Gran Premio d'Ungheria: cronaca

Ennesima vittoria di Verstappen, vanno a podio Norris e Perez

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    In Ungheria assistiamo per la prima volta al format sperimentale, in cui in Q1, Q2 e Q3 è obbligatorio utilizzare rispettivamente gomme hard, medium e soft. Ci sono pareri discordanti in proposito, da un lato c'è chi sostiene che mandare piloti e team allo sbaraglio possa premiare la performance migliore, dall'altro chi sostiene che la performance vada costruita già dal venerdì e che ciascuno dovrebbe qualificarsi con la mescola che gli può consentire il miglior risultato possibile. C'è anche qualche "capiscer" che, ignorando volutamente il fatto che in Q3 si sarebbero comunque utilizzate le gomme soft, attribuisce al nuovo format ciò che succede nella manche finale delle qualifiche.
    Finora tutte le pole position erano state conquistate dalla Redbull con la sola eccezione dell'Azerbaijan, poleman Charles Leclerc, all'Hungaroring per la seconda volta si impone un'altra squadra. Dopo Redbull e Ferrari, anche Mercedes conquista una pole position e lo fa per mano di Lewis Hamilton, che batte Max Verstappen per appena tre millesimi in una Q3 tiratissima.
    George Russell è uscito in Q1, Carlos Sainz in Q2, le McLaren sono di nuovo tra le prime posizioni, la Aston Martin sembra in difficoltà rispetto all'avvio di stagione tanto che Fernando Alonso, unico in Q3, deve accontentarsi dell'ottavo posto, ma soprattutto Checo Perez finalmente giunto in top-ten rimedia solo una nona piazza. Brillano le Alfa Romeo, con Zhou Guanyu addirittura quinto in griglia, nonché autore del miglior tempo nel Q1, ma anche con Valtteri Bottas settimo in griglia. Infine bisogna citare Daniel Ricciardo che, chiamato in corso d'opera a sostituire l'appiedato Nyck De Vries, riesce a superare il taglio della Q1, dove il compagno di squadra Yuki Tsunoda rimane escluso.

    1^ fila: Hamilton - Verstappen
    2^ fila: Norris - Piastri
    3^ fila: Zhou - Leclerc
    4^ fila: Bottas - Alonso
    5^ fila: Perez - Hulkenberg
    6^ fila: Sainz - Ocon
    7^ fila: Ricciardo - Stroll
    8^ fila: Gasly - Albon
    9^ fila: Tsunoda - Russell
    10^ fila: Magnussen - Sargeant

    Per gli eroi delle qualifiche la gara - della durata di 70 giri - non inizia nel migliore dei modi. Zhou rimane fermo sulla griglia e quando riparte al rallenty finisce per tamponare Ricciardo, il quale cozza contro la Alpine di Esteban Ocon che poi si ritrova scagliato addosso al compagno di squadra con Pierre Gasly, incidente che costringe i due francesi ai box, da dove non usciranno più, ma che non provoca interruzioni alla gara, non essendoci detriti in pista. Zhou sarà penalizzato per avere innescato il contatto in partenza.
    Davanti, Hamilton giunto appaiato con Verstappen è stato superato dal pilota della Redbull, per poi essere superato dalle McLaren di Oscar Piastri e ritrovarsi quarto. Seguono le due Ferrari, con Leclerc che ha mantenuto la posizione e Sainz che è uscito indenne dal caos che si è scatenato a centro griglia. Perez nel frattempo dopo alcuni giri riesce a superare Alonso per portarsi in settima posizione.
    Tra i piloti della top-ten Sainz è il primo a fermarsi per passare alle hard (16° giro) essendo partito su gomme soft, comunque solo un giro prima rispetto a Hamilton che invece era su gomme medie. Gli altri piloti reagiscono per evitare di subire potenziali undercut: al 18° rientrano Norris e Leclerc, quest'ultimo fermo per oltre nove secondi perché la posteriore sinistra non va su. Un giro più tardi si ferma Piastri, che viene subito superato da Norris al rientro in pista. Verstappen è l'unico a proseguire - si fermerà al 23°, a parte Perez e Russell che sono partiti sulle gomme hard e sono rispettivamente secondo e quinto.
    Perez quando si ferma ai box per montare medium esce dietro a Sainz, che si ritrova davanti Russell già superato da Hamilton. Perez riesce a superare Sainz e poi attacca Russell, completando il sorpasso anche se il pilota Mercedes si difende con decisione. Si viene poi a formare brevemente un trenino con le Ferrari, almeno finché poco dopo Russell non rientra ai box.
    Perez si avvicina a Hamilton e al 43° mentre gli era attaccato rientra ai box per il secondo pitstop mettendo di nuovo medium. Nello stesso giro è rientrato anche Piastri, mentre nei giri seguenti rientrano Leclerc, Norris e Sainz - i due piloti Ferrari sono gli unici che rimettono le hard. Le posizioni restano invariate tra le McLaren e Perez, mentre Leclerc fa undercut su Sainz, ma nel frattempo riceve penalità (post-gara) per eccesso di velocità nella pitlane.
    Al 48° Perez riesce a superare Piastri anche se è notevole la difesa del pilota McLaren. Hamilton ai ferma al 50° giro e torna in pista in quinta posizione, ben distante da Piastri che è quarto: di fatto ha perso la posizione nei confronti di Perez. Si avvicina comunque a Piastri nei giri successivi, superandolo al 57°.
    Russell nei giri conclusivi risale e dopo essersi avvicinato a Sainz gli porta via il settimo posto al 66°, per poi andare a raggiungere Leclerc, senza riuscire a superarlo nonostante la vicinanza all'ultimo giro, ma prendendosi il sesto posto per effetto della penalità (Leclerc viene a perdere una sola posizione).

