La maledizione della predestinazione

FF motoristica ambientata in un futuro che, si spera, resti ipotetico

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    "FF motoristica ambientata in un futuro che, si spera, resti ipotetico": è la premessa di una storia che dovrebbe, nei piani, rappresentare uno scenario di bad ending per la carriera motoristica di un pilota odierno. Un pilota il cui futuro appare negli ultimi tempi tutt'altro che roseo, soprattutto se non dovesse dare una svolta decisa alla sua vita, e si spera che egli riesca a far in modo che questo scenario, o uno comunque piuttosto simile, non si avveri mai, perché in cuor mio lo spero tanto.
    E semmai il pilota in questione dovesse leggere questa storia (non si sa mai), gli chiedo di non prenderla sul personale: il suo personaggio è assolutamente out of character rispetto al se stesso odierno, si può quasi dire che l'unica cosa che condividono è il nome e cognome e parte del loro passato. Serve a dimostrare uno scenario ipotetico di quello che potrebbe diventare, in un mondo come questo, in una delle peggiori possibilità. Parliamo dunque di teoria del Multiverso (o delle linee temporali alternative, per scomodare Ritorno al Futuro e Dragon Ball oltre al Multiverso Marvel).
    Questa storia serve soprattutto a dare un insegnamento, e spero che pure lui possa trarlo, senza che si offenda ovviamente.

    LA MALEDIZIONE DELLA PREDESTINAZIONE



    1° agosto 2039 (Parte 1)

