    - “Ammetto di sì, per qualche secondo…” -
    - “Mio Dio, potrebbe essere tuo padre…” -
    - “Ehi, voi maschi vi eccitate con pornodive che spesso superano i 40, perché non posso avere una mia fantasia con un uomo così sexy?” -
    - “A parte che, resti tra noi, quello ha l’aria di essere un serial killer, ti metti proprio a pensare di fare sesso con un altro mentre lo stai facendo con me?” -
    - “Oooooooh… scusa se ho offeso il tuo orgoglio maschile…” -
    - “E’ tardi, ormai hai fatto il danno…” -
    - “Mamma mia, scusami…” -
    - “Non potevi almeno pensare a qualcuno che poteva essere già più rassicurante di lui, che ne so… Kimi Makkinonen?” -
    La ragazza aggrottò il sopracciglio - “Chi?” -
    - “Lasciamo perdere…” -
    Il cellulare di Ryu squillò, salvando da una conversazione che stava diventando imbarazzante.
    - “Pronto?” -
    - “Ryu, sono Mina!” -
    - “Oh, Mina, ciao! Perché mi chiami a quest’ora?” -
    - “Scusa se non te l’ho detto appena l’ho saputo, ma per tutto il pomeriggio non ci ho creduto!” -
    - “Creduto a cosa?” -
    - “Sono arrivata terza al concorso di ‘Shojo Fantasy’!” -
    Il pilota rimase sbigottito - “Eh?! Sul serio?!” -
    - “Sì, non sto scherzando!” -
    - “Ma è fantastico!” -
    - “Lo so! Sono al settimo cielo! Perfino i miei genitori sono felici!” -
    - “Meraviglioso! Sapevo che ce l’avresti fatta!” -
    - “Questo è solo l’inizio, ma devo dire di essere soddisfatta.” -
    - “E ci credo! Se ti dovessero chiamare dal giornale usciamo a cena, e pago io!” -
    - “Dai, non esagerare…” -
    - “Invece sono serissimo. Te lo meriti!” -
    - “Grazie, sei gentilissimo.” -
    - “Ciao, ci vediamo domani a scuola!” -
    - “Ciao.” -
    Ryu chiuse la conversazione, tornando a letto assieme a Erika.
    - “Non ci crederai mai, Erika: Mina è arrivata terza al concorso di ‘Shojo Fantasy’!” -
    - “Davvero? Magnifico! Non me lo aspettavo da lei, almeno non così presto. Anche se, a dirla tutta, sapevo già che era brava a disegnare.” -
    - “Lei è molto più che brava, ha la passione nel sangue, come io ce l’ho per i motori. Noi spaccheremo il mondo, ne sono certo.” -
    - “Pensa prima a superare il test di Satton, poi potrai dire che diventerai un campione.” - rispose la castana tinta facendogli una linguaccia.
    - “Mamma mia, tu sei un’esperta nello smorzare l’entusiasmo altrui…” -
    - “Sono solo realista. E poi, da quel che vedo riesco a stuzzicare per benino il tuo entusiasmo…” -
    Lui sospirò - “Sei proprio una porcona, lo sai?” -
    - “Se, vabbè… e tu sei invece un verginello al quale faccio da nave scuola, giusto?” -
    - “Il fatto che io sia un pervertito non esclude che tu lo sia quanto me.” -
    - “Almeno lo ammetti.” -
    - “Io sono un tipo onesto come mio padre, dico sempre quello che penso.” -
    Il ragazzo si alzò dal letto e cominciò a rivestirsi, con l’idea di tornare a casa. Tuttavia, Erika obiettò - “Te ne vai di già?” -
    - “Sì, non voglio prendere il treno troppo tardi. Perché?” -
    - “Oggi abbiamo parlato molto poco, a parte che di Mina. Volevo passare un po’ di tempo con te a chiacchierare.” -
    Ahi ahi. Voleva parlare. Questo non indicava nulla di buono.
    - “Non parliamo già abbastanza a scuola? Passiamo metà intervallo insieme, Erika.” -
    - “Lo so, ma siamo pur sempre scopa-amici. Non siamo due che hanno un’avventura di una notte, possiamo divertirci molto insieme. I miei genitori non ci sono, come sempre…” -
    A quel punto Ryu capì: Erika voleva stare in compagnia. Lei in effetti, a parte lui, non aveva tanti amici, anche se andava d’accordo con quasi tutti in classe, e passava molte notti da sola, visto che i suoi erano spesso in viaggio per lavoro. Doveva sentirsi sola, tanto sola. Solo allora capì cosa significava lasciarla dopo aver fatto ogni volta sesso. Voleva solo un amico col quale passare una serata in serenità. Non poteva di certo rifiutarsi di stare con lei, dopotutto tra loro due correva un certo rapporto d’affetto.
    - “Ok, Erika. Resterò qui con te stasera.” -
    E i due restarono insieme, parlando di tutto e di più. Dopo aver scherzato a lungo cominciarono a discutere di cose serie, e Ryu scoprì che Erika sognava di diventare una scultrice e una maestra d’asilo. Lei adorava i bambini, e voleva stare a loro il più vicino possibile per dargli tanto amore e insegnargli come comportarsi nella società. Era davvero sorprendente scoprire questo suo lato “dolce”, col quale si sentiva davvero in sintonia.
    Tra una chiacchiera e l’altra si fece l’una e mezza, e a quel punto, accorgendosi che era troppo tardi per tornare a casa, il pilota decise di mandare un messaggio al padre, dicendogli che avrebbe dormito fuori e di non preoccuparsi per lui.
    Dopo un ultimo “giro” a letto i due si addormentarono. Durante la notte Ryu fu svegliato da degli strani rumori, e si accorse che quella era Erika, che era girata verso di lui. Notò che lei stava piangendo nel sonno, dicendo cose come - “Mamma… papà… perché… perché…” -
    La sua solitudine doveva essere davvero forte, se finiva per sognare in quel modo i suoi genitori quando non c’erano.
    In quel momento a Ryu venne uno strano impulso di accarezzarla, di abbracciarla, di rassicurarla. Non fece nulla di tutto ciò, ma questo sentimento continuò ad attanagliarlo, anche dopo che lei si calmò. Non riuscì a dormire quella notte.