    REDBULL - è finito il dominio di Verstappen, si diceva venerdì, e poi anche al sabato dopo la seconda piazza sulla griglia. In sintesi, oltre mezzo minuto di vantaggio sul secondo, settima vittoria consecutiva per Verstappen, Redbull finora mai mancata dal podio, il tutto mentre Perez ha salvato il salvabile, guadagnando acclamazione dopo le critiche post-qualifiche.

    MCLAREN - i papaya vogliono essere protagonisti e lo sono, per la seconda volta consecutiva, con entrambi i piloti che vogliono puntare in alto. Norris ottiene il secondo podio consecutivo e Piastri ancora una volta rimane con la delusione di non esserci salito. Tutto lascia pensare che arriverà il suo momento.

    MERCEDES - Hamilton considerato un eroe al sabato, dopodiché screditato subito dopo avere perso le posizioni a vantaggio di Verstappen, Piastri e Norris in partenza, come se fosse necessario vivere di contrasti. Discorso esattamente inverso - ma uguale in termini di contrasti - vale per Russell, screditato al sabato e poi acclamato per la rimonta in gara.

    FERRARI - farebbe meglio a evitare i proclami da "vittoria in tasca" che precedono le gare. Commentatori televisivi e utenti social, tuttavia, farebbero meglio a darsi una svegliata, perché è da tempo immemore che ogni venerdì credono nella favoletta della Ferrari che lotta per il vertice. In più, dato che già le "leclainz war" sui social sono estremamente snervanti, i telecronisti televisivi potrebbero anche evitare di fomentarle, almeno una volta in cui non si sentono team radio polemici né da un lato né dall'altro.

    ASTON MARTIN - se a inizio stagione poteva apparire come una sorta di Brawn GP in veste di seconda forza del mondiale, sembra stia andando incontro a un simile destino anche a stagione inoltrata, ovvero quello di non essere più all'altezza dei primi tempi. Chiudono comunque a punti con entrambi i piloti, un risultato forse non troppo scontato al sabato.

    WILLIAMS - non la si è vista se non al momento del testacoda di Sargeant verso fine gara che ne ha decretato il ritiro ai box senza causare intoppi allo svolgimento della gara, ma Albon seppure fuori dai punti ancora una volta ha portato a casa un risultato valido.

    ALFA ROMEO - considerati come fenomeni al sabato, piloti compresi, criticati oltremodo la domenica, pure Bottas che di per sé danni non ne ha fatti, ha anzi concluso la gara in una 12^ piazza abbastanza in linea con gli standard della squadra.

    ALPHA TAURI - niente di nuovo, vettura da parte bassa del gruppo, con risultati non troppo degni di nota. Nel frattempo il ritorno di Ricciardo genera una spaccatura, da un lato hype e dall'altro attacchi da parte degli hater con tanto di prese in giro per l'incidente odierno... non innescato da lui.

    HAAS - sempre la solita storia, una qualifica brillante da parte di Hulkenberg, con relativi insulti social a Magnussen considerato un pessimo qualificatore nonostante la pole dello scorso anno, per poi essere nelle retrovie quando a contare è il passo gara.

    ALPINE - doppio out senza completare nemmeno un giro (anzi, completando un giro con entrambi, visto il ritiro avvenuto ai box), del tutto incolpevoli, con Ocon costretto anche a un passaggio al centro medico per dolori alla schiena.

    Questa analisi del weekend team per team vuole essere un invito a riflettere: nella maggior parte dei casi, il giudizio sulla singola performance è stato predominante, sufficiente a fare tabula rasa di tutto quanto fosse successo fino a quello specifico momento.
    Squadre e piloti acclamati a ogni minimo scorcio di competitività vengono duramente attaccati non appena osano non ripetersi, figurarsi quando sbagliano platealmente, senza mai un pensiero bilanciato. Eroi diventano inutili zavorre con la stessa velocità con la quale erano diventati eroi.
    Si è tanto criticata la scelta di Helmut Marko di licenziare De Vries, criticando le sue logiche, ma la verità è che l'opinionista medio e l'appassionato medio differiscono da Marko solo per il non avere il controllo di chi debba avere un volante e chi no. Nyck è passato dall'essere un niente di che all'essere considerato il futuro della Formula 1 per una sola performance positiva, per poi essere messo da parte non appena non si è rivelato tale.
    Forse ogni tanto sarebbe opportuno fermarsi un attimo a pensare prima di giudicare un pilota solo sulla base dell'ultima sessione disputata. Il motorsport non è fatto solo di fugaci momenti in cui stilare classifiche di chi ce l'ha più grosso, eppure questa tendenza sembra giorno dopo giorno sempre più predominante.