    Nel 2039 era molto difficile non essere iscritti ai social network. In un mondo in cui essi ormai erano parte integrante della vita di tutti i giorni (perfino la maggioranza degli ottantenni, ormai, aveva un account) era praticamente impossibile isolarsi da essi. La possibilità che una foto in cui tu comparivi, presa magari mentre sei di spalle a farti gli affari tuoi, comparisse su Internet era altissima. Niente di allarmante se non si faceva nulla di compromettente, ormai era considerato la “norma”. Uno scenario apparentemente distopico regolato, per fortuna, da ferree leggi sulla protezione dell’identità della persona approvate durante gli anni Trenta del XXI secolo, creando una sorta di linea di demarcazione tra una semplice grande piazza virtuale in cui tutti sembravano conoscere tutti e un incubo orwelliano.
    Lui però non si era mai adattato a quel mondo. Non gli piaceva, per niente. Anzi, si poteva dire che lo odiasse. Odiava gli influencer, che un tempo erano pure stati suoi amici (o si erano vantati di essere tali prima che tagliasse totalmente i ponti con loro). Odiava i commentatori strilloni che piangevano della sfortuna che aveva avuto nel non aver avuto la possibilità di dare il massimo che gli avrebbe permesso il suo talento.
    E odiava i suoi fan. Li odiava quando s’inventavano teorie sul suo conto, di dove fosse, di che cosa facesse in quel momento. Alcuni addirittura credevano che si fosse fatto una plastica facciale e fosse andato a vivere nelle Canarie, e solo perché non compariva in pubblico da quasi un anno! Non gli veniva in mente che magari aveva preferito stare isolato nella sua villa sulla riviera romagnola, protetto da ettari di vero e proprio deserto in modo tale che nessuno provasse a introdursi nella sua proprietà a scattargli una foto, magari quando decideva di andare a farsi una nuotata in mare presso la sua piccola spiaggia privata?
    Ma al tempo stesso li amava, soprattutto quando ricordavano i suoi successi, lo celebravano mentre tanti lo criticavano come uno sportivo inconcludente, che si era ritirato perché non si era mai ripreso dal 2026. 2026… l’anno della sua disfatta, in cui il suo mondo crollò come un castello di carte, quando tutto quello che lui credeva essere una certezza andò in rovina.
    In quella calda giornata d’inizio agosto, troppo afosa perfino per andare a buttarsi in acqua, preferì restare chiuso in casa con l’aria condizionata, e magari bersi una birra ghiacciata davanti a un bel film. Non male come idea, per niente.
    Passò per il suo enorme salone, un tempo teatro di grandi feste e cene ormai vuoto da diversi anni, da quando aveva deciso d’isolarsi da quel mondo falso e ipocrita da lui tanto odiato. Lo aveva convertito in una vera e propria sala dei trofei che aveva conquistato nel corso della sua breve, ma intensa carriera sportiva. E ce n’erano tanti, veramente tanti, fin da quando era un bambino. Senza contare i premi che aveva ricevuto da associazioni agonistiche, fondazioni e testate giornalistiche per i suoi traguardi. Ognuno di essi raccontava una storia a sé, un dolce ricordo che lo riportava indietro nel tempo, e gli dava un po’ di sollievo dal suo dolore interiore. Però arrivato ad un certo punto del 2026 tutto si diradava. Pochi trofei, molti meno rispetto alle annate precedenti e dopo il 2028 nessuno. Era come se la sua vita si fosse interrotta allora, perennemente bloccata da undici anni a quella parte.
    Immerso nei suoi pensieri, venne ridestato dallo squillo incessante del suo cellulare dalla cucina.
    «Signore, le suona il telefono!»
    Andò a passo veloce verso la stanza, dove, agonizzando per il caldo pur senza smettere di lavorare per il solo secondo, una donna dalla pelle color cioccolato vestita con un grembiule stava preparando il pranzo. Anche con i lunghi capelli ricci corvini sudati, raccolti in una coda di cavallo, e il volto madido di sudore si vedeva lontano un miglio che era bellissima, di una bellezza tale che un qualsiasi uomo sarebbe rimasto ammaliato da lei.
    Eppure lui si limitò a salutarla con un gesto: «Grazie, Marie…», prese il telefono e rispose alla chiamata: «Pronto?»
    «Devo per forza chiamarti io ogni volta perché ti faccia vivo?»
    Lui sospirò: «Ah, fantastico… già iniziamo a litigare dopo neanche cinque secondi di conversazione, un nuovo record…»
    «Sai, come diceva Michael Schumacher i record sono fatti per essere battuti»
    «La so quella sua frase, non c’è bisogno che me la ricordi. Che cosa vuoi?»
    «Niente, solo sapere che fine avesse fatto il padre di mio figlio. Sono due settimane che non ti fai sentire, Charles»
    Questi, rendendosi conto di quanto lunga fosse stata la sua assenza, si mise una mano sulla fronte: «Oddio… scusami, è che… sono stato così impegnato…»
    «A fare cosa? A oziare sul divano come tuo solito?»
    «Per favore, lo sai che il CdA della Ferrari mi chiede sempre ritmi di lavoro…»
    «E’ da una settimana che non ti fai vivo a Maranello, ho telefonato di persona al tuo ufficio…»
    «Sono stato in smart working»
    «E non leggi nemmeno le email che t’inviano»
    Charles rispose scocciato: «Che c’è, vuoi farmi il terzo grado? Vuoi farmi licenziare per aver marinato il lavoro? Così perderesti il tuo assegno di mantenimento, Charlotte»
    «Non me ne frega niente di ricevere o meno gli alimenti da te, sono una donna indipendente con un lavoro che va a gonfie vele. Io sto parlando di tuo figlio, Charles. Non lo senti da due domeniche fa. DUE. DOMENICHE. FA»
    «Jules è grande, non ha più bisogno di me che gli sto dietro 24 ore al giorno. Se volesse mi potrebbe pure chiamare lui, e sa anche che ho una stanza pronta per ospitarlo a casa mia»
    La donna cominciò a perdere la pazienza: «Ah, quindi ora che ha 13 anni automaticamente deve fare le cose da sé ed essere LUI ad avvicinarsi a suo padre? E’ ancora un bambino, Charles! Lo vuoi capire?!»
    «Io alla sua età viaggiavo già per le piste più importanti al mondo di kart»
    «Sì, ma accompagnato da tuo padre e dal tuo padrino. Tuo figlio fa la stessa identica cosa, solo che non ha avuto la stessa fortuna che hai avuto tu e si deve accontentare di stare coi suoi meccanici. Non sarebbe male se una volta ogni tanto venissi ad assistere ad una sua gara. E’ bravo, me l’ha detto Mick»
    A sentire quel nome gli si attorcigliò lo stomaco: «Non mi ricordare che il suo coach è quello lì, per favore…»
    «Quello lì, come lo chiami tu, è bravo e sta facendo da mentore a nostro figlio, cosa che teoricamente dovresti fare tu. Potresti come minimo andare a vederlo»
    «So già com’è lui al volante. Ho visto i video delle sue gare, la stoffa ce l’ha, molto più di tanti ragazzi della sua età»
    «Sarebbe molto meglio che glielo dicessi di persona. Sono stufa di farti sempre da tramite. A differenza di quello che tu credi, io cerco sempre di giustificarti e di farti apparire di fronte a lui sotto una luce positiva, anche se me lo rendi molto difficile…»
    «Non mi sembra, visto che gareggia col tuo cognome»
    «E adesso ricominci tu con questa storia! Non è colpa mia se lui da quando ha scoperto la verità su quello che è successo tra di noi ha perso tanta della stima che provava per te! E dire che prima eri il suo idolo, seppur già allora fossi così distante da lui!»
    «Mi dai sempre la colpa di tutto! Mai a coloro che mi hanno tradito, mai a quello che successe nel 2026…»
    «CHARLES LECLERC!» la voce di Charlotte dall’altro capo del telefono si alzò talmente tanto che lo assordò: «Sei patetico, sono passati 13 anni e ancora vivi come se fossimo nel 2026! Quando diavolo supererai quello che è successo a Monza?! E’ vero, per colpa di esso non hai mai realizzato il tuo sogno di vincere il campionato mondiale di Formula 1 con la Ferrari, ma sai cosa mi dicesti alla fine di quell’anno? Che io e Jules eravamo la cosa più importante per te, e che non avesse importanza che avevi perso il titolo? Ecco, penso che tu allora abbia mentito. Se così fosse, non ti troveresti in questa situazione, invecchiato prima del tempo tu, il Predestinato secondo qualche commentatore esaltato, e completamente solo, senza uno straccio di amico!»
    «Ti sbagli. Ho ancora Pierre e Seb»
    «Ti chiamano loro perché ti vogliono bene, ma se fosse per te neanche li contatteresti. Sei una persona così diversa da quella di cui mi ero innamorata e con cui mi sono sposata che… mi fai paura, devo essere sincera»
    «E allora se ti faccio paura smettila di chiamarmi e vivi la tua vita»
    «Non finché sarai in vita. Tu resti il padre di mio figlio, e non voglio che lui cresca senza di te. Ti prego, non fare l’errore che hai fatto con me e il resto della tua famiglia, almeno non fare del male a Jules!»
    «Quando vorrà chiamarmi, io ci sarò. Ma deve essere lui a fare la prima mossa, io ho fatto quello che potevo»
    «Con te è inutile, sei più testardo di un somaro! Sia in pista che nella vita non hai mai imparato nulla, hai sempre preteso che altri facessero le cose sgradevoli al posto tuo! Ti saluto, Charles. Io ti ho ricordato che hai un figlio, non posso venire fino al riminese a prenderti per un orecchio e condurti fino a Milano, anche perché se provassi a entrare nella tua magione probabilmente qualche tuo gorilla mi prenderebbe e mi sbatterebbe fuori, nonostante ci abbia vissuto anch’io per anni con te»
    «Nessuno ti costringe infatti. Ciao, Charlotte. Alla prossima»

