La Commedia del Divino Predestinato

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    Forse qualcuno ricorderà che in passato scrissi ben due parodie ispirate alla Divina Commedia a proposito dei risultati della Ferrari, di Schumacher, ecc... (eravamo nel lontano 2011).
    Sono sempre stata convinta che un giorno o l'altro avrei dato sfogo un'altra volta a questo mio folle istinto... ed ecco che ne è uscita una nuova parodia del primo canto della Divina Commedia, ispirata all'attuale situazione della Ferrari. Buona lettura. *-*





    Nel mezzo del gran premio della vita
    Mi ritrovai per la Marina Oscura
    Ché la retta strategia era smarrita,

    Finire al parc fermé era cosa dura,
    Questo podio selvaggio e aspro e forte
    Di non vincer mai rinnova la paura,

    Tant'è amara la mia triste sorte
    Ma a ricordar le Mercedes che avvistai
    Vedrò le fan che vi notai assorte.

    Io non so se come Kimi io v'entrai
    Tant'ero pien di sonno a quel punto
    Che la già cara Sauber abbandonai.

    Ma poi che io fui a Maranello giunto
    Lentamente annaspavo nella valle
    Che m'aveva di paura ormai consunto,

    Guardai Verstappen e stavo alle sue spalle
    Vestito già di rosso e gran profeta
    Con voglia di grattarmi un po' le pa**e,

    Allor la power unit fu poco quieta
    E già ne valutavo la durata
    Con Bottas che era un woodman sempre a dieta,

    E poi gridò con la voce affannata
    Un fucsia con Vanzini alla deriva
    Rivolse al sottoscritto una gufata,

    Così Verstappen che ancor fuggiva
    Si volse a retro e mi lanciò un sasso
    Che non lasciò giammai speranza viva,

    Poiché non stavo neanche poco al passo
    Ripresi la via per la pitlane deserta
    Sì che spariva Kubica più in basso

    Ed ecco un bimbo quasi come Herta
    Una McLaren leggera e arancio molto
    Che di aura nefasta era coperta,

    Ce l'aveva Gasly dinanzi al volto,
    Anzi impediva tanto il suo cammino,
    Tanto che risi di quello stolto.

    In testa fui al principio del mattino
    Ma il sole montava sulle argentee stelle
    Che già vincevano quando l'amor divino

    Mosse Fernando e le sue gare belle
    Sì che bene aspettavo ormai un garone
    Di Hamilton e della sua tatuata pelle,

    Avevo tempo e la prossima stagione
    Pensai che forse speranza mi desse
    Ma alla vista mi apparve un trollone:

    Questo pareva che ridendo venisse
    Coi denti al vento e l'auto color vespa
    Sì che pareva il colluttorio bevesse

    Con la sua ape dall'aria poco lesta
    Di risultati subiva la magrezza
    Ma con molte genti ancor faceva festa,

    Vodka mi porse con tanta dolcezza
    Che la scroccai subito alla vista,
    Di un drinking game certo dell'altezza,

    E pensai: quanto alcool che acquista
    Quando il motore perde la sua brace
    E infine al bar mai piange e si rattrista,

    Come quando vagavo senza pace
    Pensando all'Alfa, a poco a poco
    Sarei tornato là dove Kimi tace.

    Mentre Russell rovinava in basso loco
    Al secondo posto mi si fu offerto
    Chi per scarse vittorie pareva fioco,

    Quando vidi costui nel gran deserto
    "Sono più veloce io" gridai a lui,
    "Qual che tu sia, bollito o pilota certo!"

    Rispose Vettel: "Con Iceman già fui
    E almeno parli tu mentre mi guardi
    Mentre non vinciamo da secoli bui,

    Nacqui in Redbull, prima che fosse tardi
    E vissi senza Twitter desolato e angusto
    Nel tempo dei clickbait falsi e bugiardi,

    Poeta fui e bestemmiai di gusto
    Talvolta sparai diversi 'porca tro*a'
    Quando il superbo motor fu combusto,

    Ma tu perché lamenti tanta noia?
    Perché non sali sul pomposo monte
    Predestinato e cagione della gioia?"

    "Sei come quel Berger da sempre fonte
    Di poche vittorie e sì largo acume?"
    Chiesi a colui che avevo di fronte,

    "Le tue bestemme furono un lume
    E per la Rossa provo un grande amore
    Ma del secondo posto vedo il volume,

    Alesi è il mio maestro e il mio autore
    Mentre tu sei colui a cui io tolsi
    D'essere la prima guida l'onore,

    A Maranello ormai io mi volsi,
    Aiutami a scappare, famoso saggio,
    Star qui mi fa tagliar le vene e i polsi!"

    "A te conviene tenere altro viaggio"
    Rispose quando sul podio mi vide,
    "Se vuoi vincere in questo luogo selvaggio

    Stare in Ferrari è una cosa che stride,
    Non è del mondiale certo la via,
    La speranza finisce in aria con Ide,

    Ha natura già fatta di follia,
    Credo che presto ti verrà la voglia
    Di consolarti insieme a Vicky Piria,

    Pochi sono i piloti a cui s'ammoglia
    E più saranno ancora i due di picche
    E ogni tuo sogno morirà con doglia,

    Quando sarai stanco di queste chicche
    Capirai il male che la Rossa incute
    E rimpiangerai Max e le sue ripicche,

    A quell'umile Caterham lunga salute
    Per cui morì la vergine Marussia
    E anche la USGP di cui non si discute,

    Arriverà un torpedo dalla Russia
    Finché ci avrà rimessi nell'inferno
    Là dove non vedremo mai un fucsia,

    Saremo veloci solo d'inverno,
    Se tu mi segui, sarò la prima guida
    E non vinceremo il mondiale in eterno,

    Al bar udirai le disperate strida,
    Vedrai tutti i ferraristi dolenti
    Che la seconda piazza ciascuno grida,

    E vedrai coloro che son contenti
    Come Ocon, perché speran di venire
    Quando che sia tra i beati argenti,

    Il dì che poi tu vorrai fuggire
    Non sarai più della Ferrari degno,
    Insulti avrai ormai nel tuo partire,

    Che quell'imperator che al bar ha il regno
    Ti vedrà ribellante alla sua legge
    Non vedrai dei fan neanche in disegno,

    Anche su Facebook impera e Twitter regge
    Perfino su Instagram ha un alto seggio,
    Oh, felice chi a traditori ci elegge!"

    Gli domandai: "Dov'è il parcheggio?
    Se un dì il traguardo non conoscesti
    Anche io fuggo da questo male e peggio,

    Portami indietro là dove dicesti
    Sì che io veda la Renault del gran Petrov
    E mi distragga dai risultati mesti,

    Allor mi superò e gli tenni dietro.
     
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