    RISULTATO: 1. Max Verstappen (Redbull), 2. Lando Norris (McLaren), 3. Sergio Perez (Redbull), 4. Lewis Hamilton (Mercedes), 5. Oscar Piastri (McLaren), 6. George Russell (Mercedes), 7. Charles Leclerc (Ferrari), 8. Carlos Sainz (Ferrari), 9. Fernando Alonso (Aston Martin), 10. Lance Stroll (Aston Martin), 11. Alex Albon (Williams), 12. Valtteri Bottas (Alfa Romeo), 13. Daniel Ricciardo (Alpha Tauri), 14. Nico Hulkenberg (Haas), 15. Yuki Tsunoda (Alpha Tauri), 16. Zhou Guanyu (Alfa Romeo), 17. Kevin Magnussen (Haas), 18. Logan Sargeant (Williams), Rit. Esteban Ocon (Alpine), Rit. Pierre Gasly (Alpine).
     
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    Alla partenza io avrei scommesso su uno scatto felino di Hamilton... Ho sbagliato animale, mi sa. Nonostante questo ha fatto una buona gara, cercando di rimontare il rimontabile, ma il suo passo gara era decisamente inferiore alle McLaren (Verstappen ormai è a parte).
    Le McLaren si confermano non un fuoco di paglia e, per me, sono la dimostrazione che in questo ciclo è meglio rifare una monoposto da capo che portare aggiornamenti che sembrano rattoppi.
    Ogni riferimento alla Ferrari è puramente voluto. Se la pista smentisce di continuo il simulatore c'è a monte qualcosa di grave che non va. Vasseur fa quello che può con una situazione non creata da lui e sui social i tifosi dell'ultim'ora non lo hanno capito, tanto che stanno sbraitando per le sue dimissioni. Molto probabilmente credono che il cambio di un TP abbia effetti immediati e invocano il ritiro dal campionato: mi autocensuro per non insultarli.
    La macchina e la squadra vanno sistemate da cima a fondo, prima di 1-2 anni non ne vedremo i risultati.
    Resto perplessa dell'Aston Martin, partita a razzo all'inizio e da qualche gara ha prestazioni inferiori alla Ferrari. Chi si ricorda se e quando hanno portato aggiornamenti?

    Dimenticavo: bellissima partenza di Sainz, mi ha fatto fare un salto sul divano.
    Buona rimonta di Perez e spero sia anche una bella iniezione di fiducia per lui.
    Bonus: Norris che rompe il trofeo di Max durante i festeggiamenti sul podio. 🤣
     
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    Purtroppo non c'è trippa per gatti. Si può riuscire a fregare Red Bull sul giro secco, come fatto da Leclerc a Baku e da Hamilton a Budapest, ma una volta entrati in gara la differenza è di quelle che non lascia speranze agli inseguitori.

    Hamilton sarà probabilmente dispiaciuto per lo start, ma razionalmente penso che non dovrebbe avere chissà quale rimpianto. Anche con uno stacco ideale avrebbe potuto resistere non più di qualche giro, tant'è che la Mercedes ha accusato subito problemi significativi di surriscaldamento e in fin dei conti è apparsa veramente competitiva soltanto nell'ultimo stint con gomme decisamente più fresche dei concorrenti. Decisamente troppo poco per sperare di competere con un Verstappen che è andato subito in gestione e che solo in quel GV spaventoso ha mostrato il suo vero potenziale.

    Per la McLaren questa era la prova del nove su una pista che non aveva nulla in comune con Austria e Silverstone e l'esame è stato superato in pieno. Davvero clamoroso il ribaltone fatto dal team in epoca di budget cap, con una macchina rivoluzionata che sembra essere riuscita a rimpiazzare Aston Martin nelle gerarchie dei valori in campo. Piastri anche stavolta non è stato fortunato, perchè sembra che nel duello con Perez abbia danneggiato pesantemente il fondo, perdendo di versi punti di carico aerodinamico.

    Grosso rimpianto per Alfa Romeo che non porta a casa neanche un punto dopo la qualifica straordinaria di ieri. Zhou ha un po' subito la tensione del partire così avanti per la prima volta e ha fatto un mezzo macello, compromettendo prima la sua gara e poi quella delle Alpine. Peccato.
     
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    A quanto pare a tenere banco più che la gara è il post gara, con la cerimonia della premiazione.
    Lando ha involontariamente rotto il trofeo di Max e l'azienda artigiana di porcellane che lo aveva realizzato si è un briciolo risentita.
     
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    Premesso che avere un trofeo fragile sul podio può provocare questo tipo di danni, oserei dire che rompere accidentalmente un trofeo e poi vantarsene come se avesse fatto qualcosa di epico potrebbe essere poco apprezzabile per chi a quel trofeo ci ha lavorato.
     
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