    «Fanculo…» disse serrando le labbra la donna mentre attaccava il telefono, sbattendo il suo cellulare sul tavolo. Ogni volta era così, finiva sempre con un litigio tra lei e il suo ex marito. Prese una sigaretta dal suo pacchetto e se l’accese. Aveva cominciato a fumare quando Charles aveva deciso di ritirarsi, quando tutto era andato in malora. Solo perché lei lo aveva aiutato nella sua decisione veniva accusata di essere stata LEI il principale motivo per cui aveva lasciato le corse. Preferivano tutti credere a quella vecchia storia: Charlotte la Vipera, Charlotte la Sciacquetta, Charlotte la Strega (e questi erano gli epiteti più generosi nei suoi confronti). Avevano perfino ripescato quella vecchia storia in cui era stata lei a far lasciare a Charles la sua precedente fidanzata!
    Altra chiamata, altro litigio. Non avrebbe mai immaginato che le cose per loro si sarebbero evolute così, quando tanti anni prima si era messa con lui, e le era sembrato il ragazzo perfetto. Bello, buono, generoso, sognatore, di successo… cos’era successo a quello Charles Leclerc? Dov’era finito? Esisteva ancora nel profondo di quell’uomo così cinico, disilluso, arrabbiato col mondo? O era morto definitivamente quel dannato pomeriggio di settembre?
    Si mise una mano sulla fronte, e per poco non scoppiò a piangere. Perché sì, c’era una parte di lei che ricordandosi di quello Charles gentile soffriva, visto che era ancora nel suo cuore. E lo piangeva come se non ci fosse più. Cercò però di trattenersi. Presto Jules sarebbe tornato dagli allenamenti in pista con Mick, quel giorno Pierre e Clothilde erano venuti a stare con lui e lo avrebbero riaccompagnato a casa.
    Charlotte trasse un lungo sospiro, e indossò la maschera della donna e madre forte e irreprensibile, uno dei pochi punti fermi di suo figlio. Anche se, lo doveva ammettere, si stava veramente stufando di non avere la possibilità di levarsi la corazza e, ogni tanto, dare sfogo alla sua profonda tristezza.
     