    La mattina dopo Ryu ed Erika si scambiarono poche parole sulla metro. Lei gli chiese se andava tutto bene, visto che le sembrava molto stanco, e lui la rassicurò, dicendole che era tutto ok. In realtà non era tutto ok. Ogni volta che lei parlava lui restava imbambolato, come un cervo davanti ai fari di una macchina. In questo clima i due arrivarono a scuola, e il ragazzo passò praticamente tutta la giornata a dormire sul banco, visto che, per fortuna, stava in uno degli ultimi banchi, e tra i suoi tanti compagni era difficile per i professori vederlo.
    L’attenzione della classe era poi tutta per Mina, il cui risultato al concorso di “Shojo Fantasy” era giunto alle orecchie di tutti gli alunni, con solo il gruppetto composto da Yakumo e dalle sue tirapiedi che la fissava in cagnesco, cosa che la faceva godere più del solito.
    Questo tuttavia non la distolse dalle sue abitudini quotidiane, e infatti, come ogni giorno, si trovò a pranzare in un corridoio (e non sul tetto, visto che ormai faceva freddo fuori) assieme a Ryu, mentre raggiante gli confessava le sensazioni che provava.
    - “Lo so che non dovrei cantare vittoria così presto, che questo è solo l’inizio, che dovrei ancora migliorare molto, ma… accidenti, sono felicissima! Ho la prova che io ho la stoffa per diventare una mangaka, che posso farcela! E tutto questo grazie a te, Ryu!” -
    - “Uh uh…” - rispose lui, che non prestava minimamente attenzione al suo discorso, assonnato com’era.
    - “No, dico sul serio. Senza di te non mi sarei mai messa in gioco, non avrei mai scoperto quanto valgo! Te ne sarò per sempre grata!” -
    - “Uh uh…” -
    Solo in quel momento la moretta si accorse che qualcosa non andava - “Ehi, va tutto bene?” -
    - “Uh uh…” -
    A quel punto gli diede due buffetti che lo svegliarono - “Ehi, Ryu, cos’hai?” -
    - “Oh, tutto bene, tranquilla…” -
    - “Se andasse tutto bene non dormiresti in piedi. Coraggio, dimmi.” -
    - “E’… complicato. Andiamo a parlarne da soli?” -
    - “Ok.” -
    I due andarono in un luogo isolato, e a quel punto lui sputò il rospo su quello che era successo la sera prima a casa di Erika. Il racconto lasciò Mina perplessa.
    - “Quindi… mi stai dicendo che hai trascorso la notte a casa di Erika, e a che hai dormito nel letto con lei dopo aver fatto… quello…” -
    - “Esatto.” -
    - “E che poi l’hai vista mentre faceva degli incubi, e che volevi stringerla, accarezzarla, rassicurarla…” -
    - “Sì…” -
    A quel punto la giovane, perentoria, disse ciò che pensava - “Ryu, mi sa che ti sei innamorato di Erika…” -
    - “Mi sa pure a me…” - ammise lui sconsolato.
    - “E sai cosa significa?” -
    - “Cosa?” -
    - “Che sei nella merda, fratello.” -
     