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    Beliximohhhh kontinuahhhh!!!111!!!11 :wub:

    A parte gli scherzi, mi è piaciuto un sacco questo primo capitolo, dà un'idea di un Leclerc molto diverso da quello che conosciamo e quello che è successo a Monza nel 2026 è probabilmente il grande mistero intorno a cui gira questa storia.

    Visto che viene screditato dallo stesso Predestinato, non mi stupirebbe che il Piccolo Principe ne abbia combinata un'altra delle sue, dopo avere innescato incidenti a Latifi con la forza del pensiero! :f:

    PS. Quanti anni ha Clothilde?
     
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    CITAZIONE (Milly Sunshine @ 5/10/2022, 18:40) 
    Beliximohhhh kontinuahhhh!!!111!!!11 :wub:

    A parte gli scherzi, mi è piaciuto un sacco questo primo capitolo, dà un'idea di un Leclerc molto diverso da quello che conosciamo e quello che è successo a Monza nel 2026 è probabilmente il grande mistero intorno a cui gira questa storia.

    Visto che viene screditato dallo stesso Predestinato, non mi stupirebbe che il Piccolo Principe ne abbia combinata un'altra delle sue, dopo avere innescato incidenti a Latifi con la forza del pensiero! :f:

    PS. Quanti anni ha Clothilde?

    Grazie, sono felice che ti sia piaciuto questo primo capitolo. <3

    Quello che è successo a Monza nel 2026 sarà il fulcro della storia, e ciò che ci sta dietro sarà molto più complesso di quanto sembreranno dire le apparenze.

    Il motivo di questo astio di Leclerc nei confronti di Schumacher (che avviso subito essere ricambiato) non è così pittoresco, e sarà spiegato nei successivi capitoli.

    Su Clothilde Gasly, NESSUNO PENSI MALE (viste certe battute che circolano su di lui che mi fanno rabbrividire e sono davvero al limite della denuncia per diffamazione della figura di Pierre, altro che questa FF): lei è la figlia del pilota francese, è amica d'infanzia di Jules Leclerc e ha un anno in meno di lui (quindi nella storia è dodicenne). Inoltre ha una cotta segreta per lui, e quando il padre viene a vederlo correre per sostenerlo (visto che lui per Jules è praticamente uno zio) lei ne approfitta per seguirlo.
     
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    Il motivo di questo astio di Leclerc nei confronti di Schumacher (che avviso subito essere ricambiato) non è così pittoresco, e sarà spiegato nei successivi capitoli.

    Si contendono il ruolo di best friend forever di Vettel? :lol:

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    lei è la figlia del pilota francese, è amica d'infanzia di Jules Leclerc e ha un anno in meno di lui (quindi nella storia è dodicenne). Inoltre ha una cotta segreta per lui,

    Aaaaawwwwwww! :wub:
     
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