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    “Dico sul serio… sono andata a cercarlo su Google l’altro giorno, è proprio bono…” -
    - “Non avrai mica pensato a lui mentre lo facevamo?” -
    - “Ammetto di sì, per qualche secondo…” -

    Gli occhioni azzurro shocking di Jensinho hanno fatto colpo a quanto pare! :wub:

    Mi sto seriamente chiedendo di quante ragazzine potrebbe diventare il sogno erotico Jolly Palmahhhh se fossero al corrente della sua identità.
     
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    CITAZIONE (Milly Sunshine @ 26/7/2019, 19:03) 
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    “Dico sul serio… sono andata a cercarlo su Google l’altro giorno, è proprio bono…” -
    - “Non avrai mica pensato a lui mentre lo facevamo?” -
    - “Ammetto di sì, per qualche secondo…” -

    Gli occhioni azzurro shocking di Jensinho hanno fatto colpo a quanto pare! :wub:

    Mi sto seriamente chiedendo di quante ragazzine potrebbe diventare il sogno erotico Jolly Palmahhhh se fossero al corrente della sua identità.

    Quelli come lui e Dani-Smile fanno sempre così: attirano col loro charme le potenziali vittime in casa loro, e poi nella loro oscura cantina...

    Penso che a Jolly basti essere l'idolo delle trashfiction. :D
     
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    Quelli come lui e Dani-Smile fanno sempre così: attirano col loro charme le potenziali vittime in casa loro, e poi nella loro oscura cantina...

    Nel caso di Dani-Smile i cadaveri nella sua cantina saranno scoperti da Felipinho...

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    Penso che a Jolly basti essere l'idolo delle trashfiction.

    Ai tempi in cui correva ancora in GP2 su Tumblr lo shippavano con Vandoorne.
    E un sacco di ragazzine ne erano ossessionate (non solo ragazzine in realtà, il più scatenato di tutti era un ragazzino).
     
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    Nel caso di Dani-Smile i cadaveri nella sua cantina saranno scoperti da Felipinho...

    La prospettiva mi fa paura.

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    Ai tempi in cui correva ancora in GP2 su Tumblr lo shippavano con Vandoorne.
    E un sacco di ragazzine ne erano ossessionate (non solo ragazzine in realtà, il più scatenato di tutti era un ragazzino).

    Vandoorne è proprietà di Alonso, e di nessun altro.
    Il fatto del ragazzino fanboy di Palmer mi lascia spiazzato.
     
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    Vandoorne è proprietà di Alonso

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    CAPITOLO 5 - F1 WORLD NEWS N. 1

    Autospin, numero del 3 dicembre 2019

    Dal nostro inviato a Maranello

    L’era di Mattia Tanotto team manager della Ferrari è finita. A seguito dei deludenti risultati ottenuti nella stagione conclusasi l’altro ieri (al momento di andare in stampa) il presidente del Cavallino John Elmore ha deciso di comune accordo col tecnico italiano di sollevarlo dal suo incarico sportivo. Ciò è stato motivato dagli “scarsi riscontri di Tanotto sul muretto box della Ferrari” e dalla “ormai scarsa sintonia con i piloti, i tecnici e i meccanici”. Una decisione muscolare da parte del presidente, dopo mesi nei quali è stato criticato dai tifosi per il suo apparente scarso interesse nei confronti della Scuderia, curandosi invece maggiormente della vendita delle Ferrari stradali.
    Il suo sostituto è stato già annunciato, e si tratta di un nome illustre: Ignazio Petrucci, classe 1981. Si tratta del primo Millennial ad assumere la direzione dello storico team, un fatto epocale. Nonostante la sua giovane età Petrucci ha dimostrato le sue doti come dirigente della Philip Morris, che hanno convinto i vertici di Maranello ad assegnargli un compito tanto gravoso.
    Durante la conferenza stampa Petrucci ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Sono felicissimo dell’accordo raggiunto con la Ferrari. Sono sempre stato un appassionato di motori, ho seguito ogni anno le corse a Imola e a Monza fino al 2008, anno in cui mi sono trasferito negli Stati Uniti per lavorare presso la Philip Morris, ma non mi sono mai perso una gara ad Austin dal 2012, e negli ultimi anni ho avuto l’onore di essere invitato al box della Ferrari, la mia squadra del cuore. Ora avrò un compito di primaria importanza all’interno del team, e spero di riuscire a riportarlo agli antichi fasti. Non sarà facile, ci vorrà tempo, ma sono fiducioso. Io e la dirigenza della Ferrari faremo di nuovo grande la Scuderia, vedrete.”
    I primi cambiamenti che apporterà alla Ferrari? “Rifare daccapo il team di progettisti in vista della prossima stagione e dei cambi regolamentari del 2021, e coinvolgere maggiormente i tifosi con mostre ed eventi sulla storia del nostro marchio. Siamo la Ferrari, non quattro ragazzini della parrocchia che fanno le gare coi motorini!”
    Parole sincere e dirette. Riuscirà Petrucci a tradurle in fatti? Solo il tempo ce lo dirà.

    Dal nostro inviato da Tokyo

    Dopo la Renault anche la Honda darà il via al suo campionato di monoposto monomarca: l’Honda Ultra Championship. Esso, secondo la volontà dei suoi organizzatori, sarà un’alternativa più economica alla Formula 3, che seguirà le tappe giapponesi del campionato Super GT.
    A dare pepe alla competizione sarà sicuramente il premio per colui che si aggiudicherà il titolo piloti, oltre all’annesso montepremi, ovvero un test con la Red Bull F1. Grandi nomi prenderanno parte sia come piloti che come squadre, tra gli ultimi Jenson Satton, che avrà un team tutto suo. Voci di corridoio ci dicono che uno dei suoi piloti sarà il campione del mondo in carica di Formula 4 giapponese Ryu Hayashi, classe 2002. Satton stesso ha rilasciato una dichiarazione al riguardo: “Con Hayashi non c’è ancora un accordo definitivo. Stiamo valutando l’opzione, ma prima ci deve dare delle garanzie.”
    Garanzie di che genere? Economiche? In termini di prestazioni? O entrambe? L’oscurità al momento regna, e di certo abbiamo solo il calendario della stagione 2020, che riportiamo qui sotto.

    1) Okayama, 11-12 aprile
    2) Fuji, 3-4 maggio
    3) Suzuka, 30-31 maggio
    4) Sugo, 12-13 settembre
    5) Autopolis, 24-25 ottobre
    6) Motegi, 7-8 novembre

    Dal nostro inviato da Suzuka

    Airi Katsuragi continua a far parlare di sé: la superstar quindicenne della tv giapponese è diventata uno dei trend principali sui social network e su YouTube, a causa della sua decisione improvvisa di abbandonare la carriera che ha perseguito finora per abbracciare quella di pilota automobilistica nella W Series, il primo campionato automobilistico per sole donne al mondo.
    Katsuragi ha effettuato una sessione di test con la Tatuus T-318, ottenendo tempi sul giro migliori rispetto alle sue compagne di squadra. Di certo alla ragazza l’esperienza motoristica non manca, avendo corso coi kart e con le GT, ma questa era la sua prima prova con una monoposto, e ha fatto subito mostra di un grande talento.
    Questa sua decisione senza precedenti l’ha portata ad avere una notorietà mai raggiunta nemmeno nella sua precedente “vita”, anche se non del tutto positiva: come noi abbiamo le ragazzine che sbavano dietro a quelli che furono gli One Direction Katsuragi ha molti fan in Giappone che non hanno accettato la sua scelta di cambiare mestiere, arrivando a definirla addirittura con epiteti sessisti e nei casi più eclatanti ad augurarsi cose orribili per lei quali lo stupro e la morte.
    Ciò non sembra distoglierla dai suoi obiettivi, anche se ci sarà di sicuro di mezzo un po’ di paura per queste minacce, paura che ci ha confidato nell’intervista che ha rilasciato in esclusiva per noi.

    D: Grazie per averci concesso d’intervistarti, Airi.

    R: Il piacere è tutto mio. Per me è un onore essere intervistata da un giornale italiano, legato a una terra con una grande tradizione motoristica.

    D: Insomma, sei passata dall’essere una grande “idol”, amata dal pubblico giapponese, all’indossare casco, guanti e tuta ignifughi. Perché rinunciare a una carriera già avviata che poteva fruttarti tanto?

    R: Perché non mi sentivo più soddisfatta. Ero stufa di posare in costume da bagno, ridere, ballare e cantare come una demente davanti alla telecamera. Ho una dignità, io.

    D: Sì, ma perché proprio le corse?

    R: Posso dire di averle nel sangue: mio nonno è stato, come i più esperti sapranno, un buon pilota, mio padre lavora come telecronista della Formula 1 per Fuji TV da molti anni, e io ho sempre adorato stare in pista, fin da quando avevo sei anni.

    D: Deve essere stata dura per te gareggiare per tanti anni sotto pseudonimo, sempre costretta a indossare tuta e casco per la paura di essere ripresa dalle telecamere.

    R: Lavorare per la Utada Entertainment era davvero difficile. Mi avevano costretto a sottoscrivere un accordo perché io non gareggiassi mostrando le mie vere fattezze e usassi un nome falso. Avevano paura che danneggiasse il mio personaggio pubblico, e di conseguenza la compagnia. Sono contenta di essermene andata, ora sono libera.

    D: Sono vere le voci riguardanti molestie sessuali alle attrici, modelle e cantanti nella Utada Entertainment?

    R: Sì, non ho paura di dirlo. Io stessa ho subito “occhiate non volute” da parte di certi soggetti della compagnia, e sono al corrente di casi molto peggiori del mio, come quello d’Irina Satoshi, che a 14 anni era stata messa incinta da un dirigente della Utada che l’aveva indotta ad avere un rapporto sessuale con un ricatto. Il processo è ancora in corso.

    D: Siete ancora in contatto?

    R: Sì, ogni tanto ci telefoniamo. Lei ha passato un momento difficile dopo aver deciso di abortire, le sono stata vicino, e lei è vicina a me. E’ stata una delle prime a sapere della mia decisione, e ad appoggiarmi. Se dovessi arrivare in Formula 1 la inviterò ad assistere a una delle mie gare dai box, in barba ai malpensanti che dicono che lei si sia fatta mettere incinta apposta per incastrarlo, e che quando ha capito che non avrebbe ottenuto nulla da lui ha montato lo scandalo e ha deciso di abortire.

    D: Tanti ti hanno criticata per la tua decisione di diventare pilota, alcuni ti hanno perfino minacciata di violenze e morte. Come stai gestendo la cosa?

    R: Lo ammetto, è molto difficile, ma sto facendo del mio meglio. Non posso avere paura di qualche esaltato. Per fortuna ho una fedele guardia del corpo che mi segue ovunque io vada, anche se è dura vedere dei tuoi fan accaniti trasformarsi in haters di questo genere. Ho paura soprattutto per quello che possono fare alla mia famiglia, ma non posso vivere nel terrore. Ho fatto una scelta, e vado fino in fondo.

    D: Sei davvero una ragazza coraggiosa. Sicuramente ciò si tradurrà in un comportamento aggressivo in pista.

    R: In effetti sono piuttosto fumantina, e ho causato qualche incidente. Ma vi posso assicurare che sto imparando a controllarmi, e che non mi vedrete fare sfracelli.

    D: Qual è il tuo pilota preferito?

    R: Di quelli attuali forse Charles Leperl. E’ giovane e talentuoso, e ha il potenziale per diventare campione del mondo. La Ferrari deve solo dargli la vettura giusta. Mi piace molto anche Dany Richards, che ha fatto bene nella scorsa stagione con la Renault, anche se ritengo che meriti un sedile più prestigioso, magari proprio la Ferrari al fianco di Leperl. Ho stima per Lewis Muffinton, anche se è troppo tamarro per i miei gusti. Poi ovviamente ci sono le donne che hanno corso in Formula 1 e in altre categorie, soprattutto le compiante Maria Serena de Giuseppis e Lella Milanesi. E infine il mio preferito in assoluto, mio nonno…

    D: Sì, Hideki Katsuragi, arrivato terzo alla 24 Ore di Le Mans 1966 con la leggendaria Ford GT40… deve essere un vero mito per te.

    R: Abbiamo ancora la coppa a casa di nonna in una teca. Lui era ed è ancora il vanto della nostra famiglia, il nostro membro più illustre. Il primo giapponese a ottenere risultati di rilievo nelle competizioni motoristiche, anche se in Formula 1 non gli è mai andata bene.

    D: Purtroppo è noto il suo incidente mortale al Gran Premio di Germania 1968 con una Cooper privata. Ne parlate mai a casa?

    R: Ogni tanto, anche se poco. Mio padre non si ricordava niente, aveva solo due anni. E’ stato cresciuto da mia nonna e dai suoi fratelli maggiori, e ha sempre voluto correre, ma glielo hanno impedito per paura che finisse come mio nonno. Lui non si lamenta di ciò, ha potuto comunque seguire la sua passione come telecronista, ma io intendo rendere onore alla memoria di nonno Hideki.

    D: Tua nonna sarà andata su tutte le furie quando l’avrà saputo...

    R: Esatto. Mi urlava che ero pazza, che avrei fatto la fine di mio nonno. Nemmeno lei sapeva che correvo sotto falso nome, ne erano al corrente solo i miei genitori e i miei fratelli. Io però mi sono impuntata, dicendole che le corse erano la mia vita, e che non volevo rinunciarvi. Mi ha tenuto il broncio per settimane, ma adesso ci parliamo tranquillamente. Evitiamo di parlare dell’argomento corsa, anche se devo dire che nelle ultime settimane si sta aprendo, parlandomi ogni tanto di mio nonno.

    D: Molto tenero. Per chiudere l’intervista, cosa ti aspetti dalla prossima stagione?

    R: Anche se a detta di molti vado forte non posso garantire di poter concorrere per il campionato. Darò il 100% per acquisire esperienze e raccogliere più punti possibile per me e per la mia squadra.

    D: Ok, ti ringraziamo per il tempo concessoci. In bocca al lupo, Airi.

    R: Grazie a voi.


    Edited by Great Saiyaman‚ The Big Dreamer - 27/7/2019, 23:37
     
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    Autospin, non sapevo che Vettel si fosse dato all'editoria! :aah:

    Sono curiosa di vedere se e come si incontreranno le strade di Ryu e Airi, probabilmente a qualche evento motoristico.

    CITAZIONE
    Ogni tanto, anche se poco. Mio padre non si ricordava niente, aveva solo due anni. E’ stato cresciuto da mia nonna e dai miei fratelli maggiori,

    Credo che intendesse i SUOI fratelli maggiori...
     
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    Autospin, non sapevo che Vettel si fosse dato all'editoria! :aah:

    Ti sbagli: Autospin è stato fondato da un certo Romain Giovannigrosso (il suo nome originale era "Autospin nel box"). Sebastian Petten si è aggregato come vicedirettore solo dopo. :aah:

    CITAZIONE
    Sono curiosa di vedere se e come si incontreranno le strade di Ryu e Airi, probabilmente a qualche evento motoristico.

    Per il momento non posso dirti come s'incontreranno, però ti consiglio di prestare molta attenzione al personaggio d'Irina Satoshi, perché comparirà nei prossimi capitoli.

    CITAZIONE
    Credo che intendesse i SUOI fratelli maggiori...

    Grazie della nota, ho corretto. ;)
     
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    un certo Romain Giovannigrosso (il suo nome originale era "Autospin nel box")

    Molto interessante! :woot:
